ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18693

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 723 del 26/11/2012
Firmatari
Primo firmatario: REGUZZONI MARCO GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 23/11/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 23/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18693
presentata da
MARCO GIOVANNI REGUZZONI
lunedì 26 novembre 2012, seduta n.723

REGUZZONI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

in comune di Varese esistono numerosi edifici storici, ville e palazzi che recano una testimonianza artistica, culturale e architettonica di pregio, molte volte unica al mondo e di straordinaria originalità, tra i quali:

palazzo Estense. Destinazione d'uso attuale: municipio. È una Villa fatta erigere da Francesco III d'Este, duca di Modena, nella seconda metà del secolo XVIII, su edifici preesistenti di proprietà del commerciante Orrigoni. Fra i progettisti figura Giuseppe Antonio Bianchi. Realizzata in tempi brevi come reggia estiva di un sovrano dal regno limitato ed effimero, presenta nelle sue parti esterne un carattere di monumentalità adatta alla funzione di edificio di rappresentanza, nel quale realizzare riunioni di folla, entrate solenni di visitatori principeschi, secondo un criterio di facile suggestione. Il palazzo può essere pertanto letto come l'elemento scenografico terminale del giardino, con il suo corpo centrale racchiuso tra le ampie ed articolate ali, nel quale il porticato sottostante ha funzione di filtro tra lo spazio della strada e quello del cortile. Altrettanto ben realizzata è la successione di immagini che riceve il visitatore al suo ingresso, che, attraverso il portale che immette nel porticato centrale, guidato dalle linee di fuga dei corpi di fabbrica laterali, culmina nella visione del monumentale giardino disposto ad anfiteatro. Questo, la cui realizzazione comportò la trasformazione di un intero colle, si articola attraverso una serie di rampe e terrazzamenti per concludersi con un belvedere panoramico. L'intenzione di enfatizzare e privilegiare la fruizione degli spazi esterni risulta chiara dalla lettura degli ambienti interni e più intimi della casa, che partecipano solo per via indiretta alla composizione generale del palazzo. La vita interna della villa ha infatti un'altra serie di svolgimenti, che si dipartono da un'asse ortogonale a quello del giardino, percorso rappresentato al piano terreno da un lungo corridoio che disimpegna le scale ed i cortili minori, sui quali si affacciano ambienti di rappresentanza e servizi. Il «Salone Estense» rappresenta l'ambiente più caratterizzato per la fantasiosa struttura e per gli affreschi, brillante creazione del Settecento lombardo. Al primo piano, nel corpo centrale, posto tra gli appartamenti del duca e quello della nipote Beatrice, si trova il pregevole salone da ballo con balconata sui lati finestrati, che occupa due piani in altezza;

villa Bellotti Baroggi. Edificio signorile della prima meta dell'ottocento, ha subito col tempo suddivisioni e modifiche, pur mantenendo ancora un impianto unitario. Il parco, di notevoli dimensioni, riveste un grande valore ambientale, anche per la vicinanza con i giardini estensi e per la sua posizione nel centro della città. Disegnato all'inglese, è costituito da una vasta area a prato e da alberature di pregio, alcune delle quali secolari;

villa Mirabello. La proprietà è del comune di Varese. Destinazione d'uso attuale: musei civici. Testimonianze risalenti al 1725 rilevano l'esistenza di un edificio in tale località. La forma attuale della villa e del parco circostante è quella progettata dall'architetto Clericetti, nel 1840 circa, in stile inglese, dove gli ambienti a piano terreno sono a diretto contatto con il giardino esterno. Le serre, addossate ad una delle ali principali della casa, non costituiscono elemento di servizio, ma ideale continuazione del giardino e della villa. Il parco costituisce un'unità paesistica con quello del palazzo estense;

villa Dandole Oppliger. La costruzione della villa, in stile neoclassico con forme semplici e modeste, è databile intorno al 1810. Sorta sul luogo già di proprietà delle monache di San Martino, il progetto con tutta probabilità fu realizzato dall'architetto L. Pollak. I rapporti ambientali sono stati in parte modificati dalla riduzione del parco, che arrivava un tempo fino all'attuale viale Dandolo, ma rimangono pressoché immutati verso via Walder, su cui prospetta con un'austera facciata a bugnato e lesene. Da tale lato avveniva l'ingresso alla villa, in corrispondenza del quale venne creato uno slargo ad esedra per permettere la sosta e il giro delle carrozze nonché una migliore veduta dell'edificio;

villa Zoppelli Sala. Edificio antecedente il 1875, è stato sopraelevato di un piano tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. L'architettura della villa segue la rigida tipologia ottocentesca, con fregi di un certo valore sulla facciata. All'interno stucchi ed affreschi arricchiscono il complesso, dotato anche di piccolo giardino;

