ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18155

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 705 del 17/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 17/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 17/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18155
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 17 ottobre 2012, seduta n.705

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


il 2 novembre 2011, il Consiglio superiore della magistratura nominava il dottor Giovanni Salvi capo della procura di Catania;


due magistrati, aspiranti di primo piano all'incarico di vertice della procura etnea - ossia il dottor Giovanni Tinebra (già procuratore generale), e il sostituto procuratore dottor Giuseppe Gennaro - non condividevano la scelta dell'organo di autogoverno della magistratura, e quindi presentavano ricorso al tribunale amministrativo regionale;


in particolare il dottor Tinebra ed il dottor Gennaro contestavano la precedente decisione del Consiglio superiore della magistratura di far ritornare in commissione la pratica con la quale il dottor Giovanni Salvi era già stato designato procuratore aggiunto presso il tribunale di Milano. Allo stesso tempo il dottor Gennaro contestava la mancata competenza in materia di inchiesta di mafia del dottor Salvi;


il tribunale amministrativo regionale accoglieva i ricorsi dei procuratori Tinebra e Gennaro scrivendo nella sentenza: «La scelta di Salvi nonostante i suoi rilevantissimi limiti alla sua esperienza non trova in atti adeguata giustificazione»;


il dottor Giovanni Tinebra, attualmente procuratore generale presso la corte di appello di Catania, rientra tra gli aspiranti al ruolo di procuratore capo della procura etnea ed è uno dei grandi favoriti - sia per motivi di anzianità di servizio, che per i titoli di cui lo stesso è in possesso - ad essere nominato dal Consiglio superiore della magistratura a tale incarico;


il dottor Tinebra, citato a comparire in qualità di teste per il 26 gennaio 2010 nel procedimento penale RGNR 15776/07 allora in corso presso la IV sezione penale del tribunale di Palermo, ha inviato una nota (datata 19 gennaio 2010) al sostituto procuratore della Repubblica, dottor Nino Di Matteo e al presidente del tribunale nella quale è dato leggere quanto segue: «Con riferimento alla citazione in oggetto rappresento subito alle SS.VV. Ill.me la mia più totale ed incondizionata disponibilità a conformarmi alle Loro determinazioni. Non posso però sottacere la difficoltà a conformarmi alla detta data in dipendenza dell'imminenza dell'inaugurazione del nuovo Anno Giudiziario, adempimento che mi vede pesantemente e direttamente coinvolto nella sua organizzazione e celebrazione, anche in relazione alle mie condizioni di salute. Inoltre, e soprattutto, rappresento che le mie condizioni, così come descritte nella certificazione che allego, consiglierebbero di soprassedere dall'esecuzione dell'incombente in oggetto; e ciò sia in relazione alla stancabilità di cui sono affetto ed alla non sempre brillante memoria di cui dispongo, sia in relazione alla scarsa coordinazione dell'attività fisica che mi affligge, scarsa coordinazione che mi comporta spesso reazioni emozionali assolutamente spropositate (circostanza questa che potrebbe viziare il giudizio di eventuali osservatori). Mi permetto pertanto di rassegnare alle Loro Signorie istanza di soprassedere all'incombente in oggetto»;


alla predetta missiva è allegato un certificato medico rilasciato in data 20 gennaio 2010 dal dottor Erminio Costanzo dell'azienda ospedaliera «Cannizzaro» di Catania nel quale si attesta che «il dottor Giovanni Tinebra è affetto da "sindrome parkinsoniana" con tremore a riposo agli arti superiori (sinistro e destro), apofonia con bradilalia. Tale situazione clinica (aspetto motorio) e il marcato riverbero neuro-vegetativo (sudorazione improvvisa e rash cutaneo eccetera) oltre ad un disagio psicologico di base si accentua nei momenti di stress arrivando talvolta a rallentare il flusso ideico e il rashival mnesico»;


