ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17936

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 696 del 03/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: MARMO ROBERTO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, DEMOCRAZIA CRISTIANA)
Data firma: 03/10/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 03/10/2012
Stato iter:
27/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/11/2012

CONCLUSO IL 27/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17936
presentata da
ROBERTO MARMO
mercoledì 3 ottobre 2012, seduta n.696

MARMO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

il 15 febbraio scorso la nave italiana Enrica Lexie, mentre navigava in acque internazionali nell'oceano Indiano, veniva avvicinata da un'imbarcazione non meglio definita e ne scaturiva un drammatico episodio con una sparatoria;

sulla nave italiana era presente un team di sicurezza composto da 6 militari, denominato Nucleo militare di protezione, istituito con la legge n. 130 dei 2011, per difendere le navi commerciali di bandiera da eventuali attacchi di pirateria;

i nuclei di NMP si attengono alle regole di ingaggio basate sul principio dell'autodifesa, e, l'uso della forza viene esercitato solo in caso di necessità, quindi la loro funzione è quella di contrasto alla pirateria per conto del Governo italiano alla luce di risoluzioni ONU, godendo di immunità funzionali;

in quell'occasione, il 15 febbraio 2012, due marò italiani, secondo la ricostruzione delle autorità indiane avrebbero ucciso due pescatori indiani, scambiandoli per pirati somali;

attraverso un espediente le autorità indiane hanno fatto rientrare nelle proprie acque territoriali la nave italiana Enrica Lexie, della società di navigazione Fratelli D'Amato di Napoli, fino al porto di Kochi, facendo credere di dover rilasciare una semplice testimonianza;

a seguito di tutto ciò, da oltre sette mesi, due sottufficiali della marina militare italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono trattenuti dalla stato federale indiano del Kerala, contro la loro volontà e quella del nostro Governo, sono in stato di libertà su cauzione a Kochi e sono accusati di aver ucciso in mare due pescatori;

il capo di imputazione nei confronti dei due militari italiani, in base al codice indiano prevede una pena che va dall'ergastolo alla pena di morte;

il triste accadimento del 15 febbraio 2012 è avvenuto in acque internazionali, quindi deve essere giudicato da un tribunale italiano;

a giorni dovrebbe pronunciarsi la Suprema corte di New Delhi sulla questione di territorialità, cioè se il tribunale dello stato del Kerala sia competente o se lo sia un tribunale italiano;

il Governo italiano ha giustamente definito l'intera vicenda come inaccettabile, e, attraverso la diplomazia ha assicurato ai due militari assistenza legale;

sempre il nostro Governo ha cercato di dirimere la vicenda attraverso un'azione diplomatica che coinvolgesse la comunità internazionale e l'ONU -:

se il Governo e il Ministro competente non intendano mettere in atto azioni più stringenti per ottenere un pronunciamento dell'ONU e della comunità internazionale al fine di risolvere la vicenda e riportare in Italia i due militari, quali veri servitori dello Stato. (4-17936)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 27 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 724
All'Interrogazione 4-17936 presentata da
ROBERTO MARMO