albergo XX secolo, Grand Hotel Palace. Grandioso edificio costruito nel 1912 su progetto di Giuseppe Sommaruga, esempio emblematico della fervida stagione dell'architettura liberty a Varese. Belli i ferri battuti e l'apparato decorativo con colonne binate. All'interno notevoli lo scalone e gli stucchi che decorano le sale da pranzo;

in località Biumo Inferiore, villa Mozzoni. Edificio ampiamente rimaneggiato, di cui restano evidenti alcune soluzioni architettoniche originarie quali lo schema planimetrico e parte del porticato all'interno del cortile;

in località Biumo Inferiore, villa Orrigoni Litta. La proprietà è della parrocchia di Biumo Inferiore. Destinazione d'uso attuale: oratorio. Durante il Settecento questo palazzo, prima della villa Menafoglio e di palazzo Estense, costituì la prima dimora signorile di rappresentanza nella città di Varese. Poche testimonianze rimangono dell'originaria struttura, se non l'impianto architettonico che conserva attualmente, cioè con corpo di fabbrica ad U rivolto ed aperto verso la chiesa di San Pietro e diaframmato rispetto alla strada dal porticato con telamoni. L'intervento di Simone Cantoni, all'inizio dell'Ottocento, si limitò alla struttura delle facciate sul cortile, risolte secondo la moda neoclassica. Deleteria fu invece la massiccia trasformazione degli ambienti interni, della cui ricchezza non rimane più traccia, come pure del grande parco a monte;

in località Biumo Inferiore, Villa Kevenhueller Ponti. Destinazione d'uso attuale: residenza. Struttura di impronta neoclassica, fu edificata, secondo i cronisti, nel 1881 sul luogo del convento di Santa Teresa, di cui forse conserva l'andamento planimetrico irregolare. La casa domina la città da un poggio con giardino verso nord, sul colle di Biumo, dal quale però l'edificio era separato da una strada. Su di essa venne eretta una facciata di tipo rappresentativo, piuttosto austera, con bugnato a piano terreno e semplice portale. La strada stessa, di fronte all'ingresso, ebbe uno slargo ad esedra, in asse. Dallo stretto portale un breve andito immette nel porticato centrale a tre campate, che disimpegna gli ambienti del palazzo, internamente rimaneggiati. Questa, che rappresenta la parte centrale della composizione, è leggibile nel prospetto dal balcone in ferro battuto, corrispondente al salone da ballo, e dal timpano triangolare, elemento comune alla facciate neoclassiche di Varese;

in località Biumo Inferiore, Villa Torelli Mylius. Un primo edificio di ridotte dimensioni esisteva già nella seconda metà del XVIII secolo. Detto edificio venne successivamente ampliato e trasformato nel 1808. La vera e propria villa è dovuta alla ricostruzione del 1902 realizzata dall'architetto Achille Majnoni d'Intignano. Si tratta di una villa eclettica costituita da due grossi corpi di fabbrica, disposti secondo un solo asse, uniti alla veranda e al salone con archi a tre campate. L'interesse paesistico supera largamente quello architettonico, poiché la casa si dispone su di un grande terrazzo, sostenuto da grotte e finte rocce, di fronte ad uno dei più vasti parchi realizzati in Varese, ricco di grandi alberi ed essenze pregiate;

in località Biumo Superiore, villa Biumi Redaelli. Destinazione d'uso attuale: casa di riposo «Maria Immacolata», suore cappuccine. Edificio già presente nelle tavole del catasto teresiano, è costituito da due blocchi a U uniti fra loro e costruiti in epoche diverse. In esso emergono i resti di torre romanica, a testimonianza dell'antica dimora fortificata. Verso settentrione, con vista sul Sacro Monte, si sviluppa il parco, aggiunto in epoca più tarda;

in località Biumo Superiore, villa Mozzoni. L'edificio si presenta raccolto attorno al cortile porticato, il cui lato meridionale è aperto e da su un cortile d'ingresso delimitato ai lati da due ali minori, forse dovute ad aggiunte posteriori, che si richiudono leggermente verso il cancello d'ingresso. Alla funzione scenica di questa disposizione concorrono altri elementi, quali la differenza di quota tra i piani dei cortili, raccordati da un piccolo scalone e inframmezzati da colonne binate e balaustre, e la fuga dei colonnati sui lati del cortile, il cui fondale è costituito da una ripetizione del partito di facciata. Tutti gli spazi della casa gravitano sul cortile porticato, nel quale confluisce anche lo scalone d'onore il giardino presenta il solito parterre a contatto con la casa, in origine all'italiana, mentre il resto del declivio, confinante con il bosco di castani, è stato realizzato all'inglese e conserva tale carattere;