ed invero, come si apprende da fonti di stampa, il dottor Tinebra risulta essere legato da forti rapporti di amicizia con grossi nomi dell'imprenditoria catanese e romana, da Ciancio a Caltagirone, tutti personaggi titolari di grossi interessi tuttora oggetto di inchieste aperte dalla stessa procura di Catania e affidate al sostituto procuratore Giuseppe Gennaro, come quella sui parcheggi o quella sul risanamento del vecchio quartiere San Berillo con progetto dell'architetto Fuksas, un investimento da centinaia di milioni di euro nel quale è interessato il gruppo Acquamarcia. Peraltro, proprio agli atti di una di queste inchieste, pare vi sia un'intercettazione telefonica in cui alcuni di questi imprenditori catanesi si augurano che a capo della procura di Catania venga nominato proprio il dottor Giovanni Tinebra;


stando a quanto riportato da Report-time di Corriere.it, il magistrato Tinebra avrebbe cercato di garantirsi la poltrona di procuratore capo di Catania chiedendo aiuto all'amico Massimo Ponzellini, oggi agli arresti domiciliari perché accusato - con il braccio destro Cannalire - di aver favorito con finanziamenti amici e politici;


secondo quanto emerso dall'inchiesta di Report, Ponzellini riuscirebbe anche a condizionare i voti del Consiglio superiore della magistratura chiedendo ad un autorevole esponente della Lega Nord di intervenire a favore del magistrato Tinebra. In tal modo il procuratore generale di Catania avrebbe ottenuto l'appoggio di un membro laico della Lega Nord all'interno dell'organo di autogoverno della magistratura, il professore Ettore Adalberto Albertoni;


secondo il quotidiano online www.linkiesta.it «Oggi Tinebra risponde alle "rivelazioni" apparse sui giornali e su Report-time di Corriere.it minimizzando: "Che male ci poteva essere a rivolgersi a un banchiere come Ponzellini stimato da tutti? Lo ripeto, io non sapevo come fare per bloccare le voci infondate sul mio conto. E parlavo con tutti. Sapevo che Ponzellini era bene accetto in alcuni ambienti del Csm. Ma non era una raccomandazione ovviamente, era un modo per far capire quali titoli avevo. E li avevo. Tanto che adesso ho vinto al Tar...». E poi spiega sull'assenza al processo Mori: «La richiesta da me fatta per il processo Mori era una istanza di rinvio non di annullamento della testimonianza. Chiedevo solo di "soprassedere", come scrissi, per una temporanea indisposizione. Nessuna contraddizione quindi fra l'aspirazione a un incarico che ritenevo legittimo ricoprire e quella richiesta di rinvio oggi riproposta in modo strumentale per danneggiarmi»;



a giudizio degli interroganti anche le dichiarazioni sopra riportate dello stesso dottor Tinebra non sono affatto tranquillizzanti circa la sua idoneità a ricoprire il delicato incarico di procuratore capo della procura di Catania non solo per la spregiudicata attività di pressione da lui esercitata sul CSM ma anche per la sdrammatizzazione in merito alla sua mancata presenza come teste al processo Mori, giustificata derubricando la «sindrome parkinsoniana» ad una «banale indisposizione»;



i motivi sopra indicati ad avviso degli interroganti non rendono consigliabile e/o opportuna la nomina del dottor Giovanni Tinebra al posto di procuratore capo della procura di Catania, così come peraltro illustrato nell'atto di sindacato ispettivo n. 4-11108 al quale il Governo - nonostante i numerosi solleciti - non ha ritenuto di dover rispondere in tempi congrui, cioè prima della nomina del dottor Salvi a procuratore capo di Catania -:


se il Ministro interrogato, laddove il Consiglio superiore della magistratura dovesse deliberare positivamente circa la nomina del dottor Giovanni Tinebra a capo della procura di Catania, non ritenga di dover tener conto, nell'esprimere il concerto, dell'inopportunità della detta nomina per tutti i motivi illustrati in premessa. (4-18155)