ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17461

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 680 del 05/09/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 05/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 05/09/2012
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 05/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/09/2012
Stato iter:
22/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2012
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/10/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/11/2012

CONCLUSO IL 22/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17461
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
mercoledì 5 settembre 2012, seduta n.680

DI PIETRO, PALOMBA e MESSINA. -
Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

si sta assistendo negli ultimi 10 mesi - a giudizio degli interroganti - al lento smantellamento della direzione investigativa antimafia (DIA);

va ricordato che la direzione investigativa antimafia ha al suo attivo, tra il 2009 e il giugno 2011, sequestri di beni mafiosi per 5,7 miliardi di euro e la confisca di altri per un valore di 1,2 miliardi di euro, cifre che rappresentano l'introito maggiore per il Fondo unico giustizia;

l'attività di questo organismo, solo per fare alcuni esempi, ha consentito di capire gli intrecci tra mafia e politica nel Nord e nel Sud Italia, nonché di condurre le principali inchieste di supporto ai pm di Palermo in relazione alla trattativa Stato-mafia. Questi esempi possano fare supporre, ad avviso dell'interrogante che l'attività della direzione investigativa antimafia sia diventata scomoda per alcuni;

la legge di stabilità per l'anno 2012 ha drasticamente ridotto il Trattamento economico aggiuntivo (Tea), una compensazione economica che riconosce la specificità del lavoro dei membri delle forze dell'ordine che operano nella direzione investigativa antimafia. Inoltre, sia pure in termini ridotti, la Tea non è stata più erogata dal novembre 2011;

il bilancio della struttura nel suo complesso, è stato fortemente ridimensionato: si è passato dai 28 milioni di euro dell'anno 2001 ai 9 milioni del 2012;

secondo la legge istitutiva della direzione investigativa antimafia del 1991, dovevano fare parte di questa struttura tra le tremila e le quattromila persone. A tutt'oggi la direzione è composta da circa 1.400 persone, 12 centri operativi e sette sezioni distaccate, con centri che non hanno più personale appartenente alla Polizia di Stato, la quale non manda più ne funzionari, ne ispettori;

un protocollo d'intesa dell'aprile scorso è stato sottoscritto dalla direzione investigativa antimafia e dal Corpo forestale dello Stato che metterà a disposizione i propri nuclei specifici e la propria competenza in materia di tutela del territorio. Il rischio è che vada persa la specificità della direzione investigativa antimafia, l'esperienza di tale struttura in materia di reati associativi;

si stanno creando, come all'Aquila, per l'Expo Milano 2015 e ora per il terremoto in Emilia Romagna, dei gruppi interforze ad hoc per il controllo degli appalti quando la direzione investigativa antimafia ha già al suo interno un osservatorio centrale sugli appalti;

la sensazione degli interroganti è che si voglia svuotare la direzione investigativa antimafia del suo significato originario, di risorse finanziarie ed umane;

se questa sensazione corrispondesse al vero, sarebbe un'ulteriore conferma del fatto che i magistrati vengono lasciati soli nella lotta alla criminalità organizzata. Tagliando fondi e svilendo lentamente ruolo e stipendi di poliziotti, carabinieri e finanzieri, che lavorano per questa struttura, pensata e voluta da Giovanni Falcone, si sguarnisce un presidio fondamentale. Il Governo non può sostenere la lotta alle mafie solo a parole e poi, nei fatti, eliminare professionalità, esperienze e specificità -:

se il Governo intenda avviare lo smantellamento della direzione investigativa antimafia, e, in caso contrario, quali iniziative concrete intenda assumere per rafforzare il ruolo, la specificità nonché le risorse finanziarie, umane e professionali della direzione investigativa antimafia.
(4-17461)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 22 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 722
All'Interrogazione 4-17461 presentata da
ANTONIO DI PIETRO