in località Biumo Superiore, villa Menafoglio Litta Panza Proprietà: FAI. La villa, costruita attorno alla meta del XVIII secolo, sorse su edifici preesistenti di origine rurale. Residenza settecentesca, si presenta con struttura ad U aperta verso il giardino, il cui cortile è concepito come fondale scenografico al parco. Ad accentuare la funzione scenica concorre il piccolo porticato a tre fornici che collega le estremità delle ali ed è percorribile nella parte superiore. Esso, chiuso da cancelli e coronato da raffinate balconate in ferro, ha la funzione di delimitare il cortile, sul quale si imposta l'asse principale del giardino, sottolineata dal centrale, dalla fontana e dalle aiuole posti sulla spianata di sud-ovest, tenuta ancora all'italiana. Nei primi dell'Ottocento, la villa venne ampliata con l'aggiunta del grande salone neoclassico verso Est, lato verso cui si affacciano anche i preesistenti locali di rappresentanza della villa;

in località Biumo Superiore, villa Orrigoni Tenca Guicciardi, detta «Torre piatta». L'attuale edificio conserva la struttura semplice dell'originario edificio, sorto all'inizio del Settecento. Poche aggiunte posteriori testimoniano le richieste del mutare del gusto e dei costumi, quali il piccolo portico d'ingresso sul lato meridionale ed alcuni cambiamenti nelle sale, di non grandi dimensioni. Il parco si sviluppa declinando verso ovest e riveste un notevole interesse paesaggistico;

in località Biumo Superiore, villa Ramponi Ponti. Un massiccio intervento fra Settecento ed Ottocento, ridusse a forme neoclassiche le più antiche case esistenti: si arrivo così ad identificare un lungo corpo di fabbrica con una fronte verso il parco, orientata ad est. Una lunga rampa, formata da un rilievo del terreno, consente l'accesso al primo piano dell'edificio. Tale rampa caratterizza la conformazione del parco, che scende lentamente verso valle, confondendosi da una parte con il parco Mozzoni, dall'altra con le aree un tempo del parco Orrigoni ed infine a sud con il parco Ponti. La villa è stata profondamente restaurata nel suo interno allo scopo di creare un centro per accoglienza e congressi di grande capacita ricettiva;

in località Biumo Superiore, Villa San Francesco. La villa sorge sul luogo dove anticamente esistevano il convento e la chiesa di S. Francesco, soppressi da Giuseppe II nel 1786. Nel 1810 la proprietà fu acquistata dal conte Giorgio Clerici che inizio la sistemazione della villa, conclusa nel 1816. È difficile ricercare, sulla base dell'attuale sistemazione, le tracce dell'antico edificio. La villa, realizzata in forme neoclassiche, presenta un'anomala distribuzione dei corpi di fabbrica: ciò lascia supporre che i costruttori si siano ispirati, se non addirittura abbiano fatto ricorso, a fondazioni e mura del convento, escludendo del tutto la chiesa, di cui non si conserva traccia. Esternamente la facciata neoclassica presenta un corpo centrale suddiviso in tre campate, scandite da lesene e sormontate da un timpano fiancheggiato da due corpi minori. Alle spalle si svolge il cortile interno, porticato su tre lati e disimpegnato da due ingressi, che definiscono un asse tangente al corpo di fabbrica che comprende la facciata. Il giardino all'inglese rappresentò la prima realizzazione del genere in Varese: alla sua costruzione pare abbia contribuito il Villoresi, attivo nel parco reale di Monza. Esso rappresenta un'ottima cornice alla struttura neoclassica della villa, con la quale si raccorda attraverso scalinate, balaustre e statue di tipo ancora settecentesco;

in località Biumo Superiore, Villa Aletti. Di grande importanza per l'aspetto ambientale, la villa presenta una pianta quadrata e ambienti che si svolgono attorno al grande atrio ed allo scalone centrale. Realizzata in forme eclettiche, con un'architettura molto semplice, l'edificio è inserito in un parco che completa, assieme a quello attiguo della villa Carmine Pirinoli, la grande fascia verde che abbraccia il colle di Biumo Superiore, con vista sui colli di Sant'Ambrogio e Velate, sui pendii del Sacro Monte e del Campo dei Fiori;

in località Biumo Superiore, Villa Pirinoli. Villa edificata nelle seconda metà dell'Ottocento, in sostituzione di un altro edificio di origine rurale, ha subito alcune trasformazioni all'inizio del Novecento. La pianta rettangolare e le forme rigide della facciata riprendono i canoni costruttivi ottocenteschi, in assenza però di particolari elementi architettonici. Interessante il parco annesso, sia per la sua estensione, che per la qualità ambientale del luogo;

