ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17767

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 690 del 24/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17767
presentata da
RITA BERNARDINI
lunedì 24 settembre 2012, seduta n.690

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

il giorno 15 settembre 2012 la prima firmataria del presente atto è tornata a visitare il carcere di Parma accompagnata da Irene Testa (segretaria dell'Associazione radicale «Il Detenuto Ignoto»), Alessandro Gerardi (membro del consiglio generale di Radicali italiani) e Valentina Angela Stella dell'Associazione Luca Coscioni;

la precedente visita al carcere di Parma, effettuata assieme al leader radicale Marco Pannella e a Matteo Angioli del comitato nazionale di Radicali italiani, risale al 1o maggio 2010, ed è stata oggetto dell'interrogazione n. 4-07081 che, nonostante 16 solleciti, non ha mai ottenuto risposta;

nel corso della recente visita guidata dal dottor Silvio Di Gregorio e dal vice commissario Sergio Aldo Foresta, è stata riscontrata la seguente situazione:

i detenuti presenti sono 616 per una capienza regolamentare di 385 posti, il che vuol dire che l'istituto di Parma ospita 231 detenuti in più di quelli previsti dalla normativa vigente; il sovraffollamento peraltro è soprattutto concentrato nelle sezioni che ospitano detenuti comuni;

fra i 616 detenuti sono comprese 58 persone in regime di 41-bis e 75 in regime di alta sicurezza; i detenuti comuni sono 483;

l'istituto ha al suo interno un centro clinico con 24 celle, un centro per paraplegici con 9 celle, una sezione Z per detenuti familiari di collaboratori di giustizia, una sezione protetti con 12 celle e una sezione per minorati psichici con 25 celle;

la prevista costruzione di un nuovo padiglione di 200 posti che costerà 13,1 milioni di euro - già segnalata nell'interrogazione del 2010 - ancora non è iniziata e, dalle notizie raccolte, sono state eseguite le trivellazioni; nel sito www.pianocarceri.it è scritto che la gara è conclusa e che sono «in corso di verifica offerte anomale»;

i detenuti in attesa di giudizio sono in tutto 220 di cui 122 imputati, 44 appellanti e 54 ricorrenti; i tossicodipendenti sono in tutto 80 di cui 7 in terapia metadonica; i sieropositivi sono 4; coloro che sono affetti da epatite C sono 29 mentre coloro che sono affetti da patologie di tipo psichiatrico sono 64; i detenuti stranieri sono 191;

quanto al lavoro, 155 detenuti sono i lavoranti dipendenti dall'amministrazione; i semiliberi che lavorano in proprio sono 2; i semiliberi che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni sono 8; 14 sono invece i detenuti ammessi al lavoro esterno (l'articolo 21 ordinamento penitenziario);

la carenza dell'organico degli agenti di polizia penitenziaria è notevole: dei 479 previsti in pianta organica gli effettivamente assegnati sono 406 ma gli effettivamente in servizio sono 382 di cui 35 unità alle dipendenze del G.O.M. di Roma addetti alla vigilanza e gestione dei soggetti sottoposti al regime di 41-bis; le carenze più vistose si registrano fra gli ispettori (ne mancano 36 rispetto alla pianta organica, una carenza pari al 67 per cento), i sovrintendenti (ne mancano 33 rispetto alla pianta organica, una carenza pari al 67 per cento) mentre per quel che riguarda gli agenti ne mancano 45 con una carenza che si aggira attorno al 12 per cento;

significativo è il numero di traduzioni effettuate dal NTP (nucleo traduzioni e piantonamenti) dall'inizio dell'anno al momento della visita della delegazione radicale: in tutto ben 1.153 così suddivise: in aule di giustizia in sede e fuori sede, 361; da istituto a istituto, 141; in luogo esterno di cura, 540; per visite urgenti, 111; tutto questo lavoro viene svolto da 40 unità operative così suddivise: 2 ispettori, 2 sovrintendenti, 36 agenti e assistenti;

gli educatori sono in tutto 9 rispetto ai 12 assegnati, mentre gli psicologi ex articolo 80 sono solamente 2 e si sono visti ridurre le ore mensili; la prima accoglienza dei detenuti è a carico della ASL con uno psicologo e uno psichiatra;

molti dei detenuti sono ristretti a centinaia di chilometri dalle loro famiglie costretti così a rinunciare a contatti affettivi fondamentali ai fini della rieducazione;

all'interno del carcere sono presenti le scuole elementari e medie, i corsi per geometri e ragionieri e i corsi di formazione professionale come quelli per giardiniere, mentre è stato interrotto quello per panettiere;

nel corso della visita, durata 8 ore, sono stati incontrati, oltre al personale, numerosi detenuti molti dei quali al 41-bis che avevano scritto alla prima firmataria facendo presenti diverse problematiche; si segnalano:

P.F.: 58 anni, cardiopatico e malato di leucemia, da 8 anni in regime di 41-bis; effettua la chemioterapia ogni giorno e non è perfettamente autonomo (ad esempio nel farsi la doccia); i suoi legali hanno presentato istanza di incompatibilità con il regime carcerario che è stata recentemente respinta; fa solamente 1/2 colloqui all'anno perché i suoi familiari non hanno il denaro per i viaggi;

V.A.: ci tiene a sottolineare che gli agenti sono umani ma si lamenta per le disposizioni restrittive riguardanti il cibo proveniente dai familiari; il comandante spiega che le restrizioni sono relative a quegli alimenti che richiederebbero controlli troppo approfonditi e quindi con tempi molto lunghi di ispezione;

F.S.: 60 anni, da 8 anni al 41-bis di Parma, catturato da latitante in Polonia; è in isolamento diurno da 6 mesi e deve restarci altri 2 anni e mezzo; sostiene che, soprattutto d'estate con il blindo chiuso tutto il giorno «viene voglia di impiccarsi»; ha fatto domanda per vedere i nipoti minori di 12 anni ma è stata respinta perché «priva di motivazione»;

G.C.: da 6 anni al 41-bis, dove entra da incensurato; studia matematica e si lamenta del fatto che gli è impedito di usare la calcolatrice scientifica; ha fatto richiesta per usufruire della sala computer, ma non ha ricevuto risposta;

G.D.L.: si lamenta del dimezzamento del numero di ore per il passeggio e la socialità e afferma «anche a Guantanamo fanno 4 ore al giorno»;

N.M. 44 anni, da 7 anni e mezzo al 41-bis; attualmente in isolamento diurno; si lamenta che non può cucinare in cella e che quindi si possano acquistare solo prodotti precotti; lavora all'interno del carcere come porta-vitto per un'ora e mezza al giorno; evidenzia come la TV che hanno in cella sia sintonizzata solo su 7 canali (3 Rai, 3 Mediaset e La7) e che siano stati «oscurati» Raisport1 e Rai4 (non è possibile vedere neanche Rai-Storia); il vice Commissario spiega che per ogni canale ci vuole una particolare scheda e che, al momento, non hanno i fondi per garantire tutti i canali; inoltre alcuni canali sono stati tagliati perché i filtri non sono abbastanza potenti da sostenerli tutti per tutto il carcere; in sintesi, meno canali ma a tutti i detenuti; uno solo è il canale radiofonico che possono ascoltare i detenuti al 41-bis ed è gestito direttamente dl personale; N. M. si duole anche del fatto che i magistrati di sorveglianza, dottoressa Nadia Buttelli e dottoressa Manuela Mirandola, non rispondono alle sue istanze scritte e alle sue richieste d'incontro;

D.T.: è rammaricato perché non lo fanno più lavorare; afferma che per problemi al ginocchio non può fare lo scopino, ma potrebbe fare il porta-vitto; tuttavia le regole interne escludono dal lavoro chi non è disponibile a svolgere tutte le mansioni previste;

A. afferma che il muro di cinta serve soprattutto a non far entrare la legge nel carcere di Parma; recrimina il fatto che i farmaci siano consegnati senza «bugiardini» e che la sala colloqui del 41-bis è un forno d'estate e un frigorifero d'inverno tanto per i detenuti e familiari quanto per gli agenti; il tutto è confermato dal vice comandante che spiega che, per assicurare il necessario riciclo dell'aria è stata installata una pompa che la immette nelle sale colloqui dall'esterno: caldissima d'estate, freddissima d'inverno;

G.G.: da 3 anni al 41-bis; afferma che prima delle nuove disposizioni i familiari potevano portargli dei libri, cosa che adesso non è più possibile: ora si possono acquistare solo tramite il carcere o prendere in prestito quelli della biblioteca; il vice commissario spiega che attraverso i libri potrebbero filtrare dei messaggi, quindi gli agenti dovrebbero controllare pagina per pagina per verificare ad esempio che non siano state rilegate in modo particolare e questo prenderebbe troppo tempo;

G. M. 78 anni, da 8 anni al 41-bis di Parma; affetto da gravi patologie (da sette anni ha il catetere) si rammarica del fatto che non sia possibile interloquire con nessuno: con chiunque lui chieda di parlare, non ottiene mai un colloquio;

