ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18086

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 702 del 12/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18086
presentata da
ELVIRA SAVINO
venerdì 12 ottobre 2012, seduta n.702

SAVINO. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

nella giornata di ieri, 10 ottobre 2012, la trasmissione «chi l'ha visto» ha trasmesso che come vittima un minore di dieci anni;

una lunga guerra di carte bollate tra 2 genitori che dal 2004 si disputano la custodia del figlio di dieci anni e che ieri ha avuto il suo drammatico e doloroso epilogo in una scuola elementare di Cittadella;

sulla base di un decreto della corte di appello di Venezia che ha stabilito l'allontanamento del minore dall'ambiente materno e il suo affido in via esclusiva al padre con previo collocamento in una comunità, poliziotti, assistenti sociali, un medico e il padre del bambino, si sono presentati alla direttrice dell'istituto scolastico dove il bimbo frequenta la quinta elementare per portarlo via;

già altre quattro volte, riporta la stampa locale (Il Gazzettino e il Mattino di Padova 11 ottobre 2012) avevano tentato di eseguire il provvedimento e il bambino si era fortemente opposto con un'energia disperata, tanto da decidere di effettuare l'allontanamento in ambiente neutro, la scuola;

ieri dunque, quando le forze dell'ordine si sono presentate, la dirigente dell'istituto ha provato a far allontanare il bambino dalla classe ma il bimbo ha subito capito e si è rifiutato;

visto il rifiuto del bambino di uscire dalla classe, il direttore scolastico ha fatto uscire i compagni e ha fatto entrare le forze dell'ordine. A questo punto la dolorosa e sconcertante sequenza documentata da un video: il bimbo è aggrappato al suo banco piange e si dispera, non vuole essere portato via; le forze dell'ordine lo trascinano a forza tra urla e singhiozzi disperati, due persone lo tengono per le gambe, un'altra lo afferra per le spalle, il bimbo cade a terra e viene trascinato via. Le urla del piccolo che chiede alla zia di aiutarlo sono disperate ed altrettanto disperate sono le urla della zia che chiede agli agenti di fermarsi perché «i bambini non si portano via, perché i bambini vanno ascoltati», e infine la richiesta di un'ambulanza perché il bimbo sta male e dice di non respirare. Ma il bimbo che ripete che non riesce a respirare, schiacciato nei sedili posteriori della volante, viene portato via. Infine, la zia si avvicina ad un agente donna e chiede, in uno stato comprensibilmente concitato, informazioni sulla disposizione del tribunale e questa le risponde «Non sono tenuta a darle informazioni, sono un ispettore di Polizia e lei non è nessuno.»;

neanche i peggiori criminali vengono trattati così. Questo evento traumatico rimarrà indelebile nella memoria del bambino e avrà delle ripercussioni enormi sulla sua crescita e sulla sua serenità, solo un bambino di dieci anni;

sempre notizie di stampa (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova 11 ottobre 2012) riportano che la madre del bambino ha dichiarato di essersi recata presso la casa famiglia con il pediatra ma che le è stato negato il permesso di vedere il figlio;

la madre ha altresì dichiarato che il provvedimento della corte di appello si baserebbe sul fatto che al bambino è stata diagnosticata la PAS, una forma di alienazione parentale guaribile solo con l'allontanamento dal genitore;

questa cosiddetta PAS (parental alienation syndrome) è una controversa ed ipotetica dinamica psicologica disfunzionale che secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard A. Gardner (morto suicida nel 2003 all'età di 72 anni), si attiverebbe in alcune situazioni di separazione e divorzio conflittuali non adeguatamente mediate e secondo cui se il bambino non viene prelevato dalla famiglia materna, allocato in un luogo neutro per essere «resettato» non potrà mai riallacciare il rapporto con il padre;

la scuola dovrebbe essere un luogo dove il dubbio diventa certezza, deputato all'insegnamento e all'apprendimento della cultura anche civile e sociale ed, infine, un luogo di assoluta sicurezza -:

se tutto quanto descritto in premessa corrisponda al vero;

se i Ministri interrogati non ritengano che, anche in presenza di una diagnosi, sempreché di diagnosi si possa parlare, di PAS non ci siano metodi alternativi a quello del reset affettivo per riavvicinare un genitore ad un figlio;

se, altresì, i Ministri interrogati non ritengano che la metodologia adottata dagli agenti di polizia sia illegittima e se non ritengano di dover assumere provvedimenti nei loro confronti;

se non ritengano, infine, di dover intervenire al più presto affinché casi come questo non accadano più, affinché i minori non siano più strappati improvvisamente ai loro affetti nel rispetto dell'interesse supremo della loro salute psicofisica. (4-18086)