Risposta. - In merito all'azione condotta dal Ministero degli affari esteri a seguito dell'incidente che il 15 febbraio 2012 ha coinvolto la petroliera italiana Enrica Lexie, si fa presente che sin dalle prime fasi la Farnesina si è attivata rendendo istantaneamente operative tutte le sue unità, sia in sede - istituendo un apposito tavolo di coordinamento diretto, nella fase iniziale, dall'unità di crisi - sia in loco, attraverso la fondamentale azione dei funzionari dell'ambasciata di New Delhi e soprattutto del consolato di Mumbai, in stretto e costante coordinamento con il Ministero della difesa.
L'azione dell'ambasciatore italiano a New Delhi e del console a Mumbai, in particolare, è stata incessante. Essi si sono messi a totale disposizione, 24 ore su 24, della causa della nave italiana e del suo equipaggio, come dimostrato, peraltro, dalle immagini trasmesse dai mezzi di comunicazione nazionali e internazionali, che testimoniano della presenza ininterrotta dei funzionari della Farnesina a fianco dei connazionali, a loro difesa e supporto, e negli uffici della locale polizia per fare valere la nostra ferma posizione circa la giurisdizione italiana sul caso e l'immunità funzionale dei due militari, legittimamente impegnati in acque internazionali in azioni di difesa autorizzate dalle Nazioni unite in ottemperanza a leggi dello Stato ed in piena conformità con le pertinenti norme del diritto internazionale.
Dinamica dei fatti.
Nel tardo pomeriggio del 15 febbraio - allorché la nave aveva già fatto ingresso nelle acque territoriali indiane - la Farnesina ha ricevuto dal Comando operativo del vertice interforze un'informativa via fax che comunicava che la petroliera italiana «Enrica Lexie», in navigazione verso Gibuti con a bordo un team di protezione armata del battaglione San Marco, era stata avvicinata da un'imbarcazione da pesca, con a bordo cinque persone armate con evidenti intenzioni di attacco e che i militari del battaglione, dopo avere messo in atto misure di dissuasione con segnali luminosi, avevano proceduto a sparare in acqua tre serie di colpi d'avvertimento a seguito dei quali il natante aveva cambiato rotta. La stessa comunicazione segnalava che la guardia costiera indiana aveva comunicato alla «Enrica Lexie» di avere fermato un'imbarcazione coinvolta nell'evento, richiedendo alla petroliera di tornare indietro per un riconoscimento dei presunti pirati. La «Enrica Lexie», avvertito l'armatore, aveva di conseguenza invertito la rotta per venire in contatto con la guardia costiera indiana, da cui era stata scortata nella rada di Kochi, nelle acque territoriali indiane.
Successivamente l'armatore della «Enrica Lexie» ha informato l'unità di crisi della Farnesina di una comunicazione del comandante della petroliera (già trasmessa alla Marina) che riferiva dell'intenzione della guardia costiera indiana di salire a bordo. Il comandante aveva chiesto che tale incontro potesse avvenire la notte stessa, per riprendere la navigazione l'indomani ma la guardia costiera indiana aveva riferito al Comandante di non potere rispettare tali tempi. Il Ministero degli Esteri, d'intesa con la Marina militare, ha quindi istantaneamente informato dell'accaduto l'ambasciata a New Delhi per intervenire sulle autorità indiane. L'ambasciatore a New Delhi ha disposto di inviare a Kochi il console generale a Mumbai, competente per il Kerala. Il console generale si è quindi immediatamente recato sul luogo, viaggiando sul primo volo disponibile. Il 16 febbraio 2012 nel primo pomeriggio il console era già a bordo della Enrica Lexie e poteva avviare l'azione di difesa degli interessi italiani.
Contestualmente, proseguiva a Roma l'azione del Ministero degli affari esteri con la convocazione di una riunione interministeriale (difesa, esteri, giustizia) presso la Farnesina, per definire una strategia comune. Nel corso della riunione, avvenuta il 17 febbrai 2012, è stato deciso l'invio di una missione tripartita a Delhi composta da alti funzionari dei tre dicasteri. Il Ministro degli affari esteri Terzi ha informato della decisione il Ministro degli affari esteri indiano Krishna lo stesso giorno, con l'invio di una lettera, cui è seguita una telefonata, il giorno successivo. Parallelamente il Segretario generale del Ministero degli affari esteri ha convocato l'ambasciatore dell'India e gli ha consegnato copia della lettera del Ministro Terzi.
Nella serata di sabato 18 febbraio 2012, tuttavia, il comandante della polizia di Kochi ha comunicato con toni perentori che, su istruzioni di Delhi e delle autorità del Kerala, aveva avuto l'ordine di portare a terra comandante e personale militare. In caso di diniego avrebbe proceduto in maniera coercitiva. Su dirette indicazioni del Ministro Terzi, è stata data istruzione al console generale di opporre la massima fermezza e di non esitare a documentare con foto e video la situazione in caso di atteggiamenti impropri e così il console ha operato, riuscendo a ritardare l'azione ma non potendo poi opporsi alla minaccia dell'uso della forza.
