ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 681 del 06/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 06/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 06/09/2012
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 06/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/09/2012
Stato iter:
27/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2012
CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/10/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/11/2012

CONCLUSO IL 27/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17475
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 6 settembre 2012, seduta n.681

DI PIETRO, DI GIUSEPPE e ZAZZERA. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

le isole Tremiti, o Diomedee, sono un arcipelago del mare Adriatico, sito 12 miglia nautiche a nord del promontorio del Gargano e 24 ad est della costa Molisana e da Termoli; abitate già in antichità (IV-III secolo a.C.), famose in epoca romana con il nome Trimerus, l'arcipelago sono uno dei tesori più preziosi dell'Adriatico. L'arcipelago costituisce il comune italiano di isole Tremiti, della provincia di Foggia in Puglia. Il comune fa parte del parco nazionale del Gargano e, dal 1989, una porzione del suo territorio costituisce la riserva naturale marina isole Tremiti;

secondo quanto noto, grazie alle autorizzazioni ministeriali, la multinazionale irlandese Petrolcetic inizierà trivellare, per svolgere i sondaggi per la ricerca di petrolio, a 40 chilometri dal litorale adriatico, praticamente di fronte alle isole Tremiti;

gli idrocarburi sono composti chimici costituiti da atomi di carbonio ed idrogeno. Tali sostanze, oltre ad essere cancerogene per l'uomo, sono tra i principali inquinanti dell'ambiente, capaci di devastare l'ecosistema. Il 10 per cento di inquinamento da idrocarburi è provocato dalle piattaforme offshore, pertanto i mari ove l'attività petrolifera è intensa, sono anche quelli più inquinati di tutto il mondo;

il nostro Mediterraneo che è un mare chiuso, caratteristica ancora più marcata per quanto riguarda l'Adriatico, ha molte piattaforme petrolifere e, secondo quanto si evince dai risultati di diverse analisi, nelle sue acque sono stati rilevati 10 grammi di idrocarburi per metro quadro in superficie, e 500 litri di catrame per chilometro quadrato. Gli idrocarburi cancerogeni, oltre ai danni provocati direttamente all'ecosistema, vengono assorbiti dai tessuti dei pesci commestibili, diventando nocivi per l'uomo;

le piattaforme petrolifere possono provocare anche altri pericoli: ad esempio, si ricorda il gigantesco rogo del 1988 alla Piper Alpha, piattaforma offshore di Aberdeen, causò la morte di ben 167 persone; inoltre, recentemente, il 21 aprile 2010 si è incendiata la piattaforma petrolifera Deep Water Horizon della BP nel golfo del Messico, di fronte alle coste della Louisiana, affondata nelle acque circostanti. La dispersione del petrolio in mare, nonostante i tempestivi interventi, ha determinato un disastro ambientale incalcolabile;

a seguito del gravissimo incidente petrolifero della BP in Louisiana, il Commissario europeo per l'energia, Guenther Oettinger, si era espresso dando precise indicazioni che, di fatto, applicavano una moratoria sulle autorizzazioni alle prospezioni geosismiche e alle trivellazioni;

da un dossier pubblicato sul quotidiano «La Repubblica» del 4 settembre 2012 si apprende che il Governo punterebbe a raddoppiare nel giro di pochi anni la produzione italiana di idrocarburi, l'obiettivo sarebbe quello di soddisfare per via interna il 20 per cento dei consumi contro il 10 per cento attuale; è lecito pensare che in nome del petrolio e degli interessi delle lobby, anche questo Governo si prepara a dare l'assalto ai nostri mari e alle nostre coste, a partire da quelle adriatiche, con grave danno per l'ecosistema delle isole Tremiti, con un'operazione che rischia di compromettere seriamente il territorio e l'economia del Paese;

il mare antistante le coste della Puglia è interessato dalla costruzione di piattaforme di estrazione del petrolio, corrosivo e non trasportabile, che richiede lavorazioni altamente inquinanti e pericolose per la salute umana e per l'ambiente, quindi per l'agricoltura, la pesca ed il turismo; la Puglia è rinomata per la bellezza del suo territorio digradante dalle colline verso la sua multiforme costa, sempre più meta di un turismo qualificato ed esigente; la qualità e la peculiarità delle risorse agricole, ittiche ed enogastronomiche della Puglia sono strettamente connesse a questa unicità e tipicità del territorio; l'agricoltura, che costituisce una voce crescente di reddito nella regione trainando nuove forme di turismo legate alla salubrità del territorio e alla tipicità dei suoi prodotti, subirebbe un inevitabile tracollo; la pesca, altro settore economico rilevante, subirebbe danni irreversibili considerata anche la conformazione quasi chiusa del mare Adriatico;

