ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17480

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 681 del 06/09/2012
Trasformazioni
Trasformato il 24/10/2012 in 5/08311
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 06/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 06/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 06/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 06/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 06/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 06/09/2012
Stato iter:
24/10/2012
Fasi iter:

TRASFORMA IL 24/10/2012

TRASFORMATO IL 24/10/2012

CONCLUSO IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17480
presentata da
RITA BERNARDINI
giovedì 6 settembre 2012, seduta n.681

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il 2 settembre 2012 sul quotidiano La Repubblica è apparso un articolo di Conchita Sannino intitolato: «Incensurato e disabile: incarcerato per due birre»;

l'articolo citato narra la storia di Marco Penza, 40enne, operatore sociale, disabile, condannato a trenta giorni di arresto per essersi posto al volante - tre anni fa - in stato di ebbrezza;

l'uomo è affetto dall'infanzia da una grave malattia che poco tempo fa, dopo pellegrinaggi sofferti in vari ospedali, non gli ha risparmiato l'amputazione della gamba. Tuttavia, ha la sua vita e le sue relazioni, si occupa di sociale e lavora nella coop Marina Service di Casalvelino, nel cuore del Cilento, dove ha scelto di vivere;

circa tre anni fa Marco Penza, senza alcun precedente penale, viene dunque denunciato a piede libero per guida in stato di ebbrezza, condannato a trenta giorni di arresto, all'uomo non viene concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena nonostante fosse incensurato;

la condanna nel frattempo diviene definitiva e l'avvocato del detenuto non chiede nemmeno la sospensione dell'ordine di carcerazione entro il termine fissato dalla legge; cosicché l'uomo, prima tradotto nell'istituto di Vallo della Lucania e poi in quello di Fuorni (Salerno), si trova in carcere da dieci giorni in attesa che il magistrato titolare del fascicolo «torni dalle ferie» per pronunciarsi sulla richiesta di detenzione domiciliare;

in un primo momento un operatore della polizia penitenziaria è persino costretto, dalle norme, a privare l'uomo della protesi alla gamba. Solo dopo qualche giorno e dopo le proteste degli altri detenuti, finalmente al signor Penza viene restituito l'arto finto;

l'incredibile vicenda è stata portata alla luce da Silvia Ricciardi dell'associazione Jonathan, che si occupa del recupero dei minori a rischio dell'area penale, la quale ha dichiarato: «A volte lo sdegno non trova le parole per esprimersi scrive. Mi vergogno a vivere in questo paese dove la giustizia non è per i cittadini, ma per chi detiene soldi e potere. Un paese che tiene in galera una persona per un reato sanzionabile con una gradualità di risposte alternative al carcere. Un paese che non ha occhi per vedere né cervello, in alcuni casi, per amministrare pene e sanzioni»;

quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro al fine di verificare la sussistenza di eventuali presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati che a vario titolo si sono occupati - e ancora si stanno occupando - della vicenda narrata in premessa;

quali provvedimenti urgenti intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di garantire il rispetto della dignità e del diritto alla salute del detenuto Marco Penza. (4-17480)