ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18173

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 706 del 18/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 18/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 18/10/2012
FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI 18/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18173
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 18 ottobre 2012, seduta n.706

DI PIETRO, PALADINI e ANIELLO FORMISANO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

sulle vicende legate a Finmeccanica, gli interroganti hanno già presentato diversi atti di sindacato ispettivi rivolti al Ministro dello sviluppo economico riguardanti sia la volontà manifestata dai vertici di depotenziare e alienare la tecnologia in attivo, come il settore civile, che si otterrebbe attraverso la cessione di Ansaldo Energia e Ansaldo STS, sia i tre filoni di inchieste giudiziarie in corso a Napoli, Roma e Busto Arsizio che coinvolgono i vertici del gruppo, a partire dal Presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi, indagato per corruzione internazionale e finanziamento illecito in relazione alla commessa di dodici elicotteri venduti al governo indiano dietro il versamento di tangenti a esponenti politici locali e di finanziamenti alla Lega Nord (il partito che ha «sponsorizzato» lo stesso alla guida di Finmeccanica), per la costituzione di presunti fondi neri e consulenze fantasma. Accuse che, se provate, sarebbero molto pesanti e inducono viepiù gli interroganti a reiterare la richiesta, già avanzata nelle precedenti interrogazioni, dell'azzeramento dei vertici in ordine anche alle scelte di politica industriale portate avanti in questi mesi;

i vertici di Finmeccanica vogliono cedere Ansaldo Energia spa al colosso tedesco della Siemens, vendita considerata da tutti gli esperti del settore, da operatori e sindacati di categoria, oltre che dagli interroganti, come un'operazione per fare cassa, con la prospettiva di vendere a un concorrente diretto con conseguenze disastrose per Genova e l'Italia, un asset operante in un settore industriale come quello dell'energia che è previsto in crescita a livello mondiale;

il gruppo genovese della Ansaldo spa un produttore di energia con una vasta gamma di offerta di prodotti e servizi, specializzato nella realizzazione di turbine a gas, a vapore, generatori e centrali elettriche complete, fornisce anche centrali nucleari vantando con la sua divisione specifica una notevole esperienza nel campo del decommissioning nucleare;

Ansaldo Energia è una società sana e in forte attivo e in grado di autofinanziare la propria ricerca e sviluppo. Nel 2010 vantava ricavi per 1,4 miliardi di euro e nel 2011 ricavi per 1,2 miliardi di euro. Ha 3.400 dipendenti circa e genera un indotto di quasi 10 mila posti di lavoro. È l'unica che, diversamente dai comparti militari in forte calo, è capace di acquisire ordini dall'estero e portarli in Italia. Infatti, nel 2011 la Ansaldo Energia spa ha acquisito ordini per 335 milioni dall'Italia, 389 dall'Europa, 479 dall'Africa, 28 milioni dal Medio Oriente, 15 dalle Americhe e 3 dall'Asia;

va sottolineato inoltre, che dopo il 2005, Ansaldo Energia spa si è affrancata dalla dipendenza da Siemens, creando prodotti che, partendo da quella tecnologia, si sono sviluppati con la ricerca italiana. Anche le organizzazioni sindacali locali affermano come ormai l'Ansaldo propone una turbina molto più duttile della sua omologa realizzata dalla Siemens;

si può facilmente intuire l'interesse della Siemens all'acquisizione del gruppo italiano, che è un temibile concorrente, anche se dalle dimensioni più piccole, che verrebbe presumibilmente trasformato solo in una filiale del colosso tedesco, con un forte ridimensionamento anche della parte relativa alla ricerca;

è in atto secondo gli interroganti una campagna di disinformazione sulla trattativa Finmeccanica-Siemens che altera la trasparenza e l'applicazione corretta della legge italiana in materia di cessioni;

in particolare a quanto consta agli interroganti:

Siemens avrebbe offerto 1,3 miliardi di euro per il 100 per cento di Ansaldo Energia: tale dato, anche se vero, e non risulta che ci sia un'offerta vincolante al riguardo, sarebbe comunque riferito al cosiddetto enterprise value e cioè al valore dell'azienda che però deve essere rettificato di alcune poste (debito finanziario, altre passività, e altro) per arrivare al cosiddetto equity value che rappresenta l'importo che verrebbe realmente pagato. Sulla base di una stima effettuata su dati pubblici (debito di Ansaldo Energia e livello di passività nel bilancio che potrebbero essere assimilate a debiti finanziari) il valore dell'equity value non supererebbe i 700/800 milioni di euro;

