ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18854

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 728 del 04/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: SBAI SOUAD
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/12/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 04/12/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18854
presentata da
SOUAD SBAI
martedì 4 dicembre 2012, seduta n.728

SBAI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

i due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sono detenuti in India da dieci mesi;

il diritto internazionale prevede che gli organi dello Stato siano immuni dalla giurisdizione penale dello Stato straniero quando svolgono attività iure imperii;

la giurisdizione sui fatti commessi dai propri organi in territorio straniero spetta allo Stato di nazionalità;

il difetto di giurisdizione è ancor più palese se si fa riferimento al fatto che l'episodio è avvenuto al di fuori delle acque territoriali indiane e quindi in acque internazionali;

molte azioni di sollecito e di pressione sono state fatte sull'India ma finora senza esito;

non si conosce al momento la condizione, fisica e psicologica, dei due Marò ingiustamente detenuti;

lo Stato indiano non appare orientato a riconoscere la giurisdizione italiana sui due fucilieri, ad avviso dell'interrogante violando di fatto il diritto internazionale -:

come intenda il Governo procedere su questa vicenda;

se intenda il Governo porre in essere iniziative ulteriori sul piano politico-diplomatico nei confronti dell'India;

come intenda il Governo agire in sede internazionale per riportare a casa i due Marò, da troppo tempo ingiustamente detenuti;

se intenda il Governo fornire elementi relativamente alle condizioni di salute, fisica e psicologica, dei due fucilieri;

se intenda il Governo sollecitare l'Unione europea affinché si faccia parte attiva presso l'India per il ritorno dei due Marò in Italia.(4-18854)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-18854 presentata da
SOUAD SBAI

Risposta. - L'attenzione del Governo italiano sul caso dei nostri due fucilieri di Marina trattenuti in India, Girone e Latorre, è stata e continua ad essere costante, ed è testimoniata dall'interessamento personale del signor Presidente della Repubblica, dal lavoro condotto - con efficacia e discrezione - dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero degli affari esteri, dal Ministero della difesa, dal Ministero della giustizia, dal team difensivo composto da funzionari dei predetti Ministeri e dell'Avvocatura dello Stato, da legali italiani ed indiani e da alcuni tra i migliori internazionalisti italiani, oltre ovviamente dall'ambasciata a Nuova Delhi e dal consolato generale di Mumbai, che hanno assicurato e assicurano tuttora una costante presenza ed il necessario supporto, anche psicologico, ai nostri due militari.
Fin dall'inizio, l'Italia ha contestato con fermezza la legalità dell'arresto dei militari Latorre e Girone, che in buona fede ed ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di cooperazione internazionale per il contrasto alla pirateria, avevano offerto la loro collaborazione, su richiesta dalle autorità di Delhi, per contribuire al riconoscimento di sospetti pirati.
L'obiettivo prioritario dell'azione di Governo è stato fin dall'inizio quello di ottenere il rilascio dei due militari. A tal fine la nostra strategia si è articolata lungo tre direttrici:

1. non sottrarsi alle procedure giurisdizionali indiane, pur contestandone la competenza;

2. stabilire contatti di dialogo costruttivo ma fermo con le autorità indiane al fine di ottenere per i due militari italiani un dignitoso trattamento;

