ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17383

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 680 del 05/09/2012
Trasformazioni
Trasformato il 24/10/2012 in 5/08301
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/09/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 27/08/2012
Stato iter:
24/10/2012
Fasi iter:

TRASFORMA IL 24/10/2012

TRASFORMATO IL 24/10/2012

CONCLUSO IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17383
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 5 settembre 2012, seduta n.680

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino dell'8 agosto 2012, Rhee He Cheung, 48enne, di nazionalità coreana, detenuto nel carcere di Sollicciano, si è tolto la vita la sera del 4 agosto 2012, poco prima di mezzanotte;

l'uomo, solo in cella, in cima al letto a castello, ha assicurato il lenzuolo alla testiera e si è avvolto al collo l'altra estremità del brandello di stoffa. Al che è stato sorpreso da un agente di polizia penitenziaria, che prima ha provato a farlo desistere e poi si è allontanato per dare l'allarme. Ed è stato in quel momento che il detenuto è caduto dal letto, battendo la testa sul tavolo ed è finito per terra. Ogni soccorso si è rivelato inutile;

sulla tragica vicenda la procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta, al momento senza ipotesi di reato e a carico di ignoti, per fugare ogni dubbio sulle cause della morte, il pubblico ministero, dottor Luigi Bocciolini ha disposto l'autopsia;

Rhee He Cheung doveva scontare una condanna definitiva a sei anni e quattro mesi per due rapine. Avrebbe riacquistato la libertà nel giugno del 2014. Non aveva moglie, né figli in Italia. I suoi parenti erano rimasti in Corea. Nel gennaio 2012, era stato trasferito a Sollicciano da Perugia;

appresa la notizia, Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze, ha diramato il seguente comunicato: «Rhee He Cheung, detenuto coreano, aveva chiesto il trasferimento a Roma in aprile per poter avere dei colloqui con i parenti attraverso l'Ambasciata Coreana. In giugno, dopo una visita del mio ufficio al signor Rhee, ho sollecitato il Dap per il suo trasferimento a Roma. Purtroppo non ho avuto risposta e il signor Rhee He Cheung, ha iniziato uno sciopero della fame, ha poi tentato il suicidio e cadendo ha battuto la testa, è entrato in coma ed è morto. Se la direzione del carcere avesse preso sul serio la richiesta del signor Rhee He Cheung e avesse affrontato con i volontari e con il Garante la questione, questa tragedia non si sarebbe verificata. Ho inviato una lettera al Capo del Dap, per denunciare questo ennesimo episodio di trascuratezza che deve interrogare le coscienze e prendere un impegno perché sia davvero l'ultima morte, che non può essere rubricata come frutto del caso» -:

se sia vero quanto esposto in premessa;

se, indipendentemente dalla inchiesta aperta dalla magistratura, non ritenga di dover accertare i motivi che hanno spinto il detenuto al suicidio anche al fine di verificare se, con riferimento ad esso, non siano ravvisabili profili di responsabilità disciplinari in capo al personale penitenziario;

per quali motivi il detenuto non sia stato trasferito a Roma e come mai il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non abbia ritenuto di dare alcun tipo di seguito alla richiesta proveniente dal garante per i diritti dei detenuti di Firenze;

cosa intenda fare per rispettare il principio della territorializzazione della pena;

se il Ministro, per la riduzione del numero di suicidi tra i detenuti, oltre ai naturali rapporti di valorizzazione e di rispetto della persona, non ritenga opportuno incrementare la pratica dell'identificazione del «profilo» della persona ad alto rischio di suicidio. (4-17383)