ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17469

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 680 del 05/09/2012
Trasformazioni
Trasformato il 24/10/2012 in 5/08309
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/09/2012
Stato iter:
24/10/2012
Fasi iter:

TRASFORMA IL 24/10/2012

TRASFORMATO IL 24/10/2012

CONCLUSO IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17469
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 5 settembre 2012, seduta n.680

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

domenica 19 agosto 2012 l'interrogante è tornata a visitare il carcere di Potenza accompagnata dagli esponenti radicali, Maurizio Bolognetti e Maria Antonietta Ciminelli;

il giorno della visita i detenuti presenti erano 114 a fronte di una capienza regolamentare di 156 posti secondo la risposta del Governo all'interrogazione n. 5-06717 e di 210 secondo quanto pubblicato sul sito del Ministero della giustizia;

fatto sta che tutti i detenuti si trovano ristretti nella sezione penale, essendo quella giudiziaria chiusa per ristrutturazione e il sovraffollamento è immediatamente visibile dalla presenza di letti a castello, come nella cella n. 8 dove si trovano i cosiddetti «protetti», sistemati in due letti a castello, uno a due piani e l'altro a tre; i detenuti stranieri sono in tutto 16; i tossicodipendenti sono in tutto 30;

i detenuti escono dalle loro celle per le canoniche 4 ore d'aria e per 2 ore da trascorrere nella saletta della socialità; spesso nelle stanze detentive convivono tanto i detenuti condannati quanto quelli che sono in attesa di giudizio; l'offerta scolastica si limita alle elementari e alle medie mentre durante l'anno si svolgono corsi di informatica e di vivaista ai quali però non possono partecipare i detenuti «protetti» per carenza di personale;

nel carcere di Potenza, il rapporto fra detenuti e agenti è ottimo e alcuni ristretti napoletani lo confrontano con quello, pessimo, avuto con gli agenti di Poggioreale; gli agenti spiegano che sono riusciti ad organizzare un paio di mesi di cineforum e con orgoglio fanno notare una locandina intitolata «Olimpiadi all'ombra»: l'area trattamentale di concerto con l'area sicurezza ha organizzato, nel periodo 6 luglio-9 agosto, un torneo di calcetto a 8, un corso di basket e poi tornei di battimuro, morra cinese e sprint dei 10 metri (il «passeggio» non consente distanze maggiori); pur essendoci la biblioteca questa non viene utilizzata per mancanza di personale;

quanto al lavoro, la delegazione trova la situazione migliorata: il salario non è così miserrimo come riscontrato nelle visite precedenti (poche decine di euro al mese): ora i giudicabili prendono 650/700 euro mensili mentre i definitivi sono retribuiti con circa 500 euro; unico neo è che le mercedi vengono corrisposte con 4-5 mesi di ritardo;

dal punto di vista strutturale e di condizioni igienico-sanitarie si segnala un miglioramento generalizzato dell'istituto anche se permangono alcune vistose carenze che ancora colpiscono la dignità delle persone private della libertà nel carcere di Potenza: nelle celle 21, 22 e 23 c'è ancora il WC a vista e nella sala colloqui persiste il muretto divisorio; in aggiunta, in alcune celle, sono state recentemente installate davanti alle sbarre delle finestre delle reti a maglia stretta che riducono l'ingresso della luce e dell'aria; il muro di cinta non ha avuto alcun intervento manutentivo nonostante crolli a pezzi come segnalato in precedenti atti di sindacato ispettivo;

nel carcere di Potenza non esiste il reparto e il servizio «nuovi giunti»;

fra i detenuti incontrati, si segnalano i casi di:

O.G. lamenta la distanza dalla famiglia e ci dice che ha 4 bambini; fortunatamente annuncia che il suo fine pena arriverà fra 110 giorni;

A.M.F. da maggio ha chiesto un colloquio con il magistrato di sorveglianza senza aver ricevuto risposta; da tre mesi non può vedere i suoi 2 figli minori e le sue condizioni familiari sono così disagiate che sua moglie è ospite insieme ai due bambini della casa di accoglienza «Il Quadrifoglio»; il detenuto è molto preoccupato per il momento in cui uscirà dal carcere perché potrà disporre solo di un lavoro in nero (con i giorni di liberazione anticipata, sarà libero a febbraio del prossimo anno);

