ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17250

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 675 del 01/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MATTESINI DONELLA PARTITO DEMOCRATICO 01/08/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 01/08/2012
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/11/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

SOLLECITO IL 07/01/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17250
presentata da
ERMETE REALACCI
mercoledì 1 agosto 2012, seduta n.675

REALACCI e MATTESINI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

le biomasse e in generale la produzione di energia da fonti rinnovabili rappresentano un'importante opportunità per il nostro territorio e per la sua economia, rendendo al tempo stesso l'Italia più rispettosa dell'ambiente, più competitiva e più vicina alle esigenze delle persone, e delle comunità;

il contenimento delle emissioni di anidride carbonica per ridurre il rischio di mutamenti climatici è una delle più grandi sfide che l'umanità ha davanti. L'Italia ha peraltro già assunto in sede internazionale e, in particolare, a livello comunitario importanti e vincolanti impegni di riduzione delle emissioni di CO2 nell'ambito del programma detto «20-20-20»;

tra le fonti di energia rinnovabili utilizzate, grande importanza è come detto assunta dall'utilizzo delle biomasse. Per biomassa s'intende ogni sostanza organica derivante direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana;

la direttiva comunitaria Renewable Energy Sources (RES), ha stabilito che le fonti di energia devono essere sostenibili, quindi, anche per quanto riguarda le biomasse, bisogna tenere conto delle distanze, dei modi di produzione e del bilancio energetico complessivo;

da recenti dossier redatti dalle più importanti associazioni ambientalista come, Legambiente e WWF, la questione della produzione elettrica da biomasse è in effetti molto complessa e composta da realtà distanti tra loro. È largamente condivisa in materia la scelta che opta per la filiera corta, con impianti piccoli che utilizzano materia prima raccolta sul posto, derivante dalla manutenzione dei boschi, piuttosto che da residui delle attività agricole. Quando invece si parla di grandi impianti da più megawatt per produrre elettricità, l'importazione di materia prima dall'estero, spesso di incerta, è scelta obbligata, pur non dando sempre alcun beneficio per il territorio e avendo scarsa o nulla efficienza energetica e ed economica;

è questo il caso del futuro impianto a biomasse per la produzione di energia elettrica in località Renzino in comune di Foiano della Chiana (Arezzo);

in data 8 settembre 2010 le società Eteco srl, Contro Corrente srl, Sirio Energia srl, Toscana Energy srl, Natural Energy srl e La Primula srl hanno singolarmente presentato alla provincia di Arezzo, sei distinte richieste per il rilascio di «autorizzazione unica» ai sensi della legge regionale Toscana n. 39 del 2005 per la realizzazione ed esercizio di un proprio impianto a biomasse, ciascuno di potenza inferiore ad 1 megawatt;

i sei impianti, tre di potenza di 0,420 Mwe e tre di potenza 0,256 MWe, hanno una potenza complessiva pari a circa 2 megawatt, potenza installata che non avrebbe dunque accesso ai benefici previsti dalla legge per gli impianti di piccola taglia. Gli stessi dovrebbero essere realizzati utilizzando una porzione di un unico immobili esistente, in Via d'Arezzo a Foiano della Chiana, all'interno del quale verrebbero ricavati n. 6 distinti locali atti a contenere i singoli gruppi elettrogeni. Ogni impianto avrebbe la propria connessione alla rete elettrica nazionale;

l'impianto, secondo quanto si apprende dall'amministrazione comunale, verrebbe alimentato con tutti gli oli vegetali più comuni presenti oggi nel mercato nazionale ed internazionale. Tali oli ai fini commerciali e di corresponsione della tariffa onnicomprensiva da parte del gestore dei servizi energetici, vengono classificati in oli tracciabili da filiera europea od oli di origine extra europea;

il comune di Foiano della Chiana ha presentato ricorso per l'annullamento delle deliberazioni della giunta provinciale di Arezzo nn. 129, 130, 131, 132, 133 e 134 del 15 marzo 2012 comunicate al comune di Foiano della Chiana in data 29 marzo 2012. I motivi del ricorso sono riferiti non solo ad alcune difformità progettuali rispetto alle norme regolamentari vigenti nel comune ma anche all'uso di oli non di filiera corta in violazione al PIER emanato dalla regione Toscana, con particolare riferimento alla non valorizzazione delle risorse locali. L'olio di palma è una risorsa non reperibile a livello locale dato che deve essere importato dall'estero;

l'amministrazione comunale di Foiano della Chiana ha interpellato in data 17 ottobre 2011 il gestore dei servizi energetici per verificare la legittimità e la conformità alla legge dell'iter autorizzativo degli impianti di Renzino -:

se i Ministri interrogati ritengano opportuno anche per il tramite del Gse effettuare le verifiche di competenza in questo come in altri casi analoghi, e se l'incentivo dato all'impianto sia conforme al relativo conto energia. (4-17250)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-17250
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Al riguardo l'interrogante premette che:
   le biomasse rappresentano un'occasione di sviluppo per il territorio e che, tuttavia, da dossier redatti da Legambiente e WWF, risulta che per gli impianti a biomassa di grandi dimensioni l'importazione di materia prima dall'estero diviene «una scelta obbligata», vanificando così le ricadute positive sul territorio o, addirittura, accentuandone i problemi ambientali;
  nel 2010, alla provincia di Arezzo sono state presentate 6 distinte richieste per la realizzazione di altrettanti impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse, ciascuno di potenza inferiore ad 1 megawatt che, complessivamente, raggiungono però una potenza di circa 2 megawatt;
   tali impianti dovrebbero essere realizzati utilizzando la porzione di un unico immobile, ricavandovi 6 locali distinti per contenere altrettanti gruppi elettrogeni, ognuno con propria connessione alla rete elettrica nazionale;
   il comune di Foiano della Chiana, nel cui territorio sono localizzati gli impianti in questione, ha presentato ricorso al Tar contro le delibere con cui la provincia di Arezzo ha rilasciato le relative 6 autorizzazioni uniche, ritenendo che sia stato violato il piano energetico regionale, relativamente alle indicazioni sulla valorizzazione delle risorse locali (filiera corta), oltre che di norme regolamentari comunali.
  Ciò premesso, lo stesso chiede:
   a) se i Ministri interrogati ritengano opportuno, anche per il tramite del Gse, effettuare le verifiche di competenza in questo come in altri casi analoghi e;
   b) se l'incentivo dato all'impianto sia conforme al relativo conto energia.

  Al riguardo si fa presente che le richieste attengono ai due diversi profili della legittimità dell'autorizzazione e della conformità degli incentivi alle norme di riferimento.
  Per il primo aspetto, risulta che la provincia di Arezzo ha rilasciato distinte autorizzazioni a sei diverse società, ognuna per la costruzione e l'esercizio di altrettanti impianti a biomassa e che avverso tali provvedimenti risultano presentati ricorsi al TAR dal comune di Foiano e dal WWF. La valutazione della legittimità di tali provvedimenti è, dunque, all'esame dell'autorità giurisdizionale. In via generale, si fa presente che il controllo di legittimità dei titoli spetta, oltre che al giudice, alle stesse amministrazioni che li hanno rilasciati, che in sede di autotutela possono annullare d'ufficio i provvedimenti autorizzativi illegittimi.
  Relativamente ai controlli sugli impianti, realizzandi o in esercizio, questi spettano alle varie amministrazioni che hanno partecipato al procedimento di autorizzazione, ognuna per la parte di competenza. L'articolo 42, comma 4, del decreto legislativo n. 28 del 2011 prevede poi che le amministrazioni e gli enti pubblici, deputati ai controlli relativi al rispetto delle autorizzazioni rilasciate per la costruzione e l'esercizio degli impianti da fonti rinnovabili, fermo restando il potere, sanzionatorio loro spettante, trasmettono tempestivamente al gestore servizi energetici GSE spa l'esito degli accertamenti effettuati, nel caso in cui le violazioni riscontrate siano rilevanti ai fini dell'erogazione degli incentivi.
  Per quanto concerne le verifiche di specifica competenza del GSE, questi riferisce che per gli impianti di cui trattasi non è stata presentata alcuna richiesta di qualifica di impianti di produzione da fonti rinnovabili (cosiddetto qualifica IAFR). È in occasione della qualifica IAFR che il GSE verifica la sussistenza dei requisisti previsti dalla normativa ai fini del riconoscimento degli incentivi e, in caso di dubbio sulla legittimità del titolo, interloquisce con le amministrazioni competenti al rilascio delle autorizzazioni, sospendendo, se del caso, la decisione sul riconoscimento degli incentivi. Oltre a tali verifiche preventive, il GSE è deputato ai controlli a campione sugli impianti che hanno ad oggetto la documentazione relativa all'impianto stesso, la sua configurazione impiantistica e le modalità di connessione alla rete elettrica (citato articolo 42, comma 1). Nel caso di specie, si tratta tuttavia di impianti non ancora in esercizio.
  Va fatto presente che la configurazione progettuale di impianti da installare in un unico immobile è oggetto di particolare attenzione da parte del GSE in quanto, come paventato dall'interrogante, potrebbe essere frutto dell'artato frazionamento di un impianto unico, e ciò allo scopo di percepire una tariffa maggiore, atteso che il livello dell'incentivo è differenziato, non solo in relazione alla tipologia di fonte rinnovabile e di impianto, ma anche in ragione della potenza, di modo che maggiore è la potenza e minore è l'incentivo.
  Riferisce, tuttavia, il GSE che la circostanza di più impianti in un unico edificio non costituisce, di per sé, condizione ostativa al rilascio di singole qualifiche di IAFR e quindi di incentivi a ciascun impianto, nel caso in cui gli stessi impianti siano dotati di un proprio indipendente punto di consegna (POD) e non siano interconnessi funzionalmente.
  In conclusione, una verifica in concreto dell'assetto impiantistico, cui è correlato l'ammontare dell'incentivo, potrà essere svolta in sede di qualifica IAFR e di controlli in situ.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.