ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17701

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 688 del 19/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: SBAI SOUAD
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 19/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 19/09/2012
Stato iter:
22/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/11/2012

CONCLUSO IL 22/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17701
presentata da
SOUAD SBAI
mercoledì 19 settembre 2012, seduta n.688

SBAI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

dopo la Primavera Araba c'è stato un inasprirsi dell'estremismo religioso di matrice islamica;

il video, pubblicato su Youtube a spezzoni, «The Innocence of Muslims» ha creato polemica e rivolta di massa nei paesi arabi e non;

queste sommosse hanno preso a pretesto il film per colpire sedi diplomatiche americane ed europee (l'ambasciata tedesca a Khartoum in Sudan è stata occupata e incendiata e a Tunisi un attentato è stato sventato all'ultimo istante);

in Libia, a Bengasi, queste sommosse hanno causato la morte dell'ambasciatore americano Chris Stevens;

stando ai media, si apprende che dal Marocco alla Malaysia nessun paese dove l'Islam è religione maggioritaria sia rimasto esente dagli scontri;

in questo clima si è inserito il proclama di Al Qaeda, che ha chiamato i suoi adepti ad attaccare le ambasciate Usa e ad uccidere i diplomatici;

anche le nostre sedi diplomatiche sono, come le altre europee soprattutto in determinati quadranti come quello afgano, costantemente a rischio;

preme ricordare all'interrogante che abbiamo ancora in Tunisia e in altri Paesi arabi dei bambini italiani contesi, la cui sorte, con la progressiva chiusura di queste realtà, potrebbe divenire assai incerta;

un caso su tutti, quello della piccola Martina, sequestrata dal padre, il signor Hassen Abdeljelidi, nazionalità tunisina, per farla vivere islamically correct, il cui sequestro prosegue ormai da un anno 4 mesi;

preme altresì ricordare che sussistono numerose aziende e attività imprenditoriali e non in quei territori, il che preoccupa in relazione alla sicurezza delle persone che prendono parte a tali attività -:

se intenda il Governo sollecitare una più ampia protezione in relazione alle sedi diplomatiche italiane nei paesi coinvolti dalla protesta;

se intenda il Governo relazionare su eventuali azioni da intraprendere o già intraprese per tutelare la sicurezza dei cittadini italiani ivi residenti;

se intenda il Governo esercitare ogni azione di competenza affinché tornino in Italia i bambini contesi e per i quali la giustizia italiana ha già emesso sentenze positive in tal senso. (4-17701)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 22 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 722
All'Interrogazione 4-17701 presentata da
SOUAD SBAI

