ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17766

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 690 del 24/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: LUSSANA CAROLINA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 24/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONTAGNOLI ALESSANDRO LEGA NORD PADANIA 24/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17766
presentata da
CAROLINA LUSSANA
lunedì 24 settembre 2012, seduta n.690

LUSSANA e MONTAGNOLI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

i giornali riportano l'ennesima notizia riguardo le incomprensibili modalità di amministrare la giustizia da parte di certa magistratura, che suscitano sconcerto per la clemenza dimostrata nei confronti di un assassino, mentre sembrano trascurare la dovuta tutela delle vittime dei reati;

la vicenda riguarda il primario di un ospedale di Como, recluso nel carcere di San Vittore per aver ucciso tre mesi fa a Legnago la ex moglie di 38 anni con 80 colpi alla testa, alla presenza del figlio di 7 anni, oggi rimasto orfano con altri due fratellini di soli 5 e 2 anni;

in base a quanto pubblicato dal Giornale, l'assassino sembrerebbe essere già uscito dal carcere di San Vittore, dove gli investigatori del commissariato di Legnago si sono recati nei giorni scorsi per notificargli un provvedimento con l'amara scoperta che colui che avevano contribuito a fare arrestare risulterebbe già ammesso agli arresti domiciliari dal 1o agosto 2012;

è immaginabile lo sconcerto dei poliziotti nello scoprire che colui che avevano arrestato solo 40 giorni prima con l'accusa di omicidio volontario aggravato, era già uscito dal carcere e sembrerebbe attualmente ricoverato in una clinica privata lombarda, secondo quanto appreso dalle indicazioni degli impiegati dell'amministrazione penitenziaria del carcere;

un'altra vicenda di cronaca svoltasi in Toscana ha avuto il medesimo epilogo, dato che nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari di Grosseto ha concesso gli arresti domiciliari in comunità al ventenne Matteo Gorelli, accusato di omicidio pluriaggravato e tentato omicidio;

la vicenda risale al 25 aprile 2011, quando quattro giovani, tutti minorenni ad esclusione di Gorelli, fermati da due carabinieri per un controllo alcoolemico nei pressi di Sorano, in provincia di Grosseto, reagiscono violentemente, tanto che il carabiniere Antonio Samarelli muore l'11 maggio 2012, a soli 44 anni in una clinica per persone in stato vegetativo, dopo aver trascorso un anno in stato di coma a seguito delle gravissime lesioni cerebrali riportate nel pestaggio, mentre l'altro carabiniere, Domenico Marino di 34 anni, era stato ferito, riportando lesioni gravi e permanenti ad un occhio;

alla sollecita clemenza mostrata nei confronti dell'imputato con la concessione degli arresti domiciliari, fa riscontro una non altrettanto celere trattazione della causa, che ha già subito svariati rinvii e dove, giustamente, si è costituita parte civile l'Associazione di volontariato «Vittime del Dovere», composta principalmente da appartenenti alle forze dell'ordine e armate caduti o feriti nell'adempimento del loro dovere;

risulta del tutto incomprensibile tale sollecita attenzione dimostrata nei confronti di imputati di reati tanto efferati, mentre sembra posta in secondo piano la tutela delle vittime e dei familiari;

il primo intervento del Ministro, attraverso la promozione della legge cosiddetta «svuota carceri», ad avviso degli interroganti ha contribuito a legittimare simili decisioni della magistratura sulla disinvolta concessione di misure alternative al carcere -:

se il Ministro, oltre ai preannunciati altri interventi strutturali di riforma delle misure alternative alla detenzione e depenalizzazione dei reati minori, tutti univocamente tesi a ridurre il numero dei detenuti nelle carceri italiane, intenda dedicare altrettanta attenzione alle iniziative per adeguare la vigente legislazione italiana, dato che nel nostro ordinamento ancora non esiste una normativa generale sostanziale a tutela di tutte le vittime dei reati. (4-17766)