A bordo della nave il comandante, a fronte di toni ultimativi, nonostante l'opposizione del console, ha risposto a domande non strettamente collegate all'operato dei militari in occasione dell'incidente. Al termine dell'interrogatorio, i due militari a protezione della petroliera, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, sono stati fatti forzatamente scendere dalla polizia del Kerala e condotti in un ufficio governativo (accompagnati dal console, dall'addetto alla difesa e dall'avvocato) per essere successivamente sottoposti ad interrogatorio, sempre nonostante l'opposizione del console.
Precisazioni sulla ricostruzione giornalistica.
In merito alla ricostruzione effettuata nell'articolo de «Il Giornale», secondo cui la delegazione italiana a bordo dell'Enrica Lexie «non avrebbe potuto evitare il peggio», si replica precisando che le citate dichiarazioni del direttore di macchina smentiscono quelle date alle agenzie stampa, subito dopo la partenza della nave, tra gli altri, dal comandante in seconda (Noviello), che ha dato invece atto di una presenza costante delle istituzioni per tutto lo svolgersi dei fatti, soprattutto nella persona del console Cutillo.
Per tutto il periodo in cui la Enrica Lexie è stata in rada, a 6-9 miglia dalla costa, funzionari del Ministero degli affari esteri, dell'ambasciata e del consolato si sono costantemente avvicendati a bordo, nonostante l'accesso fosse vincolato alla autorizzazione a salirvi da parte indiana, invero assai sospettosa e mal disposta.
I contatti telefonici con la nave, curati soprattutto dalla Marina, sono stati inoltre quotidiani, così come frequenti i colloqui del console Cutillo con il comandante Vitelli, cui è stata assicurata ogni possibile assistenza, da lui sempre apprezzata e riconosciuta, anche sulla terraferma.
Tutto ciò, evidentemente, mentre la vicenda dei due fucilieri seguiva, in un clima di ostilità ambientale e tra enormi difficoltà operative, un corso di continue e drammatiche accelerazioni ed imprevisti, seguiti dall'intero «team Kerala» ora per ora, senza che mai venisse meno il coordinamento tra gli uomini in loco, Delhi e Roma.
In particolare, si rammenta che, dal 16 febbraio 2012 a tutt'oggi, sono stati complessivamente circa 50 i funzionari degli esteri e gli ufficiali della difesa fisicamente e senza interruzione impegnati ad alternarsi in diverse riprese in Kerala, tra Kochi, Kollam e Trivandrum, in aggiunta alle missioni in India dei Ministri Terzi e Di Paola e del Sottosegretario de Mistura. Il Ministro degli affari esteri Terzi si è recato personalmente in India agli inizi di marzo ed ha intrattenuto colloqui con l'omologo Krishna. Lo stesso ha fatto il Sottosegretario de Mistura, che si è periodicamente recato in India, inaugurando una prassi assai inusuale di presenza di alti funzionari dell'amministrazione in loco. Il Sottosegretario ha avviato un'azione ad ampio raggio, intrattenendo colloqui ai vertici e non, ed adoperandosi anche con la stampa locale e nazionale indiana per rappresentare correttamente la legittima posizione italiana. Tutto questo ha peraltro comportato notevoli costi per i bilanci di ambedue le amministrazioni.
Quanto all'affermazione, secondo cui l'equipaggio sarebbe stato «abbandonato dallo Stato italiano», dopo l'arresto di Latorre e Girone, si rappresenta che, fermo restando che la Enrica Lexie è entrata in acque indiane in buona fede, a seguito di un deliberato inganno della guardia costiera indiana (che se ne è vantata anche in conferenza stampa, come tra l'altro documentato dalla stessa stampa indiana), l'intervento della Farnesina è stato sollecitato la sera del 15, quando la nave era già in rada, a 10 miglia da Kochi, in acque territoriali indiane.
Il console è riuscito ad arrivare sotto bordo il 16 febbraio 2012, dopo appena 18 ore dalla prima chiamata all'unità di crisi, dopo una notte di frenetici interventi telefonici, ed il tempo fisico necessario per raggiungere in volo da Mumbai dapprima Kochi e poi la nave. Egli ha trovato la Lexie già circondata da tre unità della guardia costiera e da un elicottero, mentre a bordo numerosi uomini della stessa guardia costiera avevano di fatto già preso possesso della nave.
L'azione del console a bordo, dapprima da solo, poi già dal giorno seguente assistito dall'addetto militare da un legale di Delhi, nonché da un team di ufficiali di Marina giunto da Roma, ha consentito, in stretto coordinamento con l'ambasciata a Delhi e con il Ministero degli affari esteri, di tenere sotto controllo la situazione, evitando che precipitasse, per ben 72 ore, un tempo lunghissimo viste le incessanti, minacciose insistenze della polizia del Kerala, che ha per tutto il tempo presidiato la nave con uomini armati.
Dopo il comunicato emesso dal Ministro degli affari esteri indiano Krishna, nel quale con toni durissimi si sentenziava che i nostri militari dovevano essere sottoposti «al corso della legge indiana», la polizia - che aveva lasciato la nave ad un semplice presidio - è ritornata a bordo in forze, guidata dal capo della polizia di Kochi, ed ha comunicato con toni perentori e minacciosi di aver ricevuto ordini dal Chief minister del Kerala, con il pieno assenso del governo di Delhi, di portare a terra i militari italiani, con l'uso della forza se necessario.
Nonostante le nostre ferme, rinnovate proteste, il trasferimento a terra dei due fucilieri è avvenuto in maniera unilaterale e coercitiva. Il Ministro Terzi, a marzo, in Senato, ha già potuto dare esaustive valutazioni anche su tale episodio.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.