Risposta. - L'attuale contingenza internazionale, caratterizzata da una serie di proteste ed attacchi ad ambasciate occidentali in vari Paesi, dal Nord Africa al sud-est asiatico, sull'onda delle manifestazioni contro un filmato anti-islamico diffuso su internet, ha richiesto un maggiore grado di allerta da parte di tutti i Paesi occidentali ed anche l'Italia, ed il Ministero degli affari esteri in particolare, ha prestato un'ulteriore, speciale attenzione agli aspetti di sicurezza delle nostre sedi all'estero: ambasciate, uffici consolari ed istituti di cultura.
Tutte le nostre sedi estere, a prescindere dalle situazioni di emergenza, sono dotate di misure di sicurezza di base che includono appropriate tecnologie e, in alcuni casi, la presenza di militari dell'arma dei carabinieri. In coordinamento con l'unità di crisi del Ministero degli affari esteri, inoltre, tutte le Sedi diplomatico-consolari elaborano piani d'evacuazione e d'emergenza per la tutela del personale interno e delle comunità italiane. Tali piani, a loro volta, sono continuamente aggiornati dalla stessa unità di crisi, anche per mezzo di ricognizioni locali effettuate di concerto con i reparti specializzati del Ministero della difesa.
La tutela delle sedi è garantita da militari dell'arma dei carabinieri, che assicurano la vigilanza e, nelle sedi più esposte, garantiscono un servizio di protezione e scorta al capo missione ed al personale diplomatico-consolare con elementi delle unità speciali: reggimenti «Tuscania», «Friuli Venezia Giulia» e «Laives». Attualmente, i carabinieri dislocati in tutta la rete per attività di vigilanza sono 225, oltre a 14 in missione temporanea nelle sedi in cui la sicurezza ha raggiunto livelli di criticità. I militari dispiegati per le attività di protezione e scorta sono circa 130. In caso di emergenza tali approntamenti possono essere rafforzati, a seconda delle circostanze, con interventi strutturali e rinforzi del personale di vigilanza e protezione.
A tale proposito, va sottolineato che già ad agosto sono state destinate alla sede di Tripoli nuove auto blindate e che, grazie ad un apposito volo militare, sono giunte a Bengasi due auto blindate e un contingente di protezione di quattro militari del reggimento del corpo dei carabinieri «Tuscania», da tempo predisposto. Tale attività di rinforzo, precedentemente pianificata, ha tra l'altro interessato nei mesi scorsi diverse Sedi, anche a seguito dell'analisi condotta dall'unità di crisi con gli altri organismi competenti. In particolare, già nel corso dell'anno era stato disposto il rafforzamento del contingente di protezione presso l'Ambasciata al Cairo, con un contingente di 10 carabinieri del «Tuscania», poi sostituito da altrettanti 8 del «Laives». In Yemen, d'altra parte, è stata inviata una scorta di 4 carabinieri del «Laives» ed altri 4 sono in arrivo.
Oltre agli interventi di protezione attiva e passiva è anche prevista una serie di regole e di misure cautelari che entrano in vigore quando intervengono condizioni di emergenza, tra cui: rientro dei congiunti, riduzioni di personale, piani di evacuazione, norme di cautela nei movimenti, orari ridotti o chiusura temporanea degli uffici, utilizzo di autovetture di servizio nei trasferimenti del personale, e altro. Non appena verificatisi i primi disordini, il Ministero degli affari esteri ha impartito istruzioni chiare a tutte le sedi per adottare le misure necessarie per il rientro dei congiunti e degli impiegati non essenziali per ridurre l'esposizione del personale, garantendo tuttavia la funzionalità minima per tutelare le comunità italiane sul posto.
In tale specifica circostanza, che ha riguardato soprattutto le sedi di Bengasi, Tripoli, Il Cairo, Alessandria, Sana'a, Islamabad, Karachi, Gerusalemme, Algeri, Tunisi, Tel Aviv, Amman, Dakha, Khartoum, Abuja, Lagos, Nairobi, Kuala Lumpur e Jakarta, il Ministero affari esteri ha disposto l'innalzamento del livello di allerta.
Le strutture dell'unità di crisi del Ministero degli affari esteri seguono, in costante coordinamento con le nostre Rappresentanze diplomatiche, l'evoluzione delle diverse situazioni e provvedono a fornire informazioni di sicurezza e norme di comportamento ai connazionali presenti. L'unità di crisi, in coordinamento con le sedi interessate ha disposto in particolare l'invio massimo di sms di emergenza ai connazionali nei paesi interessati, con la raccomandazione di evitare gli assembramenti, rispettare i coprifuoco, costituire in via prudenziale scorte di acqua, viveri, medicinali, carburante e richiamando i numeri di emergenza delle ambasciate di riferimento. L'unità di crisi ha inoltre aggiornato tutti gli avvisi relativi ai paesi interessati sul sito «Viaggiare Sicuri», per assicurare informazioni aggiornate e capillari per tutti i connazionali residenti e in partenza dall'Italia, mentre è stato disposto il rinforzo del contingente militare in servizio presso ognuna delle rappresentanze sopra citate, nonché l'incremento delle dotazioni di comunicazione e di sicurezza (auto blindate, giubbotti antiproiettile, e altro). A livello centrale, infine, l'unità di crisi ha promosso un coordinamento con il comando operativo di vertice interforze (COI) e con il comando operativo delle forze speciali (COFS), che si occupano rispettivamente degli interventi di evacuazione delle comunità italiane e del personale delle sedi diplomatico-consolari. Con entrambi gli enti del Ministero della difesa è in corso un aggiornamento dei piani d'emergenza volti a consentire un tempestivo intervento in caso di necessità.
Anche nella tutela dei minori italiani illecitamente condotti o trattenuti all'estero, l'impegno della Farnesina, per il tramite delle sue rappresentanze diplomatico-consolari, è massimo ed incessante.
Non essendo in vigore tra l'Italia ed i paesi citati dall'interrogante la convenzione dell'Aja del 25 ottobre 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, l'operato del Ministero degli affari esteri è volto a prestare ogni possibile assistenza al connazionale che ha subito la sottrazione e ad intervenire presso le competenti Autorità locali per sensibilizzarle sul diritto del minore a non essere sradicato dal suo contesto di residenza abituale, facendo leva sui principi generali sanciti dalla convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989.
La Farnesina è inoltre impegnata - attraverso la task force interministeriale sui minori contesi che riunisce anche funzionari del Ministero della giustizia e dell'interno - a ricercare un'efficace e coordinata collaborazione istituzionale nel fronteggiare i casi di sottrazione internazionale.
Per ciò che concerne in particolare il caso della piccola Martina, fra i numerosi passi svolti - a mero titolo di esempio - si ricorda il recente ed ulteriore intervento del Ministro Terzi presso il suo omologo tunisino Abdessalem per una positiva e rapida conclusione della vicenda. Il 4 settembre, inoltre, l'Ambasciatore d'Italia a Tunisi Benassi ha scritto al Ministro della giustizia tunisina, Nourreddine Bhiri. Il successivo 24 settembre è intervenuto personalmente presso il Segretario di Stato agli affari esteri, Abdouli, ed il Vice direttore generale agli affari consolari, Essid. Ancora, il 27 settembre anche il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Valensise, ha sollevato la vicenda con il Segretario di Stato Abdouli, in occasione di un incontro presso la Farnesina. Da ultimo, il 28 settembre il direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie dello stesso Ministero, Ministro plenipotenziario Ravaglia, ha sensibilizzato personalmente l'ambasciatore tunisino.
Nel rispetto della normativa e dell'autonomia delle magistrature locali, la Farnesina continuerà con la massima determinazione a sviluppare la sua azione di sensibilizzazione diplomatica, affinché tutti i casi di sottrazione a tutt'oggi pendenti possano risolversi positivamente.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.