ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17635

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 686 del 17/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: CANNELLA PIETRO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 17/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CORSARO MASSIMO ENRICO POPOLO DELLA LIBERTA' 17/09/2012
LAFFRANCO PIETRO POPOLO DELLA LIBERTA' 17/09/2012
NOLA CARLO POPOLO DELLA LIBERTA' 17/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 24/09/2012
Stato iter:
22/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/11/2012

CONCLUSO IL 22/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17635
presentata da
PIETRO CANNELLA
lunedì 17 settembre 2012, seduta n.686

CANNELLA, CORSARO, LAFFRANCO e NOLA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

nella notte tra l'11 e il 12 settembre 2012 la sede consolare statunitense a Bengasi è stata presa d'assalto da uomini armati. L'azione terroristica è stata condotta con tecniche militari da manifestanti che hanno fatto uso di armi automatiche e lanciarazzi. A seguito dell'attentato sono stati uccisi l'ambasciatore americano in Libia Christopher Stevens, due militari USA addetti alla sicurezza e un funzionario della sede diplomatica. Sulla dinamica esatta, gli autori materiali e le cause sono in corso analisi e indagini ma sembra preponderante la tesi che attribuisce all'estremismo jahadista la matrice dell'atto di terrorismo;

il nostro Paese è ormai da più di un decennio impegnato in operazioni militari internazionali di contrasto al fondamentalismo islamico e, di concerto con gli altri partner europei ed atlantici ha avuto un ruolo politico e diplomatico attivo durante la cosiddetta «primavera araba» -:

se il Governo, a seguito dell'attentato di Bengasi, abbia avviato un monitoraggio delle condizioni di sicurezza delle nostre sedi diplomatiche in Libia e nei Paesi più esposti al pericolo fondamentalista;

quali misure, eventualmente, siano state decise per rafforzare la sicurezza e garantire l'incolumità del nostro personale diplomatico impegnato nelle aree più a rischio.(4-17635)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 22 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 722
All'Interrogazione 4-17635 presentata da
PIETRO CANNELLA

