ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18246

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 707 del 23/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: PISICCHIO PINO
Gruppo: MISTO-ALLEANZA PER L'ITALIA
Data firma: 23/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18246
presentata da
PINO PISICCHIO
martedì 23 ottobre 2012, seduta n.707

PISICCHIO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

pur essendo la materia sanitaria devoluta alla competenza delle regioni, resterebbe, tuttavia, conferita alla potestà statale, ex articolo 117 lettera m), della Costituzione, la determinazione dei «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale»;

alla stregua della citata previsione, pertanto, viene chiamato in causa anche il diritto alla salute, posto in capo ad ogni individuo e dell'intera collettività, alla stregua dell'articolo 32 della Costituzione, diritto «sociale» per eccellenza;

allorquando, pertanto, i livelli essenziali delle prestazioni concernente il diritto sociale alla salute non sono adeguatamente garantiti, è necessario che l'autorità sovraordinata a quella regionale possa intervenire per ripristinare le condizioni di ottimale fruibilità da parte del cittadino, pur nel necessario rispetto dell'autonomia regionale;

il caso del preoccupante e sistematico depauperamento di un nosocomio di riferimento regionale ed extraregionale, come il «Di Venere» di Carbonara di Bari, sta determinando un allarme nel vasto bacino di riferimento;

il «Di Venere», infatti, ha visto realizzarsi, a partire dal 2003, l'assunzione di scelte che sembrano orientate alla demolizione della sua eccellenza con una progressione di interventi che apparirebbe frutto di una strategia volta al suo smembramento;

infatti, nel 2003 viene dichiarata la chiusura della medicina sociale, nel 2004 la delocalizzazione presso altro nosocomio in provincia di Bari, dei reparti di geriatria e psichiatria, nel 2012 si realizza l'accorpamento forzoso di chirurgia d'urgenza e generale;

in questo stesso anno si ridimensiona il reparto di dermatologia; i reparti di ginecologia e di neurochirurgia, che pure garantiscono prestazioni assai importanti per numerosità e livelli di eccellenza, subiscono progressivi e continui ridimensionamenti nel numero di posti letto (ridotti ad un terzo per la ginecologia) e nelle risorse;

all'elenco dei reparti soppressi c'è anche da aggiungere quelli di fisiopatologia respiratoria e di pediatria, mentre si è inspiegabilmente annullato un concorso per il primariato di neuroradiologia (il cui vincitore, il dottor De Blasi, clinico di fama nazionale, è oggi primario nell'ospedale di Lugano, in Svizzera), impedendo così l'apertura del nuovo reparto;

nelle ultime settimane completano l'elenco delle «demolizioni» la chiusura del servizio trasfusionale (il primo nell'Italia centro-meridionale a combattere il mercato nero del sangue e a fare scuola della cultura della donazione gratuita, raggiungendo il traguardo dell'autosufficienza regionale), del laboratorio di analisi (da sempre all'avanguardia nel campo della diagnosi e delle indagini chimico-cliniche, in precedenza effettuate presso ospedali di altre regioni) e il servizio di anatomia patologica, unico in tutta la regione a fare diagnosi estemporanea ad interventi chirurgici ancora in corso;

come è possibile evincere dal lungo elenco appena svolto, e come la popolazione del vasto territorio servito dall'ospedale sta rappresentando attraverso petizioni alle autorità di governo locale, la preoccupazione per la scomparsa di un presidio come il Di Venere, non si lega ad una istanza sciovinistica volta solo a tutelare un simbolo della comunità. Una simile istanza, infatti, in una stagione in cui soprattutto nel settore sanitario gli sprechi e le duplicazioni sono all'ordine del giorno, sarebbe sicuramente da rigettare;

si tratta, invece, di evitare che una fascia importante della popolazione pugliese e non solo, venga privata della tutela costituzionalmente garantita alla salute, poiché nell'esercizio di scelte effettuato dal governo locale non sembrano tenuti nel dovuto conto criteri scientifici, demografici, qualitativi e quantitativi nell'esercitare opzioni in favore o contro alcune comunità, il quale fatto lascia supporre che la latitudine della discrezionalità politica diventi più ampia del necessario e del dovuto -:

quali urgenti interventi il Ministro interrogato intenda adottare, anche in considerazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, per garantire la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza nella regione Puglia, con specifico riferimento alla vicenda dell'ospedale Di Venere di Carbonara di Bari. (4-18246)