DI STANISLAO. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:
i cittadini di Taranto, com'è noto, vivono una forte sofferenza per un disastro sanitario, oltre che ambientale, che imperversa su di loro e sulla città;
da circa due mesi ai dirigenti dell'Ilva, l'industria più «ingombrante» presente nel comune, è stato notificato il sequestro di parchi minerali, cokerie, agglomerato, acciaieria, altiforni, perché comprovato il nesso di causa ed effetto per ciò che concerne i numerosi decessi e malattie conseguenti all'inquinamento prodotto dalla stessa industria;
al Senato, dopo l'approvazione alla Camera, è in fase di conversione in legge il decreto-legge sulle bonifiche ambientali della città;
la magistratura potrebbe sequestrare definitivamente gli impianti in quanto non ci sarebbero le garanzie di rispetto ambientale e sanitario nei confronti della città di Taranto e dei suoi abitanti;
la stessa azienda, qualora non ne trovasse più la convenienza, perché obbligata a ridurre decisamente la produzione, rinuncerebbe a rimanere insediata nella città -:
se il Governo abbia in programma progetti per la riconversione del territorio di Taranto, e alternative occupazionali come ad esempio per le bonifiche, riconversione industriale, green economy e altro ed in caso affermativo quali siano;
se il Governo abbia valutato e considerato l'impatto occupazionale sul territorio in caso di chiusura anche parziale dello stabilimento, tenendo conto dei dipendenti dell'Ilva residenti e non nella città di Taranto e se intenda con urgenza valutare soluzioni alternative per intervenire prontamente, qualora si giunga a tale situazione tra l'altro molto probabile, ad una ricollocazione degli operai tenendo conto anche della cassa integrazione.
(4-17865)