Risposta. - L'attuale contingenza internazionale, caratterizzata da una serie di proteste ed attacchi ad ambasciate occidentali in vari Paesi, dal Nord Africa al Sud-Est asiatico, sull'onda delle manifestazioni contro un filmato anti-islamico diffuso su internet, ha richiesto un maggiore grado di allerta da parte di tutti i Paesi occidentali ed anche l'Italia, ed il Ministero degli affari esteri in particolare, ha prestato un'ulteriore speciale attenzione agli aspetti di sicurezza delle nostre sedi all'estero: ambasciate, uffici consolari ed istituti di cultura.
Tutte le nostre sedi estere, a prescindere dalle situazioni di emergenza, sono dotate di misure di sicurezza di base che includono appropriate tecnologie e, in alcuni casi, la presenza di militari dell'Arma dei Carabinieri. In coordinamento con l'Unità di crisi del Ministero degli affari esteri, inoltre, tutte le sedi diplomatico-consolari elaborano piani d'evacuazione e d'emergenza per la tutela del personale interno e delle comunità italiane. Tali piani, a loro volta, sono continuamente aggiornati dalla stessa unità di crisi, anche per mezzo di ricognizioni locali effettuate di concerto con i reparti specializzati del Ministero della difesa.
La tutela delle sedi è garantita da militari dell'Arma dei carabinieri, che assicurano la vigilanza e, nelle sedi più esposte, garantiscono un servizio di protezione e scorta al capo missione ed al personale diplomatico-consolare con elementi delle unità speciali: reggimenti «Tuscania», «Friuli Venezia Giulia» e «Laives». Attualmente, i carabinieri dislocati in tutta la rete per attività di vigilanza sono 225, oltre a 14 in missione temporanea nelle sedi in cui la sicurezza ha raggiunto livelli di criticità. I militari dispiegati per le attività di protezione e scorta sono circa 130. In caso di emergenza tali approntamenti possono essere rafforzati, a seconda delle circostanze, con interventi strutturali e rinforzi del personale di vigilanza e protezione.
A tale proposito, va sottolineato che già ad agosto sono state destinate alla sede di Tripoli nuove auto blindate e che, grazie ad un apposito volo militare, sono giunte a Bengasi due auto blindate e un contingente di protezione di quattro militari del reggimento CC «Tuscania», da tempo predisposto. Tale attività di rinforzo, precedentemente pianificata, ha tra l'altro interessato nei mesi scorsi diverse sedi, anche a seguito dell'apposita analisi condotta dall'unità di crisi con gli altri organismi competenti. In particolare, già nel corso dell'anno era stato disposto il rafforzamento del dispositivo di protezione presso l'ambasciata al Cairo, con un contingente di 10 Carabinieri del «Tuscania», poi sostituito da altrettanti 8 del «Laives». In Yemen, d'altra parte, è stata inviata una scorta di 4 carabinieri del «Laives» ed altri 4 sono in arrivo.
Oltre agli interventi di protezione attiva e passiva è anche prevista una serie di regole e di misure cautelari che entrano in vigore quando intervengono condizioni di emergenza, tra cui: rientro dei congiunti, riduzioni di personale, piani di evacuazione, norme di cautela nei movimenti, orari ridotti o chiusura temporanea degli uffici, utilizzo di autovetture di servizio nei trasferimenti del personale e altro. Non appena verificatisi i primi disordini, il Ministero degli affari esteri ha impartito istruzioni chiare a tutte le Sedi per adottare le misure necessarie per il rientro dei congiunti e degli impiegati non essenziali per ridurre l'esposizione del personale, garantendo tuttavia la funzionalità minima per tutelare le comunità italiane sul posto.
In tale specifica circostanza, che ha riguardato soprattutto le sedi di Bengasi, Tripoli, Il Cairo, Alessandria, Sana'a, Islamabad, Karachi, Gerusalemme, Algeri, Tunisi, Tel Aviv, Amman, Dakha, Khartoum, Abuja, Lagos, Nairobi, Kuala Lumpur e Jakarta, il Ministero degli affari esteri ha disposto l'innalzamento del livello di allerta.
Le strutture dell'Unità di crisi del Ministero degli affari esteri seguono, in costante coordinamento con le nostre rappresentanze diplomatiche, l'evoluzione delle diverse situazioni e provvedono a fornire informazioni di sicurezza e norme di comportamento ai connazionali presenti. L'Unità di crisi, in coordinamento con le sedi interessate, ha disposto in particolare l'invio massivo di sms di emergenza ai connazionali nei Paesi interessati, con la raccomandazione di evitare gli assembramenti, rispettare i coprifuoco, costituire in via prudenziale scorte di acqua, viveri, medicinali, carburante e richiamando i numeri di emergenza delle ambasciate di riferimento. L'unità di crisi ha inoltre aggiornato tutti gli avvisi relativi ai Paesi interessati sul sito «Viaggiare Sicuri», per assicurare informazioni puntuali e capillari per tutti i connazionali residenti e in partenza dall'Italia, mentre è stato disposto il rinforzo del contingente militare in servizio presso ognuna delle rappresentanze sopra citate, nonché l'incremento delle dotazioni di comunicazione e di sicurezza (auto blindate, giubbotti antiproiettile, e altro). A livello centrale, infine, l'unità di crisi ha promosso un coordinamento con il Comando operativo di vertice interforze (Coi) e con il Comando operativo delle forze ospedali (Cofs), che si occupano rispettivamente degli interventi di evacuazione delle comunità italiane e del personale delle sedi diplomatico-consolari. Con entrambi gli enti del Ministero della difesa è in corso un aggiornamento dei piani d'emergenza volti a consentire un tempestivo intervento in caso di necessità.
È infine opportuno sottolineare che tali gravose attività - sia di prevenzione che operative - necessitano per propria natura di disporre con continuità di adeguate risorse, anche in periodi di difficoltà economica generale. Ciò al fine di consentire, anche in situazioni di estrema urgenza e con la massima rapidità, efficaci interventi da parte delle strutture della Farnesina preposte alla tutela dei cittadini e degli interessi italiani oltre confine.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.