ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17189

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 674 del 31/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 31/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 31/07/2012
Stato iter:
19/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/12/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/12/2012

CONCLUSO IL 19/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17189
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
martedì 31 luglio 2012, seduta n.674

DI STANISLAO. -
Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

recentemente la Lega italiana per la lotta contro l'Aids (Lila) ha nuovamente denunciato una grave forma di discriminazione nei confronti delle persone con l'Hiv da parte del Ministero della difesa;

tutti i bandi del Ministero della difesa, infatti, chiedono ai candidati di presentare un test Hiv negativo, pena l'esclusione;

chi si presenta per un concorso deve sottoporsi a una serie di controlli medici. Oltre al test dell'Hiv, serve quello per l'epatite B e C, un esame radiografico del torace e un'ecografia pelvica;

in alcuni casi, come nel concorso per accedere al corso per allievi marescialli dell'Arma dei carabinieri, alle allieve si richiede un test di gravidanza, condizione considerata «un temporaneo impedimento» a prestare servizio;

si tratta, per esempio, anche di concorsi per entrare nella banda musicale dell'Arma dei carabinieri, nel centro agonistico della Marina, nei licei annessi alle scuole militari dell'Esercito;

la legge n. 135 del 1990, e poi lo statuto dei lavoratori, nonché la raccomandazione su Hiv e Aids e mondo del lavoro del 2010 e il codice di condotta sull'HIV/AIDS e il mondo del lavoro del 2001, documenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro, agenzia dell'Onu, escludono la possibilità di richiedere il test Hiv a lavoratori e aspiranti tali;

Lila riceve da tempo segnalazioni di persone che sono in salute e in ottima forma, come sono oggi le persone che vivono con l'Hiv;

l'Associazione ha inviato un esposto all'Unar (l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e all'Oscad (l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) segnalando una «evidentissima forma di discriminazione nei confronti delle persone con Hiv» -:

