ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17352

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 679 del 08/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: MINARDO ANTONINO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 08/08/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/08/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE delegato in data 03/12/2012
Stato iter:
03/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/12/2012
PATRONI GRIFFI FILIPPO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SEMPLIFICAZIONE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 03/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/12/2012

CONCLUSO IL 03/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17352
presentata da
ANTONINO MINARDO
mercoledì 8 agosto 2012, seduta n.679

MINARDO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

l'articolo 17 del decreto-legge, n. 95 del 2012 cosiddetto spending review, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, prevede anche interventi per il riordino delle province;

il riordino dovrà avvenire sulla base di requisiti minimi, da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia, che saranno determinati dal Consiglio dei ministri con propria deliberazione;

in esito a tale deliberazione, i consigli delle autonomie locali delle singole regioni, nel rispetto della continuità territoriale della provincia, dovranno approvare una ipotesi di riordino relativa alle province ubicate nel proprio territorio di competenza e trasmetterla alla medesima regione che, a sua volta, trasmetterà al Governo, una proposta di riordino delle province ubicate nel proprio territorio;

non si prevede la mera soppressione di alcune province, bensì una generale riorganizzazione delle stesse a livello delle singole regioni, che comporterà, evidentemente anche delle modifiche relative all'appartenenza dei comuni alle stesse province, con importanti conseguenze anche economiche e sociali;

secondo il principio generale che ispira il presente provvedimento, il riordino delle province dovrebbe comunque garantire l'invarianza dei servizi ai cittadini;

simili interventi rischiano di destabilizzare la popolazione in dubbio sul futuro della propria realtà territoriale e sul mantenimento dei presidi di legalità e sicurezza ad oggi presenti, nonché dei presidi istituzionali «classici» di cui una provincia necessita;

nella provincia di Ragusa è nata una petizione cui hanno aderito oltre 5.000 persone che vogliono salvare la propria identità, la propria storia, «giovane» ma assolutamente di alto profilo;

a fronte di una sempre maggiore pressione fiscale, i cittadini si vedono defraudati non solo dei presidi istituzionali ma soprattutto della propria identità e della propria storia -:

se il Governo non intenda valutare, in ossequio al principio dell'invarianza dei servizi, che dipende, tra l'altro, da una distribuzione uniforme degli uffici e dei servizi provinciali, le iniziative di competenza finalizzante al mantenimento di taluni servizi e funzioni di sedi distaccate. In attesa che venga realizzato un efficiente servizio telematico ad uso dei cittadini;

se non si ritenga opportuno, per quanto attiene alle denominazioni da attribuire alle nuove province, assumere iniziative volte a prevedere che le stesse siano stabilite dalle regioni, sentiti i consigli provinciali uscenti, e che non possano coincidere con quella di una delle province accorpate, ma possano consistere nella sommatoria delle precedenti denominazioni. (4-17352)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 3 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 727
All'Interrogazione 4-17352 presentata da
ANTONINO MINARDO

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame concernente il riordino delle province, in via preliminare, si rappresenta quanto segue.
Come noto, il processo di riforma dell'ordinamento provinciale è stato avviato con l'emanazione da parte del Governo del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, noto come «Salva-Italia», ed ha inizialmente interessato gli organi di governo e le funzioni delle province.
Tale processo di riforma - in piena armonia con gli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei per il contenimento della spesa dell'ordinamento territoriale - è poi proseguimento inserendosi organicamente nell'ambito della così detta spending review (decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95).
Sostanzialmente, tale processo di riordino è finalizzato alla riduzione del numero delle province mediante il coinvolgimento di tutti i livelli di governo nel rispetto delle prerogative costituzionali della autorità territoriali. Infatti, le singole scelte, volte a concretizzare il riordino dei vari territori, vengono demandate ai Consigli delle autonomie locali (Cal) o, in mancanza ad analoghi organi di raccordo tra regioni ed enti locali, e alle regioni stesse. I primi dovranno adottare e trasmettere le ipotesi di riordino alla rispettiva regione che, sulla base delle ipotesi ricevute, provvederà ad elaborare le proposte e a trasmettere al Governo entro il 23 ottobre 2012.
L'articolo 17 del decreto-legge n. 95 del 2012, stabilisce infatti che: «...Il Consiglio delle autonomie locali di ogni regione a statuto ordinario o, in mancanza, l'organo regionale di raccordo tra regioni ed enti locali, entro settanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della deliberazione di cui al comma 2, nel rispetto della comunità territoriale della provincia approva una ipotesi di riordino relativa alle province ubicate nel territorio della rispettiva regione e la invia alla regione medesima entro il giorno successivo. Entro venti giorni dalla data di trasmissione dell'ipotesi di riordino o, comunque, anche in mancanza della trasmissione, trascorsi novantadue giorni dalla citata data di pubblicazione ciascuna regione trasmette al Governo, ai fini di cui al comma 1, una proposta di riordino delle province ubicate nel proprio territorio, formulata sulla base dell'ipotesi di cui al primo periodo. Le ipotesi e le proposte di riordino tengono conto delle eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della deliberazione di cui al comma 2. Resta fermo che il riordino deve essere effettuato nel rispetto dei requisiti minimi di cui al citato comma 2, determinati sulla base dei dati di dimensione territoriali e di popolazione, come esistenti alla data di adozioni della deliberazione di cui al medesimo comma due».
Nella more della conversione in legge del citato decreto n. 95 del 2012, il Governo ha poi deliberato in merito alla individuazione dei requisiti demo-territoriali che, salvo limitate eccezioni tutte le Province dovranno possedere al termine del riordino, stabilendo che l'estensione territoriale non dovrà essere inferiore a 2.500 chilometri quadrati e la popolazione residente non inferiore a 350.000 abitanti.
Allo stato attuale, quindi, il Governo è in attesa delle proposte di riordino che dovranno pervenire dalle singole regioni.
Tanto rilevato sotto l'aspetto normativo in merito poi al quesito formulato dall'interrogante, relativo alla dislocazione degli uffici e dei servizi provinciali, si fa presente che tali uffici e servizi saranno ubicati tendenzialmente nei comuni capoluogo; ciascuna provincia, tuttavia, nell'ambito della propria autonomia organizzativa e all'esito del processo di riduzione, potrà comunque articolarne diversamente la dislocazione sul proprio territorio, sempre che sussistano esigenze oggettive e sia garantita la riduzione della spesa.
Per quanto concerne il secondo quesito, relativo alla denominazione da attribuire alle nuove province e, in particolare, all'esigenza rappresentata dall'interrogante di vietare che le denominazioni stesse coincidano con una sola delle province accorpate, si sottolinea che anche in tale ambito si intende valorizzare l'autonomia organizzativa degli enti locali coinvolti nel processo di riordino. Gli stessi infatti potranno provvedere alla individuazione del nomen da attribuire alle nuove realtà locali, tramite gli organi cui è demandato in concreto il riordino stesso.
Sotto tale ultimo profilo si ritiene in conclusione che non potendo in alcun modo essere limitata l'autonomia dei suddetti organi, le denominazioni attribuite potranno anche contenere elementi innovativi.

Il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione: Filippo Patroni Griffi.