M.B. deve scontare ancora molti anni (fine pena 2018); sei mesi fa, quando era detenuto a Poggioreale, ha presentato istanza per essere trasferito nella casa penale dell'isola di Gorgona per poter lavorare e riabilitarsi pienamente; non avendo ricevuto risposta, ha il dubbio che la sua richiesta non sia stata trasmessa al DAP; M.B. ha un figlio di 16 anni che vive con la madre, ha perso un fratello in un incidente automobilistico e ha visto morire un suo compagno di cella di soli 47 anni stroncato da un infarto;

a G.C. manca solo un mese per finire di scontare la sua pena; è molto sconfortato perché ha due figli minori affetti da epilessia e uno dei due non lo vede da 17 mesi;

A.P. come molti, è stato trasferito a Potenza da Poggioreale per sfollamento; a Poggioreale, il 20 marzo 2012, ha presentato istanza per accedere alla legge n. 199 del 2010 e successive modificazioni, ma ancora non ha ricevuto risposta; adesso gli mancano 11 mesi e teme che la risposta arrivi a ridosso del fine pena;

B.P. anche lui si trova a Potenza da tre mesi per sfollamento dal carcere di Poggioreale; è molto preoccupato perché a Poggioreale aveva preparato tutte le carte per essere trasferito all'Istituto a Custodia Attenuata per Tossicodipendenti (I.C.A.T.T.) di Lauro e ora non sa più niente;

D'O.S. il 12 giugno ha presentato istanza per accedere alla legge n. 199 del 2010 e successive modificazioni ma teme che la risposta arrivi quando avrà finito di scontare l'intera pena, cioè a febbraio 2013;

M.E.B. è in una situazione di estrema indigenza e ha molto bisogno di svolgere un qualsiasi tipo lavoro;

M.A.D. è stato trasferito dal carcere di Brescia dove ha potuto fare fino alla metà del terzo anno di geometra; nel carcere di Potenza non può proseguire gli studi perché le scuole si fermano alle medie;

V.S. racconta che da incensurato è stato condannato a un anno e sette mesi per inosservanza del DASPO e che lui stesso si sia consegnato nel carcere di Potenza appena la sentenza è divenuta definitiva; il 20 luglio 2012 ha presentato istanza per accedere alla legge n. 199 del 2010;

P.P. quando stava a Poggioreale, per l'esattezza l'8 maggio 2012, ha fatto richiesta per la concessione dei giorni di liberazione anticipata senza ricevere risposta; avendo un fine pena molto lungo, il 30 marzo del 2011 ha avanzato istanza per essere trasferito a Rebibbia, anche in questo caso, senza ottenere risposta;

M.L.: si tratta di un caso già segnalato in un'interrogazione precedente della prima firmataria del presente atto; M.L. padre di cinque figli che vivono a Voghera fu trasferito a Potenza da Pavia; quando l'interrogante lo incontrò doveva scontare ancora 20 mesi di reclusione; ora gli mancano 9 mesi e, oltre al rigetto dell'istanza riguardante la legge n. 199 del 2010, si è visto respingere anche l'istanza di trasferimento con la motivazione che «le carceri della Lombardia sono sovraffollate»;

C.L. trasferito da Secondigliano, racconta che la moglie e la figlia soffrono di epilessia e che in 3 anni e mezzo ha potuto vederle solo 10 volte. C.L. vorrebbe tornare a Secondigliano e ha presentato domanda di trasferimento;

L.T. lamenta problemi per ottenere i benefici: un'azienda, è pronta ad assumerlo e pur avendo ottenuto il parere favorevole del Sert e della direzione, non riesce ad ottenere l'affidamento;

P.P. sostiene di aver già scontato la condanna di 1 anno e sei mesi;

B.P. vorrebbe essere trasferito a Napoli per stare vicino alla famiglia;

S.D. ha fatto richiesta di accedere alla legge n. 199 del 2010 ma ancora non ha ricevuto risposta;

G.M. è da dicembre a Potenza per un reato commesso nel 2002;

il reparto femminile ospita 17 detenute; alcune di loro si lamentano di poter fare poche docce;

C.R. è da due mesi in lista di attesa per un intervento chirurgico;

