ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17627

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 685 del 13/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 13/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 13/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 15/11/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17627
presentata da
GIORGIO JANNONE
giovedì 13 settembre 2012, seduta n.685

JANNONE. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

nonostante la diminuzione dei flussi di denaro destinati ad opere a rischio d'infiltrazione mafiosa, i fatturati delle cosche specializzate nell'aggressione all'ambiente aumentano perché i clan diventano più aggressivi e il denaro illegale si muove in maniera sempre più disinvolta nei circuiti della finanza internazionale. È la denuncia che viene dall'ultimo rapporto di Legambiente, Ecomafia 2012. Una tendenza confermata dai numeri. Nel 2011 i traffici gestiti da ecomafiosi sono arrivati a quota 16,6 miliardi di euro. I reati sono aumentati del 10 per cento, arrivando a 93 al giorno. In particolare, sono triplicati gli illeciti nel settore agroalimentare e in quello del patrimonio artistico. In crescita anche gli incendi boschivi e i reati contro gli animali;

il rapporto registra un affondo aiutato da complicità che cominciano a venire alla luce grazie a una maggiore pressione delle forze investigative che, nel 2011, hanno effettuato 8.765 sequestri, 305 arresti (100 in più rispetto all'anno precedente) con 27.969 persone denunciate (7,8 per cento in più rispetto al 2010). Solo nei primi mesi del 2012 ben 18 amministrazioni comunali sono state sciolte per infiltrazione mafiosa e commissariate (erano 6 lo scorso anno). «Il confine tra legalità e illegalità è sempre più labile», commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. «Questa mafia, che si è trasformata per diffondersi ovunque, sembra non essere intaccata nemmeno dagli arresti dei boss. Mentre l'unico strumento che si è dimostrato efficace, la destinazione sociale dei beni confiscati, rischia di essere rimesso in discussione dall'ipotesi di vendita ai privati, con la concreta possibilità che i beni tornino in mano ai mafiosi. Su oltre 10.500 beni confiscati, infatti, solo 5.835 sono stati destinati a finalità istituzionali o sociali. Il resto è bloccato in un limbo»;

la maggior parte dei reati registrati (il 47,7 per cento) riguarda, purtroppo, ancora una volta quattro regioni del sud d'Italia, con la Campania in testa (5.327 infrazioni), seguita dalla Calabria (3.892), dalla Sicilia (3.552) e dalla Puglia (3.345). Mantiene il quinto posto il Lazio (2.463), mentre la prima regione del Nord in classifica è la Lombardia (con 1.607 reati), seguita dalla Liguria (1.464). «La novità che sta emergendo è l'intensificarsi delle attività di riciclo del denaro sporco e un'internazionalizzazione finanziaria più spinta dei proventi delle attività criminali», osserva Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente. «Ma c'è anche da rilevare per la prima volta una flessione del ciclo illegale legato ai rifiuti e al cemento: segno di una pressione delle indagini che comincia a produrre i primi effetti. Ora c'è bisogno di un ulteriore salto. Per questo lanciamo la campagna Abbatti l'abuso: le case illegali vanno demolite come prevede la legge» -:

quali interventi il Governo intenda adottare, nel breve periodo, per contrastare efficacemente il fenomeno delle ecomafie, che risulta essere in costante crescita ed evoluzione. (4-17627)