ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18216

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 707 del 23/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 23/10/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 23/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 23/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 23/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 23/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18216
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 23 ottobre 2012, seduta n.707

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto emerge dai sito www.greenreport.it, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha presentato il rapporto, redatto su incarico del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, «Il piombo nelle munizioni da caccia: problematiche e possibili soluzioni», curato da Alessandro Andreotti e Fabrizio Borghesi, che sottolinea: «La crescente evidenza della pericolosità di questo materiale per la salute e per l'ambiente negli ultimi decenni ha portato ad una serie di bandi volti a vietarne l'utilizzo in molti settori. Ad oggi sono stati introdotti divieti nella produzione delle benzine, delle vernici, dei giocattoli, delle tubazioni, delle leghe per saldature, dei pesi per l'equilibratura dei pneumatici, dei pesi da pesca. Da tempo in diversi Paesi occidentali è proibito anche l'utilizzo di munizionamento contenente piombo per la caccia nelle zone umide, dal momento che gli uccelli acquatici tendono a ingerire i pallini sparati che si depositano sul fondo degli stagni e delle paludi, rimanendone intossicati. In realtà, numerosi studi condotti in diversi contesti ambientali hanno dimostrato come l'utilizzo delle munizioni da caccia contenenti piombo possa avere effetti negativi su molte specie di animali terrestri, sull'ambiente e persino sulla salute umana»;

secondo i ricercatori la questione è stata inizialmente «affrontata per le implicazioni legate alla conservazione dell'avifauna delle zone umide, all'interno di una serie di iniziative condotte dall'Ispra per ottemperare agli obblighi dell'Italia derivanti dall'adesione ad un accordo internazionale per la conservazione degli uccelli acquatici (Aewa). Mentre si lavorava per approfondire questa problematica, nell'ambito delle attività condotte per la redazione del Piano d'azione nazionale per il Capovaccaio è emerso come l'uso del piombo nelle cartucce da caccia determini effetti negativi anche sulle popolazioni di avvoltoi e, più in generale, di numerosi uccelli rapaci; si è deciso pertanto di estendere il campo di indagine anche agli ecosistemi terrestri»;

la ricerca ha avuto risultati in gran parte inaspettati: «Numerose specie di uccelli sono esposte al rischio di avvelenamento da piombo, in seguito non solo dall'ingestione dei pallini utilizzati per la caccia della piccola selvaggina, ma anche delle schegge dei proiettili impiegati per abbattere gli ungulati. Seguendo questo filone di indagine sono emersi ulteriori aspetti allarmanti riguardanti l'inquinamento dei suoli e le problematiche per la salute umana di chi consuma carne di selvaggina»;

pur non conoscendo esattamente quanto sia il piombo che ogni anno disperdono i cacciatori italiani, secondo i ricercatori «...Se si ipotizza l'esistenza di un rapporto diretto tra il numero di cacciatori attivi e il numero di colpi esplosi, si arriva a stimare in 10.000 tonnellate il piombo disperso in Italia nel 2006». A questi vanno aggiunti i colpi sparati durante le attività di tiro amatoriale all'interno di poligoni. Si tratta di dati approssimativi ma che rappresentano un riferimento utile per valutare l'entità del problema a livello nazionale;

in Spagna un conteggio effettuato con un metodo analogo nel 2006 ha portato ad una stima di 16,9 chilogrammi di piombo per chilometro quadrato di terreno aperto alla caccia, con un utilizzo pro capite di piombo inferiore rispetto all'Italia (6,1 chilogrammi a cacciatore, contro 13 chilogrammi). «Qualora si assumesse anche per il nostro Paese un uguale consumo di cartucce per cacciatore - dice il rapporto - per il 2006 si otterrebbe un valore pari a 4.600 tonnellate. Anche secondo quest'ultima stima prudenziale, la quantità di piombo riversata nell'ambiente durante l'esercizio della caccia è tutt'altro che trascurabile». Il piombo disperso in Spagna è molto di più che negli altri Paesi perché è più praticata la caccia ai piccoli uccelli migratori che comporta un maggior numero di spari rispetto alla caccia alla fauna stanziale;

in Italia l'unico atto normativo che prevede limitazioni sull'uso di munizionamento contenente piombo è il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 184 del 17 ottobre 2007 - «Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a ZSC e a ZPS» che all'articolo 2, comma 4, prevede che per tutte le zone speciali di conservazione (Zsc) il «divieto di utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all'interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d'acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio di 150 metri dalle rive più esterne a partire dalla stagione venatoria 2008/2009». L'articolo 5, al comma 1 dispone che le regioni e le province autonome mettano lo stesso divieto per tutte le zone di protezione speciale (Zps);

tuttavia secondo la ricerca «Al momento l'iter per l'istituzione delle Zsc in Italia non è ancora stato completato, per cui il divieto vale solamente per le Zps. Sulle 589 Zps istituite in Italia, 326 comprendono al loro interno una o più zone umide importanti per l'avifauna acquatica, per un'area complessiva di 2.826,28 chilometri quadrati, pari al 45 per cento della superficie dell'intero complesso di zone umide italiane. A livello regionale sono stati approvati regolamenti che recepiscono il decreto n. 184/2007. Inoltre, localmente sono state assunte iniziative per superare l'uso del piombo nelle operazioni di controllo della fauna selvatica che arreca danni alle attività antropiche; queste esperienze dimostrano come sia possibile bandire le munizioni tradizionali per tutte le forme di caccia e di controllo, garantendo il mantenimento delle pratiche venatorie tradizionali»;

la regolamentazione introdotta con il decreto ministeriale del 17 ottobre 2007, pur rappresentando un primo passo significativo verso il superamento del piombo nel nostro Paese, consente ancora l'utilizzo di munizioni tradizionali nella maggior parte delle zone umide italiane e in tutti gli ambienti terrestri; inoltre, non pone il divieto alla detenzione delle cartucce contenenti piombo nelle aree dove non ne è consentito l'impiego -:

se, in che modo ed in che tempi il Ministro intenda addivenire alla messa al bando della commercializzazione, del possesso e dell'utilizzo di munizioni al piombo come avviene in Danimarca, Norvegia, Guinea Bissau, Libia, Burkina Faso, Ciad e Costa d'Avorio.(4-18216)