se e come il Governo intenda rispondere alla denuncia della Lila e se ritenga di assumere iniziative per rivedere le norme che impediscono a persone in salute e in ottima forma che convivono con l'Hiv di partecipare ai concorsi banditi dal Ministero della difesa, affinché si ponga fine ad una discriminazione inaccettabile e che contravviene alle disposizioni nazionali ed internazionali. (4-17189)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata mercoledì 19 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 736
All'Interrogazione 4-17189 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - Le procedure concorsuali per il reclutamento nelle Forze armate comprendono, tra i requisiti per la partecipazione, il possesso dell'idoneità psicofisica che deve essere accertata secondo le modalità previste dal decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 recante «Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare», nel quale sono specificate le imperfezioni e le infermità causa di non idoneità al servizio militare e successive modifiche e integrazioni, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 2012, n. 40.
In particolare, il quadro giuridico non consente l'arruolamento dei soggetti in caso di positività al test HIV, incompatibile con l'attribuzione del profilo sanitario minimo per l'idoneità al servizio militare.
Più specificamente, «le sindromi da immunodeficienza, anche in fase asintomatica», sono causa di non idoneità al servizio militare, ai sensi dell'articolo 582, comma 1, lettera e), numero 3) del richiamato decreto del Presidente della Repubblica.
In materia, la Corte Costituzionale si è espressa (sentenza n. 218/1994) dichiarando «l'illegittimità costituzionale - basata sul principio generale che il diritto di ciascuno trova un limite nel reciproco riconoscimento e nell'uguale protezione del coesistente diritto degli altri - dell'articolo 5, terzo e quinto comma, della legge 5 giugno 1990, n. 135 (Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS), nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di sieropositività all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attività che comportano rischi per la salute dei terzi».
La stessa Corte, inoltre, ha ritenuto superata la questione di legittimità costituzionale sollevata con riferimento all'articolo 6 della stessa legge, specificando che il divieto di accertamento della positività all'infezione da HIV sia inapplicabile non solo nella sanità, bensì in ogni altro settore in cui vi sia un serio rischio di contagio.
Sulla base della richiamata pronuncia, le Forze armate rientrano a pieno titolo tra i settori a rischio contagio, in considerazione delle peculiari modalità di svolgimento dei compiti a loro devoluti, nonché degli evidenti fattori di rischio esistenti per la salute sia del personale militare sia di terzi.
Peraltro, anche nella legislazione vigente sono contenute deroghe al principio generale (divieto di svolgere indagini prima dell'assunzione e nel corso della stessa) in particolari discipline di settore (personale appartenente alle forze di polizia): il riferimento normativo è la legge 30 novembre 1990, n. 359, dove è previsto che, per la verifica dell'idoneità all'espletamento di servizi comportanti rischi per la sicurezza, l'incolumità e la salute dei terzi, possono essere disposti, con il consenso dell'interessato, accertamenti dell'assenza di sieropositività all'infezione da HIV effettuati dagli organi tecnici previsti dai rispettivi ordinamenti, con modalità tali da garantire, comunque, l'assoluta riservatezza della persona.
Da notare, ancora, che i fattori di rischio sussistono anche per Io stesso soggetto sieropositivo, la cui infermità sarebbe elemento ostativo per l'effettuazione integrale della prevista schedula vaccinale obbligatoria, quale indispensabile cautela per prevenire gravi malattie infettive diffusive derivanti dalla vita in comunità e/o dalle caratteristiche delle regioni geografiche nelle quali si è chiamati ad operare.
La doverosa tutela nei confronti del soggetto sieropositivo richiede, oltretutto, che lo stesso non possa essere sottoposto a fattori di stress fisici e che, al contrario, debba seguire un regime di vita e un'eventuale terapia adeguati.
Si richiama, inoltre, l'articolo 3 della direttiva tecnica della sanità militare del 5 dicembre 2005, come modificato dalla lettera e) del comma 1 dell'articolo 1, del decreto direttoriale 5 ottobre 2011 - emanato dalla Difesa - che contempla, tra le cause di non idoneità al servizio militare, «la positività per gli anticorpi anti-HIV».
Da tali premesse e considerazioni, nonché sulla base della normativa vigente in materia, discende l'obbligo, per la Difesa, di prevedere l'accertamento della positività al test anti-HIV nella redazione dei bandi di concorso e di effettuare i relativi esami specialistico-strumentali durante le operazioni di selezione.
Con riferimento, in ultimo, agli ulteriori «controlli medici», cui fa riferimento l'interrogante, si osserva che la menzionata direttiva tecnica della Sanità militare, indica, quali ulteriori cause di non idoneità al servizio militare, la positività all'antigene di superficie di HBV (HBsAg), agli anticorpi per HCV (epatite B e C), alla tubercolosi polmonare ed extrapolmonare (anche per tale ragione viene richiesta ai candidati una radiografia del torace, oltre che per escludere la presenza di infermità o degli esiti di patologie dell'apparato respiratorio), al morbo di Hansen e alla sifilide.
L'ecografia pelvica - richiesta soltanto alle candidate - è, invece, necessaria per accertare l'identità di genere (atteso che gli organi genitali femminili, essendo intraddominali, non sono ispezionabili all'esame obiettivo), nonché per escludere altre malformazioni e infermità che sono causa di non idoneità all'arruolamento.
Lo stato di gravidanza, infine, costituisce un «temporaneo impedimento» alla prosecuzione degli accertamenti di selezione proprio a tutela, in primis, della candidata, sia perché nei bandi sono previste anche le prove di efficienza fisica (corsa, piegamenti e altre attività che potrebbero essere pregiudizievoli per chi è in stato di gravidanza), sia perché i parametri clinici e di laboratorio durante la gestazione subiscono alterazioni che potrebbero inficiare il corretto giudizio medico-legale sull'idoneità.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.