ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18108

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 703 del 15/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 15/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18108
presentata da
FABIO EVANGELISTI
lunedì 15 ottobre 2012, seduta n.703

EVANGELISTI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

il gruppo Intesa Sanpaolo ha avviato il licenziamento di 600 giovani apprendisti, al termine dei quattro anni di contratto agevolato, «per ragioni economiche» non meglio specificate, soprattutto che non si spiegano alla luce degli utili del gruppo bancario che nell'ultima semestrale vantava «un robusto utile netto», «risultati positivi» e un posizionamento d'eccellenza «tra i gruppi bancari più solidi a livello internazionale»;

come dichiarato da Walter Polimeno, segretario provinciale della Fiba Cisl al Il fatto quotidiano del 9 ottobre 2012: «Il licenziamento sarà progressivo, il processo è iniziato il 2 ottobre, quando i primi 20 ragazzi sono stati mandati via. E continuerà così in tutta Italia. Più o meno ogni 2 settimane arriveranno le lettere di licenziamento, finché gli apprendisti non saranno stati lasciati a casa tutti»;

Adriano Cosentino, segretario provinciale della Uilca Uil ha dichiarato: «Quei ragazzi hanno lavorato accanto a noi per quattro anni con la promessa di una lettera di assunzione all'orizzonte, invece all'ultimo si sono visti accompagnare alla porta. È inaudito che la Carisbo, dove lavoravano 8 dei ragazzi già licenziati, un'azienda che ha distribuito quest'anno 24 milioni di euro di dividendi attingendo dalle riserve, sia in grado di firmare questa scellerata strategia»;

Anna Raffaini, segretaria Carisbo e delegata della Fisac Cgil ha spiegato che: «Tutto è iniziato lo scorso maggio quando la riforma Fornero ha stabilito un allungamento della vita lavorativa che ha bloccato un piano industriale che doveva consentire al Gruppo un sostanzioso risparmio in termini economici. A quel punto, l'azienda ci ha informati che avrebbe dovuto ridurre i costi e finanziare alcuni passaggi, come l'uscita degli esodati»;

la collocazione del fondo per gli esodi, a seguito della riforma delle pensioni del Ministro interrogato, costerà infatti alla banca circa 120 milioni di euro in più. Così, a giugno, il gruppo ha comunicato ai sindacati l'apertura di un «procedimento di ristrutturazione»;

un piano che, però, i rappresentanti dei lavoratori non hanno accettato subito, perché prevede, tra le altre cose, la chiusura di circa 1000 sedi in tutta Italia, e quindi migliaia di esuberi, la riduzione del costo del lavoro, la rimodulazione degli integrativi, l'introduzione di giornate di «solidarietà», cioè non lavorate, e gli orari di apertura al sabato. In sostanza, quindi, secondo i sindacati si tratta del «taglio completo di tutto ciò che avevamo conquistato attraverso la contrattazione aziendale»;

a luglio i sindacati avevano indetto uno sciopero, che ha registrato un'adesione superiore al 70 per cento, a seguito del mancato accordo sul piano presentato dalla banca. In seguito la trattativa è ripresa, ma di punto in bianco - secondo il sindacato - è arrivato il ricatto: il licenziamento dei 600 apprendisti attualmente assunti in tutta Italia;

dichiarano i sindacati: «Ogni anno vengono investiti dall'azienda 230 milioni di euro in consulenze professionali, 76 milioni per lo stipendio dei manager, 300.000 euro di aumento di stipendio per l'amministratore delegato e 800 milioni di euro di dividendi per gli azionisti, chi in Italia può vantare queste cifre al giorno d'oggi? Eppure ora vogliono licenziare i nostri apprendisti, ragazzi che come tanti in questo paese hanno famiglia, bollette da pagare, l'affitto e persino il mutuo. Ideato dalla banca, ironia della sorte, appositamente per loro che, con un contratto simile, altrimenti non avrebbero potuto avervi accesso»;

il 5 ottobre 2012 il Ministro interrogato ha convocato il Ceo di Intesa Sanpaolo, Francesco Micheli, per chiedere conto dei licenziamenti;

da notizie di stampa si apprende che il Ministro abbia spiegato al manager «che la sua riforma del mercato del lavoro sia stata concepita proprio per tutelare il lavoro dei giovani e degli apprendisti in particolare. E che, quindi, sarebbe stata sorpresa da una decisione così drastica da parte della banca»;

come ha spiegato l'amministratore delegato Enrico Cucchiani, nel recente incontro con i sindacati al Lingotto, del futuro degli apprendisti si parlerà nelle riunioni già fissate tra Micheli e le organizzazioni sindacali del 9, 10 e 11 ottobre 2012;

la riforma delle pensioni del Governo Monti, ad avviso dell'interrogante pessima che ha generato il problema dei cosiddetti esodati, ha tra i suoi effetti collaterali anche la situazione descritta;

è inaccettabile, inoltre, che la prima banca italiana, che produce utili, metta in atto tanti licenziamenti in un momento di crisi economica e sociale come l'attuale. La banca, in quanto impresa, si prefigge lo scopo di realizzare profitti, ma non può e non deve essere consentito alla stessa di sottrarsi alla sua responsabilità sociale, in primis verso i suoi lavoratori e le loro famiglie;

il Governo, inoltre, non può consentire il licenziamento di 600 apprendisti nel momento stesso in cui la riforma del lavoro Monti - Fornero ha posto tra i principali obiettivi quello di rivedere e valorizzare i contratti di apprendistato come canale prevalente per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro -:

quale sia stato il contenuto dell'incontro tra il Ministro e il Ceo di Intesa-San Paolo e quali iniziative il Ministro intenda assumere per contrastare e impedire il licenziamento dei giovani apprendisti. (4-18108)