ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17095

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 671 del 24/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: NEGRO GIOVANNA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 24/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24/07/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17095
presentata da
GIOVANNA NEGRO
martedì 24 luglio 2012, seduta n.671

NEGRO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

la crisi economica che ha colpito in questi anni l'Europa sta avendo gravi ripercussioni sull'Italia, con conseguenze molto pesanti sia per il mondo produttivo, laddove migliaia di imprese di diversi settori lamentano da tempo una contrazione del fatturato e degli ordini, sia per cittadini, che anche a causa dei recenti provvedimenti governativi hanno visto accrescere l'imposizione fiscale a loro carico;

la riduzione di risorse è stata particolarmente evidente per il comparto degli enti locali, ovvero per i comuni, le province e le regioni che, allo scopo di concorrere al risanamento delle finanze statali, così come disposto dai provvedimenti governativi come il decreto-legge 201 del 2011, sono stati costretti a rivedere completamente la loro pianificazione economica e finanziaria m ragione delle risorse venute meno;

secondo i dati più aggiornati, in Italia tra il 2000 ed il 2012 la spesa pubblica è aumentata di 250 miliardi di euro, pari ad un ritmo di quasi 40.000 euro ogni minuto trascorso, e che il peso della spesa pubblica sul totale del prodotto interno lordo è salito nei dodici anni considerati dall'analisi del 5,1 per cento contro il 3,5 per cento della media dei Paesi dell'euro, mentre, come riportato da più parti, il peso degli enti locali nel concorso alla creazione del deficit dell'amministrazione pubblica è nettamente inferiore rispetto a quello evidenziato dai livelli di governo centrale;

è notizia di questi ultimi giorni la gravissima situazione economico-finanziaria della regione siciliana, laddove l'ente, così come riportato da più organi di stampa, potrebbe trovarsi in una situazione di dissesto finanziario, anche e soprattutto a causa della spesa per il personale, in quanto la regione ha speso nel solo 2011 la cifra di circa 1,27 miliardi di euro, pari al 10 per cento delle spese correnti complessive, necessarie a sostenere il pagamento di oltre 28.000 dipendenti;

tale importo appare ancora più elevato se confrontato con altre realtà italiane, come la Regione Lombardia, che pur contando un numero doppio di abitanti della regione Sicilia, annovera circa 5.000 dipendenti a suo carico, ovvero poco più di un sesto rispetto alla Sicilia;

la razionalizzazione della spesa pubblica avrebbe dovuto essere un taglio selettivo dei costi dei Ministeri ma è stata poi formalizzata come una ulteriore riduzione di spesa per le autonomie territoriali, sulle quali grava oltre il 72 per cento delle misure restrittive (700 milioni per le regioni ordinarie, 500 milioni per le province e 500 milioni per i comuni);

qualora entro il prossimo 30 settembre regioni ed enti locali non dovessero trovare un accordo sulla riduzione di risorse per il 2012, il taglio ai trasferimenti verrà effettuato sulla base dei consumi intermedi, ovvero le spese per l'acquisto dei beni e servizi necessari per il funzionamento della macchina amministrativa;

in conseguenza di questi nuovi tagli, le regioni e gli enti locali saranno verosimilmente costretti ad aumentare le imposte di loro competenza, anche per evitare di ridurre ulteriormente i servizi pubblici, così che i sacrifici, nel complesso, si scaricheranno sui cittadini che potrebbero vedersi aumentare l'imposizione fiscale locale;

il criterio riferito ai comuni intermedi non appare secondo l'interrogante assolutamente meritocratico ovvero in grado di individuare correttamente le sacche di inefficienza, dal momento che l'attuale impostazione del provvedimento comporterebbe un ulteriore sacrificio anche per quegli enti che pure, nel corso di questi anni, hanno adottato politiche di gestione in grado di garantire spese di funzionamento inferiori alla media nazionale -:

se il Ministro interrogato, non ritenga opportuno assumere iniziative per adottare, in luogo di una riduzione sulla base dei consumi intermedi, un parametro universale di spese di funzionamento che comprenda oltre ai consumi intermedi anche il costo del personale, così che la riduzione di risorse ora prevista a carico degli enti venga applicata esclusivamente a quegli enti che, nel corso degli anni, hanno superato il valore medio nazionale.(4-17095)