ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17246

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 675 del 01/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 01/08/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 01/08/2012
Stato iter:
23/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/10/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/10/2012

CONCLUSO IL 23/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17246
presentata da
FABIO EVANGELISTI
mercoledì 1 agosto 2012, seduta n.675

EVANGELISTI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

in due interrogazioni del 7 settembre 2011 (n. 4-13141) e del 12 gennaio 2012 (n. 4-14468), l'interrogante poneva la questioni dell'oppressione politica in Ungheria a opera di un Governo - quello presieduto da Viktor Orban - che conculca i diritti delle minoranze politiche ed etniche, ad avviso dell'interrogante con chiare inclinazioni nazi-fasciste e antisemite;

le risposte a questi atti di sindacato ispettivo sono state a giudizio dell'interrogante complessivamente deludenti;

lo dimostra il fatto che su Repubblica del 28 luglio 2012 si da grande risalto a una dichiarazione di Orban che ha serenamente affermato che la democrazia non è un dovere per l'Ungheria;

Orban ha sostenuto che la democrazia in Europa è in declino e che la salvezza dei popoli slavi e dell'Est europeo sta nelle radici etniche e nell'unità popolare;

si tratta di una degenerazione che umilia la terra dei filosofi Geogy Lucaks e Agnes Heller e che dovrebbe scuotere tutti i sinceri democratici;

nel frattempo il criminale di guerra ungherese Làszló Csizsik-Csatàry, 97 anni, accusato di complicità nella morte di 15.700 ebrei durante la seconda guerra mondiale, pur individuato e arrestato, non ha nulla da temere realmente giacché Orban gli ha fatto capire che non si adopererà per estradarlo;

la politica europea al riguardo si sta mostrando ad avviso dell'interrogante del tutto insipiente -:

quali politiche effettive intenda mettere in atto per stimolare procedure di sanzione nei confronti di un Paese che ha deciso di tradire le sue origini e le sue caratteristiche e di costituire una minaccia per la democrazia in Europa. (4-17246)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 23 ottobre 2012
nell'allegato B della seduta n. 707
All'Interrogazione 4-17246 presentata da
FABIO EVANGELISTI

Risposta. - L'Ungheria, membro della NATO e della UE, è inserita a pieno titolo nella comunità euro-atlantica che si fonda su valori condivisi.
È noto tuttavia che importanti iniziative legislative assunte dalla maggioranza di governo (prima fra tutte la stesura di una nuova Costituzione, e delle relative leggi-quadro) hanno sollevato diverse perplessità e critiche sia in Ungheria sia all'estero, contribuendo ad alimentare quel più ampio dibattito sul clima politico nel Paese e sulle relazioni fra Stato e società, civile al quale ha fatto riferimento il Presidente della Commissione europea Barroso di fronte al Parlamento europeo il 18 gennaio 2012.
Da questo punto di vista, si ricorda che la Commissione ha avviato il 17 gennaio 2012 tre procedure d'infrazione ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, riguardanti l'indipendenza della banca centrale e del garante per la privacy, nonché il meccanismo di pensionamento anticipato dei giudici. L'allora presidenza di turno danese, nel prendere atto delle preoccupazioni suscitate da alcune disposizioni della nuova Costituzione, aveva, ricordato il dovere degli Stati membri di rispettare le regole dei trattati, assicurando pieno sostegno alle suddette procedure.
Per quanto concerne la prima, essa era stata attivata a seguito delle nuove disposizioni legislative sulla banca centrale d'Ungheria, che ne avrebbero asseritamente leso le garanzie d'indipendenza. Gli emendamenti presentati dal Governo in Parlamento e approvati lo scorso 6 luglio, con il parere favorevole della BCE, hanno consentito la definitiva chiusura della procedura d'infrazione a carico del Paese.
È stata invece sottoposta al giudizio della Corte di giustizia UE la procedura d'infrazione nei confronti dell'Ungheria per violazione della normativa europea in tema di protezione della libertà individuale, con specifico riferimento alla protezione dei dati personali. La nuova legislazione ungherese ha cambiato la denominazione e le procedure di elezione dell'autorità responsabile per la protezione dei dati personali e la libertà d'informazione, determinando la decadenza dall'ufficio del garante precedentemente in carica. La Commissione ha eccepito come la sua dismissione prima della scadenza del relativo mandato, prevista nel 2014, violi l'indipendenza di tale organo.
Pende presso la Corte di giustizia dell'Unione europea anche il procedimento d'infrazione, sottoposto a procedura d'urgenza, per violazione della direttiva del Consiglio n. 2000/78/CE del 27 novembre 2000 in tema di parità di trattamento sul luogo di lavoro. La Commissione europea ha contestato all'Ungheria che la cosiddetta norma sul pre-pensionamento dei giudici non si fonda su un criterio legittimamente giustificabile (quello anagrafico) e non è commisurata all'obiettivo prefissato di favorire un maggiore turn-over.
Come noto, l'azione della Commissione UE è affiancata dal Parlamento europeo, che il 16 febbraio 2012 ha approvato una nuova mozione con cui s'invita il Governo di Budapest a conformarsi alle raccomandazioni della Commissione europea, oltreché a quelle del Consiglio d'Europa e della commissione di Venezia, anch'essi espressisi a più riprese sulle recenti iniziative legislative ungheresi. La risoluzione chiedeva anche di verificare se esistessero le condizioni per avviare una procedura ai sensi dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea (TUE).
I princìpi e valori fondamentali su cui è basato l'intero processo d'integrazione europea restano imprescindibili per l'Italia, che li ha promossi e sostenuti sin dalla fondazione della UE. Nel riconoscersi pienamente nelle decisioni e iniziative promosse dalle istituzioni comunitarie nei confronti dell'Ungheria, il Governo ribadisce l'auspicio che le iniziative della commissione e della presidenza possano condurre a soluzioni condivise, assicurando così che la legislazione ungherese e la sua attuazione avvengano secondo modalità in linea con i princìpi democratici e dello stato di diritto propri dell'Unione.
Il Ministro Terzi, nell'esprimere apprezzamento per l'intenzione, ripetutamente manifestata dal governo ungherese, di ricercare il consenso delle istituzioni europee nell'attuazione delle nuove disposizioni costituzionali, modificando quindi le norme in contrasto con la normativa europea, non ha mancato di ribadire al suo omologo ungherese Martonyi l'aspettativa italiana di un approccio europeo costruttivo come strada maestra per superare le questioni aperte.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.