MINASSO. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
i cittadini italiani Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni sono stati accusati dalla magistratura indiana in data 7 febbraio 2010 del reato di omicidio per la morte di Francesco Montis e sono stati arrestati senza avere il supporto, come previsto dalle convenzioni internazionali, di un traduttore giurato;
sono detenuti nel District Jail di Varnasi e sono stati sottoposti ad un processo che si è avvalso di prove ritenute inattendibili da vari esperti;
sono stati condannati sulla base di un'autopsia manifestamente errata (peraltro effettuata da un oculista) che attesta che la morte di Francesco Montis è dovuta a morte per asfissia da strangolamento mentre non vi è alcun dato obiettivo che deponga in tal senso e, anzi, sia palese che la morte è avvenuta per cause naturali;
alcune fonti di stampa italiana, riportate sul sito dell'ONLUS «Prigionieri del Silenzio» e su altri siti web, provano con documentazione rilasciata dal tribunale indiano di Varanasi, luogo in cui i due connazionali hanno subìto il processo, che per tentare di produrre documentazione medica a favore dell'accusa sono stati presentati referti medici che se interpretati da veri esperti in autopsia avrebbero evidenziato l'innocenza dei due detenuti;
purtroppo, invece, l'interpretazione data dal sanitario chiamato dalla pubblica accusa, che altro non è se non un oculista, ha dichiarato la loro colpevolezza;
secondo quanto viene denunciato dall'associazione «Prigionieri del Silenzio» e dal libro «Le voci del Silenzio» (di Fabio Polese e Federico Cenci) le investigazioni sono state lacunose, se non del tutto assenti, e laddove, invece, eseguite sono state omesse prove che avrebbero impedito la celebrazione del processo e consentito il rilascio, già nel 2010, dei nostri connazionali;
nel libro citato vengono sottolineate illegalità e la celebrazione di un processo iniquo da parte degli enti coinvolti nella persecuzione dei due cittadini italiani;
«Prigionieri del Silenzio» informa che, allo stato attuale dei fatti, si può evincere che nella celebrazione del processo ci sia stata una forzatura da parte di persone che potevano fare chiarezza sulla morte del connazionale Francesco Montis e che, invece, hanno voluto coinvolgere e accusare Elisabetta Boncompagni e Tomaso Bruno;
perplessità sulla chiarezza del procedimento sorgono anche dal fatto che la celebrazione dell'appello continua ad essere rimandata -:
se si intenda chiedere per le vie diplomatiche direttamente al Governo indiano di assumere iniziative per fare chiarezza sui fatti sopra esposti anche con riferimento alle prove in virtù delle quali sono tenuti in arresto Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, cittadini di cui non è stata provata la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio;
se, inoltre, il Governo italiano intenda agire per le vie diplomatiche al fine di poter sollecitare il processo di appello già rimandato. (4-17492)