ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17581

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 684 del 12/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 12/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17581
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 12 settembre 2012, seduta n.684

JANNONE. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

gli imprenditori italiani pagano l'elettricità 10 miliardi di euro in più l'anno, rispetto alla media europea: è quanto emerge da un'analisi condotta da Confartigianato che ha misurato lo spread Italia-Unione europea per i costi dell'energia elettrica utilizzata dalle imprese. Se a livello nazionale, lo scorso anno, gli imprenditori hanno pagato 10.077 milioni di euro in più rispetto alla media europea, il conto più salato tocca alle aziende del Nord che complessivamente nel 2011 hanno sborsato per l'energia elettrica 5.848 milioni di euro in più rispetto ai loro colleghi dell'Unione europea. Il divario con l'Europa è di 2.492 milioni di euro per le imprese del Mezzogiorno e di 1.737 milioni di euro per le aziende del Centro. Le regioni più penalizzate sono proprio quelle a maggior concentrazione di imprese: prima tra tutte la Lombardia (2.289 milioni di euro di maggiori costi rispetto alla media Ue), seguita dal Veneto (1.007 milioni di euro in più) dall'Emilia Romagna (con 904 milioni) e dal Piemonte (con 851 milioni);

Milano guida la classifica provinciale per il più ampio divario di oneri per le imprese rispetto all'Europa, con un gap di 555 milioni di euro, seguita da Brescia (467 milioni euro), Roma (447 milioni euro), Torino (343 milioni euro), Bergamo (293 milioni euro). E così, se in media, ogni azienda italiana paga l'energia elettrica 2.259 euro all'anno in più rispetto agli imprenditori europei, questo gap si allarga per le imprese del Friuli Venezia Giulia (4.108 euro), della Sardegna (3.471 euro per ciascuna impresa), della Lombardia (2.791 euro). «In Italia - precisano da Confartigianato - la corsa dei prezzi dell'elettricità per uso industriale sembra inarrestabile: tra il 2009 e il 2011 sono aumentati del 17,4 per cento, a fronte del + 9,5 per cento registrato nell'Eurozona»;

«Il costo dell'energia elettrica per uso industriale - conferma il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - è una delle tante zavorre che frenano la corsa delle imprese italiane». Tra il 2010 e il 2011 i rincari si sono attestati all'11 per cento, mentre nell'Unione europea si sono fermati al 5,9 per cento. Tutto ciò non ha fatto che allagare la distanza tra il nostro Paese e l'Europa: nel 2009 il gap per il costo dell'elettricità era del 26,5 per cento per salire al 29,4 per cento nel 2010 e al 35,6 per cento nel 2011. Da considerare, inoltre, anche la pressione fiscale che sulla bolletta energetica del e imprese incide per il 21,1 per cento sul prezzo finale dell'elettricità -:

quali iniziative i Ministri intendano adottare per ridurre la tassazione, in materia di energia elettrica, a carico delle imprese produttive italiane.(4-17581)