in località Biumo Superiore, villa Ponti. Destinazione d'uso attuale: camera di commercio. La realizzazione dell'opera avvenne con il sacrificio «di una precedente villa attribuita al Pollak, di cui non rimangono precise testimonianze. Promotore di tale intervento fu Andrea Ponti, industriale cotoniero, che affido la progettazione nel 1858 all'architetto milanese Luigi Balzaretto. I lavori procedettero a rilento a causa degli avvenimenti politici legati all'unità d'Italia: il corpo centrale della villa venne terminato nel 1870, mentre le due ali in ferro destinate a serra non furono attuate se non nelle fondazioni; la villa si presenta oggi come un rigido parallelepipedo, con facciate di vaga reminiscenza veneta, proporzionate con l'intento di stupire l'osservatore. Lo stesso metodo di esaltazione monumentale per mezzo di elementi architettonici tradizionali, ingranditi ed esaltati nelle proporzioni, è applicato negli spazi interni, costituiti da una serie di ambienti bloccati attorno al grandioso atrio ottagonale, che li disimpegna attraverso scale e gallerie. Esso occupa l'altezza di due piani e termina con una cupola forata da una lanterna che, arrivando fino alla copertura, costituisce l'unica fonte, di luce per l'ambiente. Le sale, complementari allo spazio centrale, presentano raffinate decorazioni a stucco, soffitti con lunette, pregevoli elementi fissi di arredamento, quali porte, zoccoli intagliati, lampade e mobili. Molto noti gli affreschi di Giuseppe Bertini nel salone, la tela del Focosi e le statue in bronzo del Tabacchi. Il grande parco all'inglese, progettato dallo stesso Balzaretto con grande prato in leggero declivio contornato da conifere, si configura con la funzione di esaltare l'aspetto monumentale della villa. Interessante, fra gli edifici rustici posti presso l'ingresso principale, la scuderia con pilastri e volte;

in località Bizzozero, Villa Trecati. Destinazione d'uso attuale: sede dell'oratorio parrocchiale di Bizzozero. L'edificio, che era nel Settecento un'elegante dimora signorile, ha in parte perso i segni caratteristici del passato a causa di interventi e ristrutturazioni avvenute nel tempo. Nel cortile interno, oggi trasformato in piccolo campo sportivo, sono visibili lungo il muro di cinta, alcuni emicicli appartenuti al giardino all'italiana, scomparso ormai da tempo. All'interno sopravvivono ancora grandi spazi abitativi, con soffitti a cassettoni, fregi e dipinti alle pareti;

in località Bizzozero, villa Novella. La villa, costruita attorno agli anni venti, è inserita in un contesto rurale preesistente, nel quale tuttora si svolge attività agricola;

in località Bosto, villa De Cristoforis S. Pedrino. Villa costruita intorno alla seconda metà del XVIII secolo utilizzando una preesistente cascina che includeva la chiesetta di origine romanica di S. Pedrino, come da notizie tratte dai resoconti delle visite pastorali di S. Carlo Borromeo. La casa è molto semplicemente costituita da un corpo di fabbrica ad L, di cui il lato a nord guarda verso Varese, quello sud verso il lago in posizione panoramica privilegiata. Un accenno di porticato esiste nel corpo sud, in corrispondenza del salone da ballo; questo è realizzato su due piani, con ballatoio perimetrale, ferri battuti e stucchi, ad imitazione di quello di palazzo Estense. All'ingresso, sul lato meridionale, fa capo il lunghissimo viale che da Varese conduce alla villa, oggi in parte reso strada pubblica. Il giardino è attualmente molto vasto e ordinato all'inglese, della sua antica struttura si conserva solo il viale d'ingresso e probabilmente il parterre panoramico ad ovest, appena fuori dagli ambienti di soggiorno;

in località Bosto, villa Esengrini Montalbano. Edificio progettato verso la meta dell'Ottocento in stile neoclassico dall'architetto Alemagna, ha subito successivamente l'aggiunta di un piano. Situato sulla sommità del colle di Bosto, è circondato da un parco, un tempo di più vaste dimensioni, e gode di vedute panoramiche sul Lago di Varese e catena del Rosa;

in località Bosto, cascina Gaggiano. Edificio antecedente il 1875, di origine rurale e di notevoli dimensioni, è stato trasformato successivamente in residenza signorile con parco. Questo, un tempo di maggiore estensione, ha oggi dimensioni ridotte;

in località Campo dei Fiori, complesso turistico Grand Hotel, ristorante, stazione della funicolare, attualmente in stato d'abbandono. Nel periodo di massimo splendore turistico dell'area varesina, nell'ambito delle ambiziose realizzazioni che avrebbero dovuto rilanciare in campo internazionale le località di soggiorno della zona, Giuseppe Sommaruga, fra il 1907 e il 1912, realizzò in stile liberty un grande complesso ricettivo, costituito da Grand Hotel, ristorante e stazione della funicolare. L'impianto planimetrico dell'albergo consiste di un corpo centrale proteso verso valle e due ali asimmetriche a livelli sfalsati. Esso si qualifica per l'invenzione dei due possenti arconi che reggono la hall, dove compaiono i più peculiari soggetti decorativi di Sommaruga. Poco oltre sorge il corpo del ristorante, raffinato esercizio distributivo di volumi e aperture, giocate sulla dimensione panoramica. La stazione della funicolare, posta poco lontano dal Grand Hotel, era collegata con il capolinea della tranvia Varese-Prima Cappella-Vellone;