recenti studi hanno dimostrato come le perforazioni legate alla ricerca e coltivazione degli idrocarburi aumenterebbero inevitabilmente l'incidenza del rischio sismico;

risulta dunque agli interroganti, inammissibile tale autorizzazione ministeriale in virtù dei danni che certamente si provocherebbero già nell'immediato all'ecosistema marino. Infatti le prospezioni a largo delle Tremiti dovrebbero essere effettuate con il metodo air-gun, ovvero attraverso una serie di piccole esplosioni in fondo al mare, ripetute ad intervalli di pochi secondi. È chiaro come questa pratica possa essere dannosa per le numerose biodiversità presenti all'interno della riserva marina dell'arcipelago delle Tremiti; inoltre è bene ricordare che con questo tipo di ricerche, unitamente alle trivellazioni, si correrebbe il rischio di sversamenti di greggio in mare;

la Puglia ha investito nell'energia pulita e già produce il 160 per cento del proprio fabbisogno energetico, mentre i proventi delle royalty sulle attività di idrocarburi saranno per la Puglia insignificanti e di gran lunga inferiori ai gravi danni causati alla salute, all'ambiente e alle attività fondanti l'economia regionale, anche per questo è difficile comprendere la scelta del Governo di avallare la richiesta di autorizzazione della società irlandese Petrolcetic a svolgere dei sondaggi per la ricerca di petrolio al largo delle Diomedee;

mentre in tutta Europa si punta sulle rinnovabili e si finanzia la ricerca, in Italia il Governo moltiplica le trivellazioni per estrarre il petrolio e taglia i fondi per le energie alternative -:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto;

se non ritenga opportuno interrompere l'iter autorizzativo di tutte le istanze già presentate e di quelle future, relative a sondaggi e prospezioni geosismiche con l'eventualità di future installazioni di piattaforme petrolifere, su tutto lo specchio di mare antistante le coste pugliesi e promuovere una moratoria per le trivellazioni nel Mediterraneo in acque nazionali;

se il Ministro interrogato non intenda assumere iniziative volte a correggere il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, che ha consentito l'istanza di permesso di ricerca di idrocarburi in mare finalizzate alla installazione di piattaforme per l'estrazione petrolifera, prevedendo il divieto assoluto di ogni ulteriore installazione delle stesse piattaforme in tutta l'estensione del mare Adriatico di competenza nazionale.
(4-17475)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 27 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 724
All'Interrogazione 4-17475 presentata da
ANTONIO DI PIETRO