3. avviare una intensa attività diplomatica per mobilitare a nostro favore l'attenzione della comunità internazionale.
Obiettivo immediato - e raggiunto - è stato quello di ottenere condizioni di soggiorno adeguate allo status di membri delle forze armate: con l'ottenimento della libertà su cauzione, i due militari sono stati trasferiti al Trident Hotel di Kochi, struttura dove risiedono tuttora e presso la quale ricevono costante assistenza consolare. Essi sono liberi di muoversi nella città, con l'unico obbligo di recarsi giornalmente presso la locale centrale di polizia per la firma nel registro di presenza.
L'obiettivo costante del Governo, che non cessa di essere perseguito, resta comunque quello di ottenere il riconoscimento delle norme di diritto internazionale relative alla giurisdizione dello Stato di bandiera e all'immunità funzionale dei due militari in quanto organi dello Stato italiano.
Sul piano diplomatico il Ministero degli affari esteri, in stretto raccordo con i Ministeri della difesa e della giustizia e sotto la guida della Presidenza del Consiglio, continua senza sosta a svolgere un'azione di sensibilizzazione a tutto campo: bilaterale, europeo e multilaterale.
Con riguardo ai contatti con la controparte indiana, il Ministro degli affari esteri Terzi ha avuto fin da subito diversi colloqui telefonici con l'omologo di allora Krishna ed in seguito con il nuovo Ministro, ha inoltre compiuto una missione in India pochi giorni dopo l'accaduto, che è stata poi seguita da una missione del Ministro della difesa. Ha quindi disposto tre missioni e la permanenza nel Paese di una organica équipe di diplomatici, legali ed esperti di varie amministrazioni italiane.
I contatti continuano anche in questa fase di attesa della sentenza della Corte suprema indiana. Ultimamente, pochi giorni fa il Ministro Terzi ha nuovamente sollecitato l'urgenza di una soluzione positiva e improcrastinabile del caso dei due fucilieri di Marina nel corso di un lungo colloquio telefonico con l'omologo indiano Khurshid, evidenziando come il Governo annette importanza prioritaria alla questione nel quadro delle relazioni bilaterali.
Sul piano internazionale, sarebbe lunga l'elencazione dettagliata degli oltre 100 incontri nei quali è stata sollevata la vicenda in occasione di colloqui bilaterali con i Paesi a noi più vicini o di conferenze internazionali. A settembre, lo stesso Presidente del Consiglio, nel più vasto e autorevole consesso internazionale dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, ha sottolineato come il «precedente indiano» possa pericolosamente ripercuotersi sull'efficacia delle operazioni internazionali di contrasto della pirateria e del terrorismo.
In conseguenza di tale azione di sensibilizzazione, oltre che sulla solidità delle argomentazioni, l'Italia può fare affidamento sull'appoggio convinto di numerosi partner internazionali - a partire da quelli dell'Unione europea - che in varie occasioni hanno già espresso la loro solidarietà e la loro sorpresa per l'atteggiamento finora tenuto dall'India. Anche figure istituzionali di alto livello quali il Segretario generale dell'ONU e l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa dell'Unione europea Ashton hanno espresso la loro solidarietà. A tale ultimo riguardo, la vicenda dei marò è stata - su nostra richiesta - fatta propria dall'Unione europea e l'Alto rappresentante Ashton ha sollevato il caso con le sue controparti indiane, facendo presente il rischio che la questione - qualora non risolta per tempo - possa compromettere anche i rapporti Unione europea-India, in particolare i negoziati sull'accordo di libero scambio.
Molti partner hanno concretamente operato a nostro favore, sia a livello bilaterale, con i rispettivi interlocutori indiani, che in ambito multilaterale, aderendo alle iniziative da noi proposte come forme di pressione nei confronti di New Delhi. Da mesi è stata inoltre avviata un'azione mirata anche nelle sedi multilaterali opportune, per far valere e rispettare le ragioni del diritto internazionale e mettere in evidenza le dannose implicazioni dell'atteggiamento indiano.
Occorre al riguardo rimarcare il successo ottenuto pochi giorni fa in occasione del dibattito aperto in Consiglio di sicurezza sulla pirateria, grazie ad un'azione coordinata da Roma e realizzata con grande rapidità e incisione dalla nostra rappresentanza presso l'ONU di New York. Lo scorso 21 novembre l'Italia è intervenuta presso la massima istanza decisionale onusiana per descrivere e valorizzare il contributo fornito dal Paese, sotto ogni profilo, alle azioni di contrasto alla pirateria marittima, cogliendo l'occasione per rimarcare l'illegalità della detenzione dei due fucilieri.
L'azione italiana non si è tuttavia limitata all'intervento a titolo nazionale: in parallelo è stata infatti condotta una pressante azione nei confronti dell'Unione europea e dei partner europei affinché anche l'intervento europeo recepisse alcuni principi fondamentali per il nostro Paese, in particolare quelli del necessario rispetto del diritto internazionale e della giurisdizione dello Stato di bandiera, con uno specifico riferimento alla vicenda italiana. L'azione, condotta con successo, ha quindi permesso di codificare un linguaggio atto a certificare il senso di collettiva ed esplicita solidarietà dell'Unione europea nei nostri confronti.
Nell'attesa di conoscere il giudizio definitivo della Corte suprema indiana, che siamo sicuri non tarderà ad essere emanato, il Governo ed il Paese festeggiano il raggiungimento di una altro obiettivo importante, essendo stata accolta dalla Corte del Kerala la richiesta di una licenza speciale per il rientro in Italia dei due marò in occasione delle festività natalizie.
Si tratta di un risultato per il quale il Ministro Terzi e il Ministro Di Paola si sono adoperati con vigore sotto chiare istruzioni del Presidente del Consiglio Monti, e che dà prova dell'azione ininterrotta che il Governo italiano sta sviluppando sul caso fin dal suo inizio, non solo in India, ma anche in tutti i competenti fori multilaterali.
È con grande sollievo quindi che il Governo ha accolto questa positiva notizia, che manifesta la sensibilità indiana per le tradizioni ed i valori più sentiti del popolo italiano, legati alle festività del Natale.
Siamo confortati ed incoraggiati dal fatto che non sono solo i marò e le loro famiglie a darci atto di questo risultato - da ultimo con le loro dichiarazioni a commento della notizia dell'ottenuta licenza - ma la grande maggioranza dell'opinione pubblica italiana che continua a sostenere l'azione del Governo in modo responsabile e costruttivo.
Restano comunque contestualmente aggiornate specifiche analisi politico-giuridiche per ogni possibile scenario successivo alla sentenza, anche nella malaugurata ipotesi di una pronuncia a noi avversa.
È fondata d'altro canto l'aspettativa che il sistema giuridico indiano infine riconosca la primazia dei principi dell'ordinamento internazionale, circostanza che porterebbe la sentenza verso una sola direzione: quella a noi favorevole.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.