ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17229

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 675 del 01/08/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCHIRRU AMALIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/08/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELIS GUIDO PARTITO DEMOCRATICO 01/08/2012
FADDA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/08/2012
CALVISI GIULIO PARTITO DEMOCRATICO 01/08/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 01/08/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17229
presentata da
AMALIA SCHIRRU
mercoledì 1 agosto 2012, seduta n.675

SCHIRRU, MELIS, FADDA e CALVISI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

le criticità generali, di risorse e strutturali, in cui versano le carceri italiane sono note: drammatico sovraffollamento dei detenuti e carenza di organico nel personale penitenziario sono tra le prime e più urgenti, con ripercussioni gravi sulla sicurezza e la salute dei reclusi e dello stesso personale;

gli istituti di pena minorili non sono esenti da tali serie difficoltà, così è per l'istituto penale minorile (IPM) di Quartucciu (Cagliari) dove enorme è il disagio per una situazione, oramai intollerabile generata dalla enorme carenza di risorse umane e strumentali, dalla mancata attivazione dei lavori di manutenzione dell'Istituto (dove manca persino l'acqua calda e l'acqua di rete non sempre risulta utilizzabile) e dove, su un organico previsto di 47 unità di polizia penitenziaria, ne sono assegnate 27, con una presenza media di 17 su un numero di 13 detenuti attualmente presenti;

tutte le attività vengono garantite solo grazie alla disponibilità e alla abnegazione del personale che quotidianamente svolge più mansioni, coprendo più posti di servizio: vigilanza nelle sezioni detentive, permanenza all'aria dei detenuti, accompagnamenti presso l'infermeria o il laboratorio dentistico, traduzioni e piantonamenti, oltre alle molteplici «attività trattamentali» dell'istituto (laboratori e corsi di pelletteria, giardinaggio, musica, teatro, alfabetizzazione della lingua italiana, scuole medie, attività lavorative come quella di lavanderia industriale gestita da una cooperativa esterna; sportive come calcio e Judo), dove è necessaria la presenza di almeno un operatore di Polizia Penitenziaria;

se si considera che, di tutte le attività citate, alcune sono a volte temporalmente sovrapponibili, è facilmente intuibile la gravità della situazione organizzativa con riferimento alla custodia;

come denunciato dalle organizzazioni sindacali FP-CGIL, SAPPE, OSAPP, UIL-Penit.ri, SINAPPE, FNS-CISL, UGL, l'esiguo numero di personale sovente non è in grado di assicurare nemmeno l'ordinario quotidiano ed è costretto a sopportare doppi turni con orari anche di 12 ore, risentendo non solo della violazione dei diritti soggettivi di rilevanza costituzionale, come i riposi, il congedo ordinario, le ferie non fruite; spesso inoltre lavora in condizioni in cui non è garantita la sicurezza e il recupero psicofisico del personale come previsto dalle vigenti norme;

tuttavia, per garantire lo svolgimento di tutte le attività trattamentali che si svolgono nell'istituto, le traduzioni dei detenuti anche verso la penisola per motivi di giustizia (parecchi sono imputati e sono a disposizione dell'autorità giudiziaria), tutti i compiti istituzionali e il mantenimento dell'ordine e della sicurezza all'interno dell'istituto, si richiama il personale di polizia penitenziaria dal congedo ordinario e dai riposi;

benché con spirito di sacrificio si continui a venire incontro ai problemi dell'amministrazione, nonostante le continue richieste al centro giustizia minorile di Cagliari, e al dipartimento giustizia minorile di Roma, le autorità non sembrano dare alcun segnale di voler intervenire per sanare i problemi (che sono ormai cronici e non certo contingenti);

la stanchezza fisica, la demotivazione e un sentimento di abbandono accompagnano ormai la quotidianità del personale, insieme ad una tangibile paura che viene percepita dalla popolazione detenuta e sulla quale s'innescano facilmente meccanismi di prevaricazione e conflitti, mettendo il personale in uno stato di debolezza e frustrazione, motivate anche dalla mancanza di risposte e di attenzione da parte dei superiori uffici;

la situazione diventa realmente drammatica allorquando esplodono inevitabili episodi di violenza e pestaggi che vedono vittime gli operatori, di fatto impotenti di fronte a eventi che potrebbero essere contrastati solo con il rafforzamento dell'organico;

quando i poliziotti sono costretti ad abdicare alle loro funzioni di fronte alle violenze dei detenuti, seppur a causa della carenza di organico, è lo Stato stesso che abdica;

alla pressante richiesta di risorse che sta paralizzando l'attività della giustizia minorile, come si legge dalla circolare n. 21975 del 20 giugno 2012, il capo dipartimento della giustizia minorile risponde: «...alle risorse limitate, l'unica risposta possibile è la rivisitazione, con spirito critico, pratico ed innovativo, delle proprie organizzazioni, cercando soluzioni anche tecnologiche che consentono, a risorse invariate, il miglior funzionamento possibile della propria struttura»;

è diritto di tutti i lavoratori usufruire del riposo settimanale e del congedo ordinario da dedicare al recupero delle energie psicofisiche. È necessario altresì, come previsto dalla vigente normativa, che si tuteli la sicurezza del lavoratore sul posto di lavoro non esponendolo a situazioni di pericolo che sono segnalate e conosciute;

consapevoli della situazione economica del Paese, gli interroganti hanno tuttavia la convinzione che non vi è alcuna soluzione se vengono meno i fondamenti posti alla base della civiltà e in questo contesto la giustizia minorile è un settore di estrema delicatezza, per gli effetti che può determinare nello sviluppo e nella rieducazione e reintegrazione dei minori nella famiglia e nella società;

come sottolineato anche dalle organizzazioni sindacali, «l'importante ruolo che gli Istituti di pena svolgono, contrapposta alla situazione disastrosa di risorse assegnate, è un segnale fortissimo del pericolo di imbarbarimento che la società può subire quando vengono cancellati i diritti fondamentali della persona. Per questo crediamo opportuno e non più differibile un forte segnale di attenzione per migliorare complessivamente la sua organizzazione e programmazione degli interventi» con il potenziamento dell'accoglienza e dell'organico della polizia, valorizzando al massimo le attività, i risultati e le professionalità che negli anni sono stati riconosciuti alla struttura dell'istituto penale minorile di Quartucciu -:

se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

se non ritenga di intervenire per superare una situazione che appare in questi giorni in tutta la sua drammaticità, nell'istituto minorile di Quartucciu (come in molti altri della penisola), per garantire un organico del personale di polizia penitenziaria sufficiente per consentire la fruizione dei diritti che appaiono allo stato negati (nello specifico i riposi e il congedo ordinario, permessi ex legge n. 104 del 1992, ferie), al fine di consentire la deflazione dei carichi di lavoro e la riduzione del rischio di episodi di difficile gestione e di aggressioni al personale. (4-17229)