M.F. e le sue compagne detenute A, e M. sono state trasferite a Potenza per sfollamento dal carcere di Pozzuoli; M.F. non vede il figlio di 3 anni da un anno e mezzo e il grande, che ha dieci anni, non lo vede da quando è stata trasferita, cioè da due mesi; anche i colloqui telefonici non le sono consentiti perché sono ancora in corso accertamenti sull'utenza;

particolarmente toccante è stato per la delegazione l'incontro con una detenuta rumena 22enne entrata da pochi mesi in Italia che si esprimeva con difficoltà e che in un pianto a dirotto ha spiegato di non aver parlato con l'avvocato d'ufficio e di non sapere alcunché della sua condizione processuale;

rispondendo alla precedente interrogazione n. 5-06717 il Ministero della giustizia aveva rappresentato che a causa della riduzione degli stanziamenti sui capitoli di spesa per l'edilizia penitenziaria non era stato ancora possibile eseguire gli interventi relativi: 1) alla ristrutturazione delle sale colloqui ai sensi dell'ordinamento penitenziario; 2) alla ristrutturazione del muro di cinta che richiede una spesa di importo pari a 5 milioni di euro; 3) al risanamento ed adeguamento al decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 dei reparti detentivi e della sala colloqui: per il lotto dei lavori la spesa stimata è di 3.150.000,00 euro; 4) al ripristino dell'integrità delle coperture del fabbricato (la spesa prevista è di 32 mila euro); 5) al ripristino degli impianti termici, per un costo pari a 31 mila euro; 6) al ripristino dell'impianto antincendio per un importo di 15 mila euro;

l'articolo 28 della legge 26 luglio 1975, n. 354 (ordinamento penitenziario), stabilisce che «particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie»;

l'articolo 15 della medesima legge prescrive che «nel disporre i trasferimenti deve essere favorito il criterio di destinare i soggetti in istituti prossimi alla residenza delle famiglie»;

il comma 2 dell'articolo 62 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230 (Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà), dispone che «particolare attenzione è dedicata ad affrontare la crisi conseguente all'allontanamento del soggetto dal nucleo familiare, a rendere possibile il mantenimento di un valido rapporto con i figli, specie in età minore, e a preparare la famiglia, gli ambienti prossimi di vita e il soggetto stesso al rientro nel contesto sociale»;

l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede che «Il magistrato di sorveglianza, nell'esercizio delle sue funzioni di vigilanza, assume, a mezzo di visite e di colloqui e, quando occorre, di visione di documenti, dirette informazioni sullo svolgimento dei vari servizi dell'istituto e sul trattamento dei detenuti e degli internati»;

il 1° comma dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede altresì che «Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell'istituto, devono offrire la possibilità a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Ciò deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali. (...)» -:

quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere di Potenza; in particolare, entro quali tempi si preveda che l'istituto possa rientrare nella sua piena funzionalità;

cosa si intenda fare per incrementare l'attività trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione;

se non si intendano adottare le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori e, per quanto di competenza, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio soprattutto in vista della riapertura del reparto oggi chiuso;

quando si interverrà per disporre il completo rifacimento della vetusta ed obsoleta sala-colloqui, dotata ancora del vietato muretto divisorio, in modo da garantire un miglior contatto umano tra detenuti e familiari e, più in generale, entro quali tempi verrà garantito un normale funzionamento dell'istituto quanto alla ristrutturazione del muro di cinta, al risanamento ed adeguamento dei reparti detentivi, al ripristino dell'integrità delle coperture del fabbricato, al ripristino degli impianti termici e dell'impianto antincendio;

se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena;

se ritenga di dover intervenire affinché siano separati i detenuti imputati da quelli già condannati;

se intenda assumere iniziative ispettive con riferimento a quella che agli interroganti risulta essere un'inadeguata e carente risposta della magistratura di sorveglianza alle istanze avanzate alla stessa da parte dei detenuti;

se, in base ai commi 1 e 2 dell'articolo 69 della legge 26 luglio 1975, n. 354 il magistrato di sorveglianza di Potenza vigilando come è suo compito sulla organizzazione degli istituti di prevenzione e di pena abbia mai prospettato al Ministro della giustizia le esigenze dei vari servizi del carcere di Potenza, in particolare riguardo alla attuazione del trattamento rieducativo;

se il Ministro della giustizia intenda intervenire in merito ai casi descritti in premessa;

cosa intenda fare il Ministro per rendere possibile il mantenimento di un valido rapporto dei detenuti nel carcere di Potenza con i propri familiari e i figli, specie in età minore;

se il Governo non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione;

se non ritenga di dover intervenire per assicurare la mediazione culturale per i detenuti stranieri che non sono nemmeno in grado di conoscere la propria condizione processuale;

di quali elementi disponga il Governo con riferimento all'attuazione della legge n. 199 del 2010 e quali iniziative, anche normative, di competenza intenda assumere al riguardo qualora rilevasse che tale attuazione è insoddisfacente. (4-17469)