viene detto che la soluzione Siemens sarebbe la più rapida in quanto consentirebbe a Finmeccanica di incassare entro la fine dell'anno: totalmente falso, a parere degli interroganti: Siemens, infatti, deve ancora iniziare la due diligence e anche se fosse possibile immaginare una definizione degli accordi entro la fine dell'anno ci sarebbe poi l'analisi da parte dell'Antitrust che porterebbe via almeno 6 mesi con fondati dubbi sull'esito finale (competitors e clienti potrebbero rendere tale ostacolo molto accidentato);

il piano industriale proposto da Siemens prevede la realizzazione nel sito di Genova di un nuovo modello di turbina a gas: questa è la più stupefacente affermazione. Infatti l'unico prodotto che Siemens possiede nelle turbine a gas per power generation in più rispetto ad Ansaldo è il modello 8000H (post F) di cui sono stati venduti e prodotti 5/6 esemplari negli ultimi anni e per il quale esiste una linea dedicata negli stabilimenti tedeschi e americani di Siemens. Pertanto dal momento che risulta improbabile che Siemens voglia smantellare tali linee, peraltro appena realizzate, non è per nulla chiaro di quali nuove turbine si stia parlando;

Siemens per accordi relativi alla sua uscita dalla Joint Venture con Areva relativa al nucleare non può entrare in tale business, e, dal momento che Ansaldo Energia controlla al 100 per cento Ansaldo Nucleare, è legittimo chiedersi cosa ne sarà di tale azienda atteso che lo scenario più probabile sembra essere quello del suo riacquisto da parte di Finmeccanica; ma ci si chiede anche per farne cosa, poi, visto che in Italia centrali nucleari, grazie all'ultimo esito referendario, non se ne faranno;

il piano industriale di Siemens, che peraltro non è stato reso pubblico, può anche darsi che contempli alcune assunzioni per profili di fabbrica ma dovrà certamente dare risposte per le centinaia di ingegneri della divisione impiantistica di Ansaldo Energia che non risulta essere tra le priorità del gruppo tedesco;

la scelta di perseverare sulla strada della svendita del patrimonio tecnologico e della ricerca italiana, decisa dagli attuali vertici di Finmeccanica, appare agli interroganti incomprensibile. La vendita o la dismissione di asset del settore civile, comporterebbe lo smantellamento di un patrimonio industriale strategico di primaria importanza per il Paese e avrebbe conseguenze inimmaginabili sulle prospettive occupazionali dei lavoratori;

l'interesse di un gruppo, anche dal punto di vista della giurisprudenza, non può considerarsi al di fuori dell'interesse delle singole società che lo compongono. Non è accettabile una costante preponderanza del gruppo a discapito delle controllate;

nella fattispecie, risulta palese l'apporto positivo della Ansaldo all'intero gruppo Finmeccanica. Potrebbe escludersi una situazione di anomalia, solo e soltanto nell'ipotesi in cui un'operazione in sé svantaggiosa per la singola società trovi adeguata contropartita attraverso altra operazione produttiva che benefici l'intero gruppo ma, nel caso di Finmeccanica e Ansaldo, accade proprio il contrario: ci si sta liberando di un settore, quello civile in netta crescita e produttivo di utili, per avvantaggiare l'altro settore, quello militare che vede una forte contrazione nei profitti, che è in netta perdita e le cui previsioni di crescita sono a dir poco disastrose;

è auspicabile che si eviti di reiterare l'ennesimo errore industriale in questo Paese, frutto di una gestione e direzione di gruppo miope e maldestra;

certe scelte potenzialmente dannose dovrebbero essere evitate a monte e non rilevate come tali a valle, per poi ricorrere ai ripari con lo strumento della riparazione, di sicuro, in questo caso, insoddisfacente, visto che a rischiare sono migliaia di persone con il loro posto di lavoro e con le loro legittime aspettative, dignitose, di vita;

infine, sottolineando che, tra i principali azionisti di Finmeccanica figura il Ministero dell'economia e finanze con una partecipazione azionaria pari al 30,20 per cento del capitale, gli interroganti ancora più scandaloso e ai limiti dell'incredibile il silenzio e l'inerzia da parte del Governo che non ha mai risposto alle tante interrogazioni presentate a partire dal mese di settembre del 2011 -:

quali iniziative intenda intraprendere per azzerare il vertice della società Finmeccanica, individuando, in totale autonomia dai partiti, dei tecnici veri competenti di industria, mercati e tecnologia, per non disperdere quel patrimonio di professionalità necessario al Paese per la ripresa e la crescita, visto ormai il coinvolgimento in numerose inchieste giudiziarie che compromettono l'immagine e la credibilità del gruppo Finmeccanica nel mondo;

quali iniziative intenda intraprendere per bloccare qualsiasi trattativa volta a cedere ai concorrenti l'Ansaldo Energia, la STS e l'Ansaldo Breda;

quali iniziative intenda intraprendere per garantire trattative trasparenti e rispettose delle norme previste dalla legislazione italiana.(4-18173)