CAPARINI, RAINIERI, GRIMOLDI e FEDRIGA. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
sono migliaia in tutta Italia i neodiplomati che si sono cimentati nei test di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso, in particolare, la più ambita è la facoltà di medicina e chirurgia che ha visto, a fronte di una disponibilità di circa 11 mila posti, una platea di oltre 77 mila aspiranti medici; quindi soltanto 1 su 8 candidati avrà successo;
il numero dei posti messi a disposizione dalle facoltà di medicina è calcolato sulla base del fabbisogno e sulla capacità formativa delle singole sedi ovvero su una relazione corretta tra numero di studenti e capacità formativa dell'ateneo, presidio a difesa della qualità dell'insegnamento universitario e contro la dispersione;
nel 2015 si stima mancheranno circa 7.600 medici, in quanto, a causa dell'abbandono degli studi, i posti a disposizione non saranno sufficienti a coprire il fabbisogno di medici;
l'Osservatorio della conferenza nazionale dei corsi di laurea facoltà di medicina e chirurgia ha certificato che è più facile superare il test di ammissione al Sud dove il punteggio minimo di ammissione è inferiore di ben 9 punti. Evidentemente i candidati che si sottopongono ad un test nelle università del Nord sono nettamente sfavoriti: si passa dai 49 punti di Milano ai 47 punti di Padova, Verona e Udine ai 40 di Messina e ai 38 di Foggia, l'Aquila, Catanzaro, Cagliari e Sassari;
i test di ammissione hanno suscitato più di una perplessità per la natura delle domande ovvero come si possa valutare, nell'arco di due ore, la preparazione del candidato che andrà a formare la platea dei medici migliori in mancanza di quesiti che consentano di valutare la reale attitudine del candidato a seguire con profitto lo specifico percorso universitario;
da fonti giornalistiche ed universitarie si è appreso che nei giorni in cui si sono tenuti i test di ammissione alcune società di tutoraggio proponevano agli studenti «una pista alternativa al test per aggirare l'ostacolo del numero chiuso», naturalmente a pagamento, tramite l'iscrizione di un anno nell'Europa dell'Est per poi trasferirsi in un'università italiana -:
se non intenda assumere iniziative per rivedere la procedura di preselezione per l'accesso alle università rendendo più coerente il numero chiuso ai fini dell'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia con le reali necessità del Paese, secondo le previsioni relative alla disponibilità futura del personale medico, e non solo sulla base delle capacità di assorbimento delle facoltà;
se non si intendano assumere iniziative per introdurre una graduatoria a livello nazionale degli aventi diritto all'accesso alle facoltà in modo da evitare discriminazioni e difformità di giudizio tra Nord e Sud a parità di valore degli elaborati;
quali iniziative di competenza si intendano intraprendere per contrastare il fenomeno delle società che speculano sulle aspettative frustate dei candidati esclusi dal test. (4-17552)