in località Cartabbia, Villa S. Cristoforo Beltrami. Edificio realizzato prima del 1875, è composto da un corpo ad L e da altri edifici con destinazione non residenziale. Di notevole interesse ed estensione è il parco circostante, che si sviluppa in leggere declivio verso sud-ovest;

in località Casbeno, villa Recalcati, sede della provincia di Varese. Già citata nel 1682, la casa ha un impianto settecentesco a cui sono state apportate una serie di trasformazioni di carattere funzionale. Nell'Ottocento, come risulta dalle cartografie storiche, si susseguirono continui rifacimenti ed aggiunte, dovute soprattutto ai cambiamenti di proprietà. Struttura ad U rivolta ad abbracciare uno spazio pubblico, presenta un cortile d'onore il cui asse ottico si prolunga nello stradone antistante. Dallo spazio pubblico si passa, attraverso un primo cancello, in un giardino, la cui parete di fondo è costituita dal colonnato di chiusura del cortile. Filtrando attraverso questo elemento il cortile stesso si articola in due sezioni successive, dapprima fra due ali parallele, quindi divergenti, sino ad innestarsi sulla parete di fondo che, nella parte centrale, ripropone il porticato, ora mascherato da una veranda ottocentesca. Nel 1874 l'edificio venne trasformato in albergo, con il nome di Grand Hotel Excelsior, e svolse la sua attività fino al 1931, quando divenne sede dell'amministrazione provinciale. Fu proprio l'istituzione del grande albergo che rese necessari ampliamenti, ammodernamenti e trasformazioni, corrispondenti al gusto dell'epoca. La volumetria fu alterata con il sopralzo di parte dei corpo di fabbrica del cortile d'onore, con un ampliamento verso nord-ovest, che costrinse ad una completa ristrutturazione della facciata verso il giardino, e con altri interventi sulle ali minori. Molte trasformazioni sono inoltre state attuate nei locali interni, di cui l'unico ambiente intatto rimane la sala centrale della più antica struttura, in forme neoclassiche, con le salette che la fiancheggiano. Il parco annesso, un tempo più vasto ed oggi riaperto al pubblico dopo decenni di incuria, è di grande valore ambientale, anche per la presenza di piante secolari;

in località Careno, villa Molinari Craven Seyssel D'Aix. La villa presenta il volume estremamente compatto di un rigoroso parallelepipedo, nel quale solo gli elementi di copertura introducono un moderato disordine. Posta sulla parte più alta del terreno occupato, in un punto panoramico, non presenta un legame costruito con il giardino. Il contatto della villa con la parte monumentale del parco, avviene infatti su di un lato minore della casa. L'interno è caratterizzato dal salone d'onore a doppia altezza, analogo a quello di palazzo Estense, attorno al quale si organizzano le sale a piano terreno, decorate con stucchi e fornite di mobili di ottima fattura. Una balconata, che si svolge sui quattro lati del salone, disimpegna i locali al piano superiore;

in località Casbeno, villa Barbò Strada Leonino, «La Quiete». Destinazione d'uso attuale: casa di cura. Costruita verso la meta dell'Ottocento in forme eclettiche, la villa venne ampliata nel primi anni del Novecento con il concorso dell'architetto varesino Torelli. L'interesse maggiore che conserva la villa, molto trasformata nelle strutture architettoniche, è nella situazione ambientale, che le permette di occupare l'intera cima di un colle, quasi per intero sistemato a parco e confinante con altri parchi grandiosi, quali il parco Craven e quello dell'Hotel Excelsior, in posizione panoramica che consente vedute sia sul lago di Varese che verso la città e i colli circostanti;

in località Giubiano, villa Albuzzi Tamagno la proprietà è dell'ospedale di Varese. Villa costruita nella prima metà del diciottesimo secolo, presenta oggi una veste architettonica che nulla richiama il tardo Barocco lombardo. La prima grossa trasformazione avvenne tra il 1837 e il 1841. Da questo intervento la villa ricevette la definitiva struttura ad U e la qualificazione stilistica in forme tardo neoclassiche, con una loggia centrale con colonnato su doppio ordine reggente una balaustra piatta. Teatro di scontri fra le truppe francesi e garibaldine nel 1859 e sede del quartiere generale del generale Urban, venne completamente ristrutturata negli ambienti interni verso la fine del secolo dai Tamagno. Tali interventi vennero integrati con il rifacimento pressoché totale della facciata posteriore, l'ampliamento del vano destinato allo scalone e la costruzione di un'ala destinata a teatro privato, in forme eclettiche di ispirazione vagamente rinascimentale. Di tutti gli ambienti trasformati, lo scalone romantico è senza dubbio il più affascinante per i suoi effetti prospettici arditissimi. Al riordinamento dei Tamagno si deve anche la costruzione di una nuova cappella, in sostituzione di un oratorio più antico, e l'ordinamento del vasto parco all'inglese, con una lunga prospettiva che collega la villa alla strada per Varese;