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa alle ricerche petrolifere nell'Adriatico, nei pressi delle isole Tremiti, da parte della Petroceltic, si rappresenta quanto segue.
A seguito dell'entrata in vigore delle limitazioni all'attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare, introdotte dall'articolo 6, comma 17, del decreto legislativo n. 128 del 2010 di modifica al Codice Ambientale, la società Petroceltic Italia s.r.l. ha presentato al Ministero dello sviluppo economico l'istanza di riperimetrazione e unificazione dei permessi di ricerca denominati «d494 BR-EL», «d497 BR-EL» e «d498 BR-EL», al fine di escludere le zone interdette.
In data 10 gennaio 2011 il Ministero dello sviluppo economico, verificato che l'area proposta nella riperimetrazione rispettasse i vincoli posti dalla normativa citata, ha dato assenso al proseguimento dell'iter istruttorio relativo al permesso di ricerca (denominazione «d494 BR-EL»).
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel prendere atto della decisione della società proponente di proseguire l'iter istruttorio di valutazione d'impatto ambientale (Via) con una modifica dell'area e del relativo programma lavori, ha evidenziato là necessità di ritirare le istanze in corso per i progetti denominati «d497 BR-EL» e «d498 BR-EL», di aggiornare il contenuto della documentazione tecnica del progetto «d494 BR-EL» e provvedere a una nuova fase di consultazione del pubblico, con la pubblicazione sui quotidiani, della riperimetrazione dell'area del permesso di ricerca «d494 BR-EL».
Tutta la documentazione richiesta è stata ricevuta in data 11 aprile 2011; si è provveduto a comunicare a tutte le amministrazioni interessate l'esito positivo riguardo la procedibilità dell'istanza relativa al permesso di ricerca con riperimetrazione del progetto «d494 BR-EL».
La commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via/Vas, con parere n. 732 del 10 giugno 2011, ha espresso parere positivo con prescrizioni riguardo la compatibilità ambientale del progetto, esclusivamente per quanto attinente alla ricerca sismica con tecnica air-gun.
Successivamente, la regione Molise, con delibera di giunta regionale n. 452 del 14 giugno 2011, ha espresso «la propria netta e totale contrarietà nei confronti del progetto» e le osservazioni contenute nella predetta delibera sono state controdedotte dalla commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via/Vas, con il parere n. 806 de 25 novembre 2011, che ha confermato il precedente parere n. 732.
La regione Puglia, con delibera della giunta regionale n. 2858 del 20 dicembre 2011, ha espresso parere non favorevole per il progetto e la sopra citata commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via/Vas, con parere n. 895 del 16 marzo 2012, ha controdedotto detto parere confermando il parere favorevole n. 732.
Il 2 maggio 2012, il Ministero per i beni e le attività culturali ha espresso parere favorevole al progetto della società Petroceltic Italia s.r.l.
A conclusione dell'istruttoria è stato emanato il decreto di compatibilità ambientale n. DVA-DEC-2012-0000432 del 7 agosto 2012.
Si rammenta che il progetto in questione riguarda la sola prospezione geofisica con la tecnica dell'air-gun e si colloca al di fuori delle aree di divieto introdotte dal decreto legislativo citato (articolo 2, comma 3, lettera, h), del decreto legislativo n. 128 del 2010).
Detto decreto ha imposto una serie di prescrizioni riguardanti particolari restrizioni nella propagazione delle onde acustiche, la non effettuazione delle attività in concomitanza del passaggio di mammiferi marini, l'adozione di tecniche di rilevamento poco impattanti.
L'attività di prospezione e di ricerca sismica è effettuata a mezzo di navi appositamente attrezzate, trainanti un cavo detto streamer che reca, alternativamente, valvole ad aria compressa, dette air-gun, e geofoni. Gli air-gun liberano ad intervalli di tempo regolari aria compressa, creando onde sonore che sono riflesse dal fondale marino e captate dai geofoni che, a loro volta, trasmettono i dati alla nave dove vengono elaborati.
Naturalmente, una semplice attività di prospezione sismica della durata di pochi giorni non prevede la realizzazione di alcun tipo di opera, sia temporanea che fissa.
Si evidenzia dunque che in questa fase il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ha autorizzato, né ha facoltà di farlo, alcuna perforazione in mare alla società Petroceltic, ma si è soltanto espresso positivamente in merito ai programmi di esplorazione presentati da quella società.
Le autorizzazioni a perforare potrebbero essere rilasciate, in futuro, qualora venisse conferito alla società Petroceltic un permesso di ricerca; a seguito di studi geologici e geofisici, che normalmente richiedono circa tre anni, in base ai quali fosse individuato un potenziale giacimento di idrocarburi. La ipotetica domanda di perforazione, che andrebbe presentata ai competenti uffici tecnici del Ministero dello sviluppo economico, richiederebbe specifica valutazione di impatti ambientali e potrebbe essere autorizzata a seguito di un procedimento ad evidenza pubblica.
Vale la pena ricordare che le perforazioni nei mari italiani si sono regolarmente sviluppate a partire dal 1960, con l'esecuzione di oltre 1000 sondaggi e il rinvenimento di numerosi giacimenti, rivelandosi sempre perfettamente compatibili con le attività turistiche e di pesca come dimostra chiaramente il polo di Ravenna, dove è stata sviluppata al massimo la ricerca petrolifera e le attività turistiche e la pesca si svolgono regolarmente. Si può anzi osservare che le piattaforme presenti in Adriatico si sono trasformate in altrettante aree di salvaguardia e ripopolamento ittico, precedentemente assenti in quelle acque.
L'estrazione di petrolio e gas avviene in Italia senza alcun incentivo economico ed è soggetta a royalties variabili tra il 7 per cento il 10 per cento ed ad un sistema di tassazione complessivamente pari a circa il 65 per cento del valore prodotto. Negli ultimi anni, a causa dell'estrema complessità del sistema autorizzativo, le perforazioni esplorative in Italia si sono ridotte quasi a zero (un pozzo esplorativo nel 2011, nessuno nel 2012).
Nell'ambito della nuova strategia energetica è prevista una limitata serie di altri siti di ricerca e sviluppo in zone esterne e distanti da aree sensibili e protette, in grado di promuovere investimenti rilevanti e nuova occupazione, finalizzate, altresì, ad aumentare significativamente la produzione nazionale di idrocarburi. Tutti questi programmi saranno ampiamente pubblicizzati e resi noti sul territorio, di cui si garantirà il massimo coinvolgimento.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Corrado Clini.