Risposta. - A vent'anni dalla sua costituzione, la Direzione investigativa antimafia DIA mantiene il suo ruolo strategico per il contrasto alla criminalità organizzata, sia sul versante delle investigazioni preventive, sia su quello delle investigazioni giudiziarie su disposizione della Direzione nazionale antimafia.
Per un'analisi dell'attuale situazione occorre tener conto delle modalità con le quali la normativa intervenuta in materia, in particolare dal 2008, ha inciso sulle competenze della Direzione investigativa antimafia anche con riferimento ai rapporti con le Forze di polizia, nonché delle concrete strategie adottate e delle azioni di contrasto della criminalità nei settori di specifica competenza.
La Direzione investigativa antimafia ha uno spazio operativo di significativa valenza in settori specifici: oltre all'aggressione dei patrimoni di mafia, si evidenzia il ruolo propulsivo e propositivo nella conduzione di investigazioni giudiziarie che hanno consentito di incidere sui beni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata.
Peraltro, la nuova piattaforma normativa antimafia, la cui disciplina è confluita nel cosiddetto «Codice antimafia», ha ulteriormente formalizzato, con norme primarie, la missione prioritaria affidata alla Direzione investigativa antimafia di aggressione di patrimoni mafiosi attraverso le «investigazioni preventive finalizzate ai sequestri dei patrimoni illeciti, lo sviluppo delle operazioni finanziarie sospette ed i monitoraggi degli appalti pubblici». Tale finalità viene perseguita anche grazie all'attività del Consiglio Generale per la lotta alla criminalità organizzata, cui è deputata l'elaborazione delle strategie di contrasto alla criminalità, la razionalizzazione delle risorse impiegate, nonché la periodica verifica dei risultati conseguiti.
Proprio per le considerazioni sin qui esposte appare evidente come non rientri nelle intenzioni del Governo procedere a un ridimensionamento della Direzione investigativa antimafia anzi è stato potenziato il dispositivo territoriale attraverso l'istituzione di una sezione operativa a Bologna.
Nonostante le difficoltà economiche, verrà garantita l'operatività della nuova struttura, almeno in una prima fase ad invarianza della forza organica della Direzione investigativa antimafia, con una manovra delle risorse a disposizione.
Il Governo è ben consapevole del ruolo strategicamente rilevante svolto dagli uomini della Direzione investigativa antimafia e della necessità di migliorare la funzionalità e l'operatività della struttura, nonché tutelare la posizione dei dipendenti compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica.
Pur in una fase di contenimento della spesa pubblica e di limitazione al turnover anche per il personale delle Forze di polizia, non è stata prevista alcuna riduzione dell'organico della Direzione investigativa antimafia. Di fronte all'urgente necessità di contenimento della spesa, il Governo con la legge di stabilità 2012 (legge n. 183 del 2011) ha preferito intervenire sul trattamento economico aggiuntivo ristabilendo così un principio di equità tra gli operatori di polizia. Gli appartenenti alle strutture territoriali delle Forze di polizia, infatti, non godono del trattamento economico accessorio percepito dal personale interforze della Direzione investigativa antimafia. E ciò anche quando il personale dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, del Corpo forestale dello Stato è chiamato a far parte di settoriali gruppi di lavoro che effettuano controlli antimafia sul territorio.
Occorre, tuttavia, evidenziare - rispetto a questa previsione - che è stato istituito un fondo volto al finanziamento di misure perequative per il personale appartenente al comparto sicurezza e difesa e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che interessa anche il personale appartenente alla Direzione investigativa antimafia.
Rispetto all'originario disegno della Direzione investigativa antimafia vi è stato un parziale scostamento nell'attuazione pratica dell'iniziale progetto.
È da escludere, tuttavia, che tale struttura abbia finito per sovrapporsi nell'ambito operativo e funzionale delle altre componenti del sistema della sicurezza. Il suo sviluppo nel tempo, è stato piuttosto orientato a farne emergere la vocazione specialistica, che non sembra aver sofferto, in maniera particolare, della mancanza di un'attribuzione esclusiva di compiti in materia di lotta alle mafie.
In tale contesto sono ovviamente indispensabili forme di raccordo che scongiurino sovrapposizioni disfunzionali per l'andamento e il buon esito delle indagini.
Fino ad oggi i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata costituiscono un sintomo di un'efficace sinergia - anche sul piano dell'attività di investigazione delegata - tra le varie specialità costituite nell'ambito delle varie forze di polizia.
Il patrimonio di professionalità espresso dagli operatori della sicurezza è indispensabile nelle attività di polizia giudiziaria che presentano un grado elevatissimo di complessità anche in ragione delle proiezioni internazionali e delle alleanze transnazionali che connotano la minaccia globale rappresentata dalle organizzazioni criminali.
La conoscenza del fenomeno, i successi investigativi degli ultimi anni, di cui è prova la cattura di pericolosi latitanti, e l'impegno costante nella ricerca di nuovi strumenti operativi hanno, infatti, portato all'adozione di progetti di contrasto sempre più flessibili ed adeguati.
In questo senso, riveste assoluta priorità il coordinamento investigativo, soprattutto nel corso delle indagini che si proiettano oltre i confini nazionali, in una piena condivisione del patrimonio informativo ed anche attraverso un convinto rafforzamento della cooperazione internazionale.
In questo ambito è stata realizzata una mappatura completa, a livello nazionale, dei sodalizi criminali e dei singoli affiliati, operanti sul territorio, attraverso un progetto informatico denominato «M.a.cr.o.» (Mappe della criminalità organizzata). Già avviato, nei mesi scorsi, nelle province di Salerno, Benevento ed Avellino, il progetto sarà esteso, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale, consentendo la condivisione delle informazioni acquisite nonché la quantificazione dei sodalizi e dei rispettivi affiliati.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.