P. G. 35 anni e già nonno, da 6 anni al 41-bis; a lui è stata concessa la visita con la nipotina;

S. C. 30 anni, da 6 anni a Parma al 41-bis, ha 2 figli minori che vede ogni 5-6 mesi per dieci minuti; si lamenta per la mancanza di forniture per pulire la cella e del divieto di regalare giocattoli ai figli durante i colloqui;

G.A afferma di soffrire di acufene, disturbo costituito da rumori che, sotto diversa forma (fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni e altro) vengono percepiti in un orecchio, in entrambi o, in generale, nella testa;

F.D.G.: catanese, 46 anni, è dal 1995 al 41-bis; è affetto da acufene dal 2004; dice di non riposare più bene e di avere problemi a mantenere l'equilibrio; per curarsi avrebbe bisogno della terapia TRT (tinnitus retraining therapy) che aiuterebbe a reindirizzare il rumore; secondo F.D.G. solo poche cliniche in Italia effettuano questi trattamenti, Firenze e Roma, e segnala, come specialisti i professori Giancarlo Cianfrone e Angelo Gandolfi; afferma di non aver ricevuto risposta alle sue richieste di cura;

F.C dice «siamo tutti morti viventi, trattati peggio dei cani, malati di cancro, al 41-bis tutti ci ammaliamo di cancro»;

V.B uscirà fra pochi mesi; infatti, il suo fine pena il 9 febbraio 2013;

T.G. operato recentemente di tumore alla mammella è in attesa dell'esito dell'esame istologico; gli è stata fornita una macchina per respirare perché va spesso in apnea; racconta che è stata rigettata l'istanza per i domiciliari o, in subordine, la richiesta di una visita di un medico di parte;

G.C. diplomato maestro d'arte, è in attesa di giudizio e da 10 mesi è al 41-bis; si rammarica del fatto che non gli sia consentito di dipingere in cella e di usare i colori acrilici; il «righello» gli è stato autorizzato ma non può portarlo in cella;

D.B. si chiede come mai i detenuti dissociati, come lui, devono stare nello stesso gruppo dei non dissociati; avendo il figlio carcerato a Badu e Carros e la moglie a Vigevano chiede il motivo per il quale i tre familiari non siano reclusi negli istituti di una sola regione fatto che faciliterebbe i colloqui con i parenti;

W.S. è dal 1998 al 41-bis; racconta: «se fosse possibile chiederei la pena di morte pur di non stare qui, liberando così anche i miei figli»; racconta che non gli hanno concesso nemmeno il permesso per andare ai funerali dei genitori e che, soprattutto dall'arrivo del GOM, subisce continue piccole vessazioni che si aggiungono allo strazio di stare al 41-bis; afferma di non aver mai ricevuto il regolamento interno ed, effettivamente, sembra che esso non ci sia proprio; fa presente di essere affetto da una patologia agli occhi (cheratocono), per la quale deve portare delle particolari lenti a contatto che però non può sempre indossare perché gli è stato sottratto lo specchietto con il quale può sistemarle durante il giorno;

V.D.M. 68 anni, cardiopatico con 3 bypass e due ernie vertebrali; fa presente che è stata rigettata la sua richiesta per una sedia con lo schienale perché mancherebbe la relazione del medico; soffre anche di cataratta ma ha fatto l'ultima visita 2 anni fa;

G.F. 86 anni, appare in uno stato di salute fortemente compromesso; afferma che le infiltrazioni che gli hanno fatto recentemente non hanno avuto l'effetto positivo delle precedenti; non può stare seduto e non va mai all'aria;

G.F. è trovato dalla delegazione radicale sdraiato e immobile su un letto, con il catetere e il pannolone, assistito da un detenuto piantone che deve assisterlo in tutto, anche per espletare le funzioni fisiologiche; non è assolutamente in grado di svolgere alcun atto quotidiano della vita; appare sedato e non lucido: mentre risponde in modo sconnesso e con un filo di voce alle domande, chiude gli occhi e si addormenta; il caso è stato immediatamente segnalato dall'interrogante ai responsabili del DAP;

B.P. è in regime di 41-bis in un reparto isolato; sorvegliato a vista 24 ore su 24 a seguito del recente tentativo di suicidio; è apparso poco lucido e sicuramente non in grado di rispondere a tono alle domande che gli sono state rivolte sul suo stato di salute;

