ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17783

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 691 del 25/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELTRANDI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/09/2012
Stato iter:
21/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2012
FORNERO ELSA MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/12/2012

CONCLUSO IL 21/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17783
presentata da
MARCO BELTRANDI
martedì 25 settembre 2012, seduta n.691

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

fonti di stampa hanno reso noto che 200.000 pensionati hanno ricevuto nel 2009 la quattordicesima erroneamente loro versata;

l'ipotesi è stata confermata il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua secondo il quale molti sono gli errori riscontrati nelle autodichiarazioni presentate in quel periodo. «La quattordicesima è una bella iniziativa - ha detto Mastrapasqua - ma non può percepirla chi non ne ha diritto. Duecentomila persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate, noi possiamo verificarle solo quando l'agenzia delle entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l'accertamento viene fatto quando questa somma è già stata versata. I pensionati che hanno indebitamente percepito la 14esima - ha concluso - dovranno restituirla. L'Inps si incontrerà con i rappresentanti delle categorie per trovare il modo migliore di effettuare le trattenute cercando di salvaguardare le fasce più deboli»;

una ipotesi sulla restituzione delle 14esime sarebbe la seguente: restituzione di circa 300 euro in 24 mesi, ovvero 12 euro al mese trattenuti dagli assegni dei soggetti coinvolti. Lo ha affermato sempre presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqa;

ad avviso del presidente, il recupero dei versamenti fatti a favore dei 200mila pensionati avverrà «nel modo più indolore possibile, per consentire di avere una trattenuta bassa evitando un impatto negativo». L'Inps farà verifiche legislative: «Stiamo controllando se la norma ce lo consente. Se otteniamo l'autorizzazione lo faremo senza problemi» -:

se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, se le dichiarazioni del direttore dell'Inps siano idonee ed opportune a ripristinare il rispetto dello Stato di diritto, considerando che la più gran parte dei pensionati, stanno affrontando una situazione di grande difficoltà e molti di essi dovranno restituire quanto indebitamente dovuto anche per aver superato di pochi euro la soglia legale sancita in 650 euro lordi mensili. (4-17783)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata venerdì 21 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 738
All'Interrogazione 4-17783 presentata da
MARCO BELTRANDI

Risposta. - L'interrogazione parlamentare in esame concerne le procedure adottate dall'Inps per il recupero della somma aggiuntiva (cosiddetta «quattordicesima») introdotta dal decreto-legge n. 81 del 2007 in favore di pensionati con età pari o superiore a 64 anni e titolari di redditi bassi, la cui misura non può essere superiore a una volta e mezza il trattamento delle pensioni minime dei lavoratori dipendenti.
Si tratta di un problema che merita certamente attenzione, in quanto coinvolge un rilevante numero di cittadini - e le loro famiglie - le cui condizioni reddituali possono essere sensibilmente incise dalle restituzioni cui sono stati chiamati dall'Inps. In tal senso non può essere trascurata l'anomalia che viene a determinarsi laddove il pur legittimo controllo dei requisiti reddituali previsti dalla legislazione vigente avvenga diversi anni dopo l'erogazione delle somme aggiuntive.
Secondo quanto riferito dall'Inps, infatti, l'istituto nel mese di giugno 2012 ha effettuato la verifica a posteriori della somma aggiuntiva corrisposta nell'anno 2009, considerando quale limite di reddito quello previsto annualmente sulla scorta dei coefficienti di rivalutazione delle pensioni stabiliti dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
Da tale verifica è scaturita la revoca totale o parziale del beneficio per più di 200 mila pensionati, pari a circa il 6 per cento di tutti i pagamenti effettuati.
Tale discrasia nei tempi della verifica determina nei beneficiari, che già posseggono redditi esigui, un comprensibile affidamento nella reale disponibilità di tali importi e la conseguente difficoltà a far fronte alle richieste di recupero.
In considerazione dei tempi prolungati impiegati per i controlli - che tuttavia sono stati effettuati nel rispetto delle disposizioni vigenti - nonché per venire incontro alle condizioni di disagio che verosimilmente possono determinarsi in ragione delle richieste di restituzione, l'Inps ha corrisposto alle esigenze rappresentate stabilendo di recuperare in 12 rate, a partire da novembre 2012, l'importo aggiuntivo indebitamente erogato, a fronte delle 5 rate con cui era stato disposto l'analogo recupero in occasione delle precedenti verifiche.
A questo proposito si assicura che i competenti uffici dell'istituto hanno avviato le necessarie valutazioni per verificare la possibilità di dilazionare il recupero in un numero ancora maggiore di rate.
Per altro verso si deve sottolineare che le operazioni di recupero disposte dall'Inps, oltre che rispondere alle previsioni normative che impongono di richiedere la restituzione di somme indebitamente percepite, vanno - in una più generale ottica di equità sociale - nella direzione di garantire che la cosiddetta «quattordicesima» venga riconosciuta solo ed esclusivamente a quei pensionati che, in ragione di redditi bassi, sono stati individuati dal legislatore come gli effettivi destinatari della misura introdotta nel 2007. All'azione di recupero, pertanto, va riconosciuto anche il compito di evitare possibili comportamenti opportunistici.
Si rappresenta, inoltre, che la richiesta non è soltanto un atto dovuto, ma un atto ricorrente, perché, da quando è stata istituita la «quattordicesima», il meccanismo è tale per cui l'INPS provvede alla liquidazione, segnalando, peraltro che la verifica dei limiti reddituali avviene ex post; infatti, nelle lettere che vengono spedite ai pensionati si precisa che: «... il diritto a ricevere tale importo sarà verificato sulla base della dichiarazione dei suoi redditi definitivi... ».
Da ultimo si evidenzia che l'Inps ha già previsto di effettuare le verifiche periodiche in tempi più contenuti, dal momento che il sistema dei controlli e di scambio dei dati con l'amministrazione finanziaria e con ogni altra amministrazione pubblica coinvolta, come introdotto con la legge n. 102 del 2009, è ormai pienamente a regime e - in ogni caso - entro un limite temporale che ragionevolmente non dovrebbe superare i due anni dal momento della erogazione del beneficio.

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Elsa Fornero.