ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17691

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 688 del 19/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ANTONIONE ROBERTO MISTO-LIBERALI PER L'ITALIA-PLI 19/09/2012
MENIA ROBERTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 19/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 19/09/2012
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 25/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 25/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17691
presentata da
ETTORE ROSATO
mercoledì 19 settembre 2012, seduta n.688

ROSATO, ANTONIONE e MENIA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

l'allegato VIII del Trattato di Pace del 1947 aveva costituito nel porto di Trieste alcune aree nelle quali vigeva il regime di esenzione doganale per le merci che transitavano o venivano trasformate;

il punto franco è un valore aggiunto che serve per lo sviluppo del porto e dei traffici, ed è evidente che questo regime speciale debba essere conservato e attivato laddove le operazioni portuali possano trarre beneficio, cosa che non accade nell'area del porto vecchio di Trieste ormai quasi completamente privo di adeguate strutture e attrezzature portuali;

numerose sono le aree nel sedime portuale o retroportuale di Trieste dove lo spostamento del regime di punto franco, consentito dai trattati, permetterebbe una loro ottimizzazione economica e commerciale;

da lunghi anni e nonostante numerose pressioni in senso contrario la città di Trieste sta tentando un recupero del porto vecchio, con una sua valorizzazione a finalità economiche, turistiche, scientifiche e culturali; operazione che potrebbe portare in Italia significativi investimenti privati;

il progressivo insediamento nell'area di porto vecchio di nuove funzioni, servizi e attività non potranno ottenere alcun, beneficio dalla presenza del punto franco ed anzi, il loro sviluppo è e sarà inevitabilmente compromesso dalla presenza di quelle limitazioni degli accessi che il regime di punto franco necessariamente richiede;

anche a parere degli operatori economici, l'unica condizione irrinunciabile, senza la quale alcun progetto è «performabile», è la libera circolazione delle persone e la possibilità di esercitare qualsiasi attività d'impresa coerentemente con le prescrizioni urbanistiche;

tutto ciò rende indispensabile che siano gli enti locali ad assumere autonomamente le scelte più idonee d'intesa con le linee strategiche di sviluppo nazionale: e l'amministrazione comunale, tramite il sindaco, ha ripetutamente sollecitato una puntuale definizione della questione al fine di elaborare le opportune strategie di sviluppo della città e del suo porto;

la risoluzione 8-00193 impegnava il Governo a «chiarire la corretta interpretazione dei trattati internazionali» circa lo spostamento del punto franco, ed è stata approvata alla luce di quanto espresso dal Governo in Commissione III nell'audizione del sottosegretario di Stato, Marta Dassù, il 18 luglio 2012;

nella risoluzione si faceva cenno al fatto che secondo alcune interpretazioni giuridiche nessuno può modificare o spostare i cosiddetti «punti franchi» senza l'esplicito consenso di tutte le nazioni, che hanno sottoscritto il Trattato di Pace del 1947;

la stessa risoluzione considerava che tale interpretazione non tiene conto dei numerosi e ripetuti episodi che hanno visto il prefetto di Trieste e Commissario di Governo disporre sospensioni e spostamenti di tali aree con un semplice decreto prefettizio;

infatti, come evidenziato dal sottosegretario di Stato, Marta Dassù, nell'audizione nella commissione III della Camera dei deputati il 18 luglio 2012, «appare preferibile la seconda interpretazione - ovvero quella che include la possibilità di spostare le zone franche garantendo l'uso di tali strutture portuali in condizioni di parità per tutto il commercio internazionale - poiché consente l'evoluzione delle strutture portuali senza pregiudicare le funzionalità del Porto, che mantiene sempre le caratteristiche di porto franco, e quindi senza contrastare con lo spirito e la finalità del Trattato di pace e dei successivi strumenti internazionali e senza esporre il nostro Paese a fondate contestazioni da parte delle altre Parti contraenti del Trattato»;

l'interpretazione corretta, quindi, è quella che vede attribuire la piena disponibilità di tali zone alla potestà governativa così come più volte affermato dal Ministro degli affari esteri e dai funzionari dell'ufficio del contenzioso diplomatico;

a seguito del pronunciamento del Governo in Commissione III sulla risoluzione di cui sopra, il 7 settembre scorso il Sindaco di Trieste ha inviato una missiva alle autorità prefettizia e portuale di Trieste esprimendo la formale richiesta dell'amministrazione comunale al commissario di Governo «di avviare il trasferimento del regime di punto franco da una prima porzione del porto vecchio di Trieste a un sito da individuare tempestivamente, ovviamente d'intesa con l'autorità portuale, interessata giustamente a valorizzare le agevolazioni previste da quel regime in quelle aree dove possono utilmente servire allo sviluppo di talune attività portuali»;

il commissario di Governo, che ha la competenza a provvedere l'emanazione di provvedimenti afferenti il «punto franco», ha interessato della richiesta del Comune di Trieste, la, presidenza del Consiglio dei ministri e gli organi ministeriali competenti per le dovute valutazioni circa il consenso e le modalità per lo spostamento proposto;

è opinione condivisa che lo spostamento del punto franco sarebbe anche un segnale chiaro e univoco all'opinione pubblica, ormai priva di speranze, visto lo stato di abbandono a cui l'area è stata a lungo condannata -:

se, in coerenza con l'interpretazione che è stata manifestata in Commissione III il 18 luglio 2012, l'Esecutivo intenda dare risposta e mandato al commissario di Governo di avviare il trasferimento del regime di esenzione doganale come richiesto dall'amministrazione comunale.
(4-17691)