ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17580

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 684 del 12/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17580
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 12 settembre 2012, seduta n.684

JANNONE. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

l'Italia ha compiuto numerosi sforzi nel campo delle fonti rinnovabili e dell'abbattimento dei gas serra e ora rischia di fermarsi, a un passo dal traguardo, a causa della mancata attuazione di alcune disposizioni. Se ciò accadesse, vorrebbe dire paralizzare un intero comparto economico che aveva creduto nella scommessa green, mettere a rischio un settore che vale l'1 per cento del prodotto interno lordo, e cancellare decine di migliaia di posti di lavoro. Alcuni giorni fa, il Gse ha diffuso i dati che mostrano come - in un anno molto difficile, segnato da una normativa complessa e discontinua - l'energia pulita sia riuscita a dare una spinta importante all'economia italiana. Al dicembre 2011 - calcola il Gse che ha effettuato oltre 200.000 controlli - risultano messi in rete 335.000 impianti fotovoltaici, eolici, a biomasse, idroelettrici che hanno fornito una produzione di 83 terawattora di energia pulita: più del 26 per cento del totale elettrico;

è stato un exploit utile per l'economia e indispensabile per il bilancio ambientale, come mostrano i dati sulle emissioni serra resi noti dell'Unione europea: più 2,4 per cento. I numeri si riferiscono al 2010 perché le statistiche ufficiali alle volte sono lente e catturano la luce della realtà con un ritardo che, in tempi di oscillazioni molto rapide, può ingannare. La spiegazione del leggero aumento delle emissioni è legata, infatti, oltre che all'inverno freddo, ad una piccola ripresa economica di cui oggi è difficile vedere traccia;

nel 2010 nell'Unione europea si è registrato un aumento di 111 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Un dato apparentemente molto negativo che va però corretto con due osservazioni. La prima è che l'anno precedente aveva segnato un meno 7,3 per cento di emissioni (un crollo nettamente influenzato dalla crisi economica) e il modesto recupero economico del 2010 ha portato a dimezzare questo decremento. La seconda osservazione viene dal direttore dell'Agenzia europea per l'ambiente Jacqueline McGlade: «L'aumento delle emissioni avrebbe potuto essere più netto se non ci fosse stata una rapida espansione delle fonti rinnovabili»;

per l'Italia il bilancio a fine 2010 è - 3 per cento di emissioni serra rispetto al 1990. L'obiettivo da raggiungere al 31 dicembre 2012 è - 6,5 per cento. Quindi manca ancora un taglio del 3,5 per cento, che - accelerazione della crisi a parte - appare difficile possa essere coperto in due anni. Soprattutto se, proprio mentre l'eolico diventa sempre più conveniente, il fotovoltaico è un passo dalla grid parity e le prospettive per geotermico e biomasse si rafforzano, le politiche energetiche nel settore green continueranno a essere governate dall'incertezza e dai continui ripensamenti che stanno paralizzando il settore -:

quali iniziative i Ministri intendano adottare al fine di porre in essere una normativa fattiva che regoli lo sviluppo di sistemi energetici alternativi a quelli tradizionali.(4-17580)