ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17787

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 691 del 25/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 25/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17787
presentata da
MARCO BELTRANDI
martedì 25 settembre 2012, seduta n.691

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

l'Umbria, sta conoscendo un continuo susseguirsi di crisi aziendali, vertenze, ricorsi alla cassa integrazione o, peggio ancora, ai licenziamenti;

è difficile trovare un angolo di questa regione in cui non ci siano posti di lavoro che si perdono, aziende che chiudono, lavoratrici e lavoratori in grande difficoltà. Gli ultimi dati della Banca d'Italia dicono che la recessione in Umbria è ancora più pesante di quella, già drammatica, a livello nazionale (-7,6 per cento di Pil dall'inizio della crisi). Una performance particolarmente negativa, che secondo l'istituto di via Nazionale è dovuta al concatenarsi di due fattori concomitanti: un apparato produttivo caratterizzato da una forte presenza di beni intermedi (maggiormente soggetti all'andamento delle congiunture economiche) e una minore capacità di esportazione delle imprese, che gli impedisce di agganciare eventuali fattori di ripresa mondiale. E in effetti la quota di imprese regionali indirizzate all'export è minima: tra le quarantatré regioni d'Europa che hanno dimensioni e connotati simili, l'Umbria ha una propensione all'export tra le più basse;

scorrendo le diverse analisi che periodicamente vengono prodotte da vari soggetti e istituti, si apprende che solo nell'edilizia dall'inizio della crisi si sono persi in Umbria 10 mila posti di lavoro e altri 12 mila circa negli altri settori;

sul versante delle imprese, l'Umbria nel primo trimestre 2012 registra il record nel tasso di fallimenti (insolvency ratio, ossia il numero di procedure di fallimento aperte ogni 10 mila imprese attive). Secondo i dati del Cerved Group nella regione questo indice è di 9,2 punti (oltre nove procedure fallimentari aperte ogni 10 mila imprese), rispetto a una media nazionale di 5,5;

i dati riguardanti i lavoratori fanno emergere la cifra record di 37 mila disoccupati, con un tasso di disoccupazione che cresce dal 6,5 per cento del secondo trimestre 2011 al 9,1 dello stesso periodo di quest'anno. Un dato che, ovviamente, non tiene poi conto dell'altissimo numero di lavoratori cassintegrati (circa 30 mila mediamente coinvolti, di cui 15 mila a zero ore);

tra il 2010 e il 2011 l'Umbria fa registrare l'aumento maggiore di poveri in termini relativi di tutta l'Italia, passati dal 4,9 ad addirittura l'8,9 per cento della popolazione. Con questo balzo, come ha rilevato l'Istat nel suo rapporto annuale sulla povertà, l'Umbria fa un passo molto consistente verso il meridione, diventando la regione più povera d'Italia dal Lazio in su;

c'è il rischio concreto della scomparsa della produzione manifatturiera della regione (Merloni, polo chimico, Faber, Trafomec, Ims, Wonderful, solo per citare le aziende maggiore che rischiano la chiusura), c'è il rischio che le risorse necessarie a consentire forme di welfare per il 2012-2013, siano insufficienti. Si rischia il sostanziale azzeramento del fondo sociale nazionale, con il conseguente ridimensionamento di quello regionale, mentre sarebbe utile lo sviluppo della contrattazione di secondo livello nella gran parte delle attività produttive della regione -:

se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, quali eventuali iniziative intendano assumere per dare soluzione agli stessi.
(4-17787)