in località Giubiano, villa Augusta. Edificio costruito alla fine dell'Ottocento in forme semplici, fu in seguito donato all'ospedale di circolo di Varese. Il piccolo parco è aperto al pubblico;

in località Masnago, villa Frigerio Bethlem Tosi, «Al Nonaro». Antico edificio residenziale con funzione agricola, venne trasformato in villa agli inizi del Settecento, quindi ampiamente rimaneggiato. Oggi si presenta con una disposizione ad U dei corpi di fabbrica, dei quali l'ala Sud-Ovest rappresenta il tentativo, operato recentemente dagli architetti Alemagna e Bagatti Valsecchi, di realizzare un prospetto monumentale verso il rinnovato giardino all'inglese. La parte restante dell'edificio, quella più antica con disposizione ad L, è costituita da un corpo a due piani, con porticato sul lato est. La saldatura delle due ali avviene per mezzo di un piccolo scalone, con parapetto in forme settecentesche, che disimpegna tanto i loggiati dell'ala est, quanto una lunga galleria nel corpo centrale, che collega gli ambienti sia al piano terreno che al primo. Il parco, originaria tenuta agricola, si stende a valle e a monte con vedute panoramiche di grande interesse;

in località Masnago, Villa Baragiola. La villa fu costruita in forme eclettiche nelle prima metà dell'Ottocento. Essa era costituita da un edificio a pianta pressoché quadrata, con belle sale disposte attorno al vano centrale della scala. Il salone d'onore prospettava sul giardino attraverso una triplice apertura. La parte più interessante della villa era rappresentata però dal parco all'inglese, dotato di lago artificiale, berceaux, spianate e lunga scalinata prospettica su modello di Villa Cicogna a Bisuschio. Nel vasto parco il Baragiola inaugurò nel 1895, uno dei primi ippodromi italiani. Attorno al 1930 la villa venne trasformata secondo schemi compositivi eclettici. La destinazione a Seminario del 1941 ha modificato ulteriormente la struttura del complesso, con sopralzi, aggiunte e nuovi corpi di fabbrica che hanno modificato profondamente l'immagine dell'intero complesso;

in località Masnago, villa Bernocchi. La villa è stata edificata nei primi decenni del secolo su un sedime precedente e progettata dall'architetto Fraguglia in stile eclettico. Nell'edificio, di notevoli dimensioni, spiccano gli elementi architettonici presenti nella facciata e i particolari decorativi che rendono degno di nota complesso;

in località Masnago, villa Cinquepalmi. Edificio di ispirazione neoclassica, caratterizzato da un lungo porticato con terrazza, gode di vedute panoramiche verso il lago di Varese;

in località Masnago, villa XX secolo Giulini «Orchidea». Villa di impianto compositivo semplice, si sviluppa in altezza con volumi articolati a più piani e coperture a due falde molto spioventi. Evidenti alcune reminiscenze dell'architettura nordeuropea. Di notevole interesse è il parco, disposto su un declivio, con vedute verso il lago e la catena del Monte Rosa;

in località Masnago, villa Ravelli. La villa, databile attorno ai primi anni del secolo, ha le caratteristiche forme compositive della dimora ottocentesca per villeggiatura. Di semplice impianto, utilizza nelle facciate diversificati materiali per evidenziare i vari corpi di fabbrica con le rispettive funzioni interne. La struttura è inserita in un parco di notevoli dimensioni e di grande valore ambientale;

in località Miogni Inferiori, villa Carmen Sylva. La villa rappresenta un curioso omaggio alla regina di Romania, realizzata nel 1900 dall'ingegnere romeno Oscar Maucsk, che si ispirò alla forme del castello di Peles Sinaia in Valacchia. Edificio dotato di due torri con copertura piramidale a pinnacoli in lamiera di piombo, dalle quali si può godere un bel panorama. L'assetto distributivo è molto vicino a quello dell'eclettismo lombardo dell'epoca;

in località Sant'Ambrogio, villa Battistoni Calcaterra. La villa, in stile eclettico, è stata costruita sul sedime di vecchi fabbricati di origine rurale. Essa è a pianta rettangolare con elegante disegno delle facciate, arricchite da fregi pittorici nella fascia del sottogronda. Il parco circostante è ricco di piante di specie diverse;