I.A. è nella sezione «protetti», ha 54 anni e da quando sta a Parma non ha più fatto controlli esterni per l'ictus che lo ha colpito molti anni fa; appare, infatti, debilitato; fa colloqui solo con il fratello che, comunque, lo va a trovare raramente mentre la figlia non la vede più da tempo perché è madre di una bambina piccola e non può spostarsi da Messina a Parma; afferma che dal punto di vista sanitario si trovava meglio a Opera; vorrebbe andare a Messina per stare vicino alla famiglia;

G.M. è in alta sicurezza ed è stato trasferito da Spoleto a Parma il 31 luglio 2012; è molto scoraggiato perché a Spoleto frequentava il 4° anno della «scuola d'arte» che a Parma non c'è; pertanto, è stato costretto ad abbandonare il suo percorso di studio; dice che con il trasferimento è passato dalle stelle alle stalle;

anche in AS1 non è consentito l'uso della calcolatrice e del computer in cella; è solo possibile frequentare la sala computer dove però ce ne sono solo due malfunzionanti; anche nella sezione AS1 non esiste un regolamento interno;

M.L. è entrato in carcere dai domiciliari; è su una sedia a rotelle e per tutta la durata dell'incontro la delegazione ha potuto constatare che non riesce a tenere le gambe ferme essendo la parte inferiore del corpo costantemente interessata da movimenti spastici; è infatti affetto da 4 anni da una disfunzione ereditaria del sistema neurovegetativo della quale non si conoscono esattamente le cause; pur assumendo almeno 4.000 calorie al giorno continua costantemente a perdere peso; lamenta un non positivo rapporto con il medico del carcere e di non essere sottoposto alle necessarie cure del caso; il suo fine pena - che peraltro deve essere aggiornato - è fissato nel 2016;

in un dibattito trasmesso da Radio radicale il 22 settembre scorso, l'interrogante ha potuto ascoltare l'intervento del Garante regionale dell'Emilia Romagna, avvocato Desi Bruno, che rendeva nota una lettera inviata al suo ufficio (e al DAP) da decine di detenuti comuni del carcere di Parma; nella lettera, intitolata «un grido d'aiuto per non giungere alla disperazione», si chiedono più controlli sanitari e accesso alle cure mediche, di non essere costretti a trascorrere nell'ozio 21 delle 24 ore quotidiane, di poter essere alimentati decentemente, di poter avere le forniture igienico-sanitarie che non vengono fornite da mesi -:

quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere di Parma, in particolare, entro quali tempi si prevede che l'istituto possa rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti;

a che punto siano i lavori relativi alla costruzione del nuovo padiglione e con quali agenti, educatori, psicologi, personale amministrativo si intenda renderlo operativo;

cosa vuol dire esattamente che la gara è conclusa e che sono «in corso di verifica offerte anomale»; quanto durerà questa verifica e quale ditta ha effettuato le trivellazioni;

cosa intendano fare, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, se sia noto, entro quali tempi verrà garantita loro un'adeguata assistenza medica e psicologica;

cosa si intenda fare per implementare l'attività trattamentale dei detenuti, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione;

cosa intenda fare il Governo per applicare finalmente quanto previsto dall'ordinamento penitenziario per consentire ai detenuti di scontare la pena il più vicino possibile al luogo di residenza delle proprie famiglie;

se non si intendano adottare, per quanto di competenza, le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena;

se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per coloro che hanno quasi finito di scontare la pena;

se il Governo non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione;

quale sia il motivo per il quale nel carcere di Parma - compresa la sezione che ospita il 41-bis - non vi sia un regolamento interno;

se e come intenda rimuovere le numerose altre più o meno grandi restrizioni cui sono sottoposti i detenuti che già sono sottoposti al duro regime del 41-bis; in particolare quali motivi di «sicurezza» impediscono ai detenuti di avere una calcolatrice in cella, o i pennelli e i colori per dipingere, o i pc portatili per motivi di studio;

se non intenda adottare le opportune iniziative anche di carattere normativo affinché ai detenuti ristretti al 41-bis sia concessa la possibilità di cuocersi i cibi in cella, atteso che il divieto di cucinare non ha alcuna relazione con l'obiettivo di evitare i collegamenti dei detenuti con l'esterno;

cosa si intenda fare per assicurare anche ai detenuti del 41-bis un percorso di riabilitazione e di reinserimento attraverso il lavoro e lo studio;

cosa intenda dire sui casi riportati in premessa;

se intenda immediatamente dare disposizioni per risolvere il problema segnalato in premessa dell'insalubrità della sala colloqui dei detenuti al 41-bis;

cosa intenda rispondere alle puntuali richieste inviate anche al DAP, oltre che al garante dell'Emilia Romagna, dai detenuti comuni del carcere di Parma. (4-17767)