in località S. Ambrogio, villa Bassanini. È il tipico esempio di dimora realizzata per la residenza estiva. Semplice nelle forme architettoniche, si distingue per il grande terrazzo-ingresso posto sulla facciata sud. All'interno sono presenti affreschi e decorazioni floreali alle pareti e sul soffitto;

in località S. Ambrogio, villa Parravicini. Edificio con evidenti richiami allo Stile eclettico, è localizzato lungo la vecchia strada che porta alle pendici del Sacro Monte. L'architettura della villa, con porticato-loggiato angolare d'ingresso, è arricchita dagli elementi che decorano la facciata: colonne binate, ferri battuti e modanature. Di grande interesse il contesto paesaggistico circostante;

in località S. Ambrogio, villa Margherita. Edificio compatto nell'impianto volumetrico, da cui emerge la tradizionale torretta belvedere, molto elevata rispetto alla struttura stessa. La facciata è caratterizzata dall'accostamento di differenti materiali, quali il bugnato per il basamento e l'intonaco alternato al laterizio per gli alzati. Di un certo interesse il disegno delle cornici che racchiudono le finestre. Il parco è di notevoli dimensioni;

in località S. Ambrogio, villa Bollani. La villa e uno degli esempi più significativi del liberty varesino. Sorge su un terreno in pendio e presenta una struttura articolata nell'impianto volumetrico, caratterizzato dalla tradizionale torretta belvedere. Di notevole interesse l'elegante apparato decorativo delle facciate;

in località S. Ambrogio, villa Podreider. L'edificio ricalca l'impianto compositivo delle ville liberty varesine, con torretta belvedere posta in primo piano. Ancora legato alla tipologia del villino eclettico ottocentesco, mostra riferimenti liberty in alcune soluzioni architettoniche delle aperture e soprattutto nell'apparato decorativo della facciata a motivi floreali e nei ferri battuti. La fascia marcapiano e quella decorata del sottogronda arricchiscono il complesso;

in località S. Ambrogio villa XX secolo. Sacchi Testa Rusconi. Edificio progettato intorno agli anni venti in forme eclettiche, riconducibili a disegni rinascimentali, sorge lungo le pendici del Sacro Monte. Circondato da un notevole parco di impostazione romantica, riveste grande interesse ambientale;

in località S. Ambrogio, Villa e parco Toeplitz. Destinazione d'uso attuale: parco pubblico. Edificio costruito nei primi decenni del secolo come residenza estiva, venne realizzato in stile eclettico, caratterizzato dalla ricercata cura del disegno di alcuni elementi di facciata e dalla presenza della torre osservatorio. Di grande interesse il parco, importante sia per estensione che per la sua ricercata impostazione, frutto del progetto dello studio parigino Collin-Adam, datato 1927. Attualmente esso è destinato a parco pubblico;

in località S. Maria del Monte, Villa Pogliaghi. La struttura è un esempio esasperato di edificio realizzato in forme eclettiche, composto fra il 1890 e il 1910. Si tratta dell'unica opera architettonica realizzata dallo scultore e decoratore Ludovico Pogliaghi che la concepì come propria residenza estiva. La villa, costruita su un giardino roccioso all'inglese, ingloba svariati reperti archeologici e un frammento del portico dello smembrato Lazzaretto di Milano, pezzo d'obbligo in queste architetture ispirate all'attività dei fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi;

in località S. Maria del Monte, Villa Agosteo. Edificata nel 1911 in stile liberty, si distingue per la copertura a falde spioventi sostenute da travi in legno. Le aperture ellittiche della facciata principale, dal disegno particolarmente ricercato e con vistosa decorazione in ceramica, la rendono particolarmente interessante dal punto di vista architettonico;

in località S. Maria del Monte, Villa Mercurio. La villa ricalca in tutte le sue forme i criteri costruttivi tipici delle residenze liberty costruite alle pendici del Sacro Monte. La pianta asimmetrica si sviluppa in altezza su vari livelli ed è caratterizzata dalla copertura in parte molto spiovente. L'utilizzo differenziato dei materiali di facciata e la grande attenzione per le rifiniture rendono l'edificio interessante;

in località S. Maria del Monte. Villa de Grandi «Il Rifugio». Edificio databile fra il 1912 e il 1913, è accostabile stilisticamente alle ville Edera e Mercurio, tutte di ispirazione sommarughiana. L'impianto asimmetrico dei volumi termina con la coperture spiovente disposta su diversi livelli, elemento che caratterizza tutto il complesso. Le facciate sono un alternarsi di pietra, laterizio ed intonaco, con alcuni elementi decorativi floreali che rendono l'edificio particolarmente interessante. Di notevole pregio i ferri battuti del cancello d'ingresso;

in località S. Maria del Monte, villa Savina Armiraglio. Edificio realizzato in diverse riprese, a partire dal 1913, ha subito notevoli rimaneggiamenti rispetto al progetto originale. Interessanti facciate costituite da aperture con forme differenziate e caratterizzate dall'alternarsi di diversi materiali. Sorto a ridosso del nucleo storico di S. Maria del Monte, la villa riveste grande valore ambientale;

in località Valle Olona, villa Fachini. Edificio trasformato nell'Ottocento in villa signorile, con chiusura del cortile interno mediante un porticato terrazzato e aperto verso nord, mantiene interessanti soluzioni architettoniche. Di grande valore la sistemazione ambientale del parco, che domina la valle dell'Olona, disegnato in parte all'italiana e in parte all'inglese;

in località Velate, villa Bianchi Piatti Clerici. L'edificio ebbe origine come casa-forte, ampliata e trasformata in residenza signorile nei secoli XVI-XVII, quindi in villa con giardino all'inglese. Le diverse fasi di intervento sono chiaramente leggibili nella struttura del complesso, la cui parte centrale è costituita dal cortile attorniato da corpi di fabbrica disposti ad U con porticato, frutto della trasformazione seicentesca. All'estremità dell'ala di ponente rimangono la torre e parte dell'edificio medievale, mentre l'ala di levante comunica con il cortile minore e con i rustici. Il piccolo giardino, in continuità con il cortile, conserva un coperchio di sarcofago medievale;

in località Velate, villa Giulini. Edificio trasformato e ristrutturato nel tempo, è costituito da un'ala nobile rivolta a nord e, verso ovest, da una porzione di edificio con destinazione non residenziale. Il parco circostante, di dimensioni contenute, offre vedute panoramiche verso il Sacro Monte e il Campo dei Fiori;

in località Velate, villa Longoni Bortoluzzi. Edificio presente nelle tavole del catasto teresiano, ha subito ampliamenti e rimaneggiamenti successivi. Costituita originariamente da un solo corpo principale nobile, la villa è stata successivamente integrata con l'aggiunta dell'ala est. Il lato sud della struttura principale della villa risultava in origine totalmente porticato e a diretto contatto con il giardino. La successiva chiusura parziale di tale portico ha permesso la fruibilità di nuovi locali abitativi;

in località Velate, villa Stringher. La villa nasce da un piccolo nucleo rurale settecentesco. Inizialmente di piccole dimensioni, con l'aggiunta della parte verso ovest, avvenuta nei primi anni del Novecento, il complesso ha assunto l'attuale configurazione. Di notevole interesse e valore ambientale il parco circostante, collegato a quello di villa Zambeletti;

in località Velate, villa Bellini. L'edificio è costituito da un corpo principale cui sono aggregati elementi rurali. La villa, grazie alla particolare posizione dominante gode di un notevole punto panoramico;

in località Velate, villa Cava. La villa, edificata nei primi anni del secolo, è strutturata in modo semplice e si distingue per il ricco apparato decorativo della facciata. Elemento dominante è il mattone a vista; sono presenti anche interessanti graffiti che decorano il piccolo corpo sporgente posto a sud, strutturato con verande a loggia;

in località Velate, villa XX secolo Bernasconi Dubini. Tipico edificio destinato alla villeggiatura, sorge in posizione dominante alle pendici del Sacro Monte;

in località Velate, villa Edera. Edificio progettato e realizzato forse dall'architetto Sommaruga nel 1912, fa parte del vasto complesso delle ville del Campo dei Fiori. Interessante l'apparato architettonico, con il gioco dei volumi e la copertura articolata a diversi livelli di imposta. L'utilizzo differenziato dei materiali che compongono la facciata, come la pietra, il laterizio e l'intonaco, caratterizzano questa struttura;

in località Velate, villa e parco Zambeletti. Situato in posizione dominante all'interno di un parco di notevoli dimensioni e di grande valore ambientale, l'edificio, progettato dall'architetto Caravati, è stato ultimato nel 1905. Presenta forme eclettiche con utilizzo del cotto a vista, secondo lo stile cosiddetto «lombardo». Il parco è di ispirazione romantica e comprende anche parti costruite secondo una rigorosa scenografia. Sono inoltre presenti essenze arboree di pregio, fra le quali numerose sequoie. Nell'area della villa si trovano resti di torri e fortificazioni romane;

molti di detti edifici sono perfettamente conservati, altri sono stati recuperati a destinazioni diverse dalle originarie, mentre altri sopravvivono solo in parte o in stato fatiscente oppure - per fortuna in casi rari - solo attraverso un patrimonio documentale -:

se e come il Governo intenda favorire la conservazione e/o il recupero degli edifici e dei documenti sopra elencati, favorendone la fruizione al pubblico ovvero la prosecuzione di attività produttive o manifatturiere;

se ed in che modo il Governo intenda, per quanto di competenza, valorizzare detto poderoso patrimonio culturale, artistico e architettonico ai fini culturali e turistici, favorendone quando possibile la fruizione al pubblico, anche ai fini turistici. (4-18693)