Legislatura: 16Seduta di annuncio: 669 del 19/07/2012
Primo firmatario: MERLO RICARDO ANTONIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 19/07/2012
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 19/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013 DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013
CONCLUSO IL 15/03/2013
Risposta. — Nel novembre 2011 la nostra ambasciata a Buenos Aires ha comunicato che le misure adottate dal nuovo governo di Cristina Fernandez de Kirchner per ridurre l'accesso alla valuta straniera imponevano il pagamento in valuta locale (pesos) delle pensioni erogate in euro ai nostri connazionali, con relativo grave pregiudizio degli interessati.
Da allora la nostra ambasciata, che è sempre stata in contatto, con le istanze elettive della collettività (Cgie e Comites) e con i patronati, ha compiuto continui passi per ottenere l'esenzione dei nostri connazionali dalla misura generale, ma le autorità argentine non hanno lasciato spazio al negoziato, se non consentendo una moratoria, scaduta all'inizio di luglio 2012. Anche i tentativi intrapresi dall'Inps non hanno portato a risultati concreti per l'indisponibilità espressa dall'Argentina ma soprattutto perché l'articolo 8 delle «condizioni speciali del contratto tra Inps e Citybank, per l'esecuzione del servizio di pagamento delle prestazioni Inps all'estero, dispone che: “L'Istituto di credito esegue i pagamenti in euro, salvo diverse disposizioni politico-valutarie del Paese estero interessato”», come nel caso dell'Argentina.
Il 17 luglio 2012 quindi, la nostra ambasciata ha comunicato che le autorità locali, ponendo fine all'iniziale moratoria di fatto, avevano avviato l'applicazione della suddetta misura anche nei confronti delle pensioni provenienti dall'estero. Si osserva che le pensioni straniere percepite in Argentina sono circa 70.000, in massima parte pagate dall'Inps (circa 40.000), in misura minore dall'omologo ente previdenziale spagnolo (circa 25.000).
In base alle nuove disposizioni, tali spettanze avrebbero potuto essere riscosse unicamente in pesos argentini, al tasso di cambio ufficiale. I pensionati che avessero voluto acquistare euro avrebbero dovuto farlo a loro spese e solo se autorizzati dall’Administracion federal de ingresos publicos (AFIP), la locale agenzia delle entrate, che adotta criteri estremamente restrittivi per l'accesso alla valuta straniera.
Considerati i pesanti riflessi della novità introdotta dalle autorità locali sui nostri connazionali pensionati ivi residenti, su istruzioni del Ministro Terzi, è stato tempestivamente convocato alla Farnesina l'ambasciatore di Argentina a Roma, al quale – nel corso dell'incontro tenutosi lo scorso 26 luglio – è stata rappresentata la gravità delle conseguenze del provvedimento adottato dal governo di Buenos Aires.
Lo stesso giorno, il nostro incaricato d'affari a Buenos Aires ha effettuato un passo ufficiale presso il locale Ministero degli affari esteri incontrando il Sottosegretario per la politica estera. Nel corso dell'incontro, nel segnalare le forti preoccupazioni della comunità italiana residente e di tutti i rappresentanti istituzionali della stessa per il provvedimento del Banco Central, è stata richiesta un'ulteriore proroga della moratoria in attesa di negoziare un diverso tipo di accordo rispetto a quello – contenente numerose criticità – presentato nel mese di maggio dalla locale agenzia delle entrate (AFIP). Il Vice Ministro argentino ha assicurato che avrebbe portato all'attenzione del Ministro ed ai vertici della locale agenzia delle entrate la richiesta di proroga avanzata, prospettando inoltre la possibilità di un incontro in loco tra le parti interessate al quale potrebbe partecipare anche l'Inps.
Con successiva comunicazione del 15 agosto la nostra ambasciata a Buenos Aires ha riferito dell'incontro avuto con il Vice direttore generale della coordinazione tecnica istituzionale della predetta agenzia delle entrate argentina (AFIP), signor Guillermo Michel, nel corso del quale sono state nuovamente rappresentate le forti preoccupazioni per il pregiudizio economico dei nostri connazionali pensionati. Il predetto interlocutore ha ribadito che la decisione del banca centrale ha sostanzialmente modificato la regolamentazione, introducendo il divieto di risparmio in valuta per tutti i residenti in Argentina.
Sulla base di tali premesse, lo stesso signor Michel ha giudicato difficilmente percorribile anche un intervento «politico» ai più alti livelli esperito da alcuni parlamentari italiani eletti all'estero attraverso una lettera indirizzata alla presidente, Cristina Fernandez Kirchner, consegnata al Ministro del lavoro e della sicurezza sociale.
Nella stessa comunicazione la nostra ambasciata ha segnalato inoltre che alcuni pensionati italiani e spagnoli avevano adito la giustizia argentina, anche attraverso il difensore della terza età.
Nel mese di ottobre del 2012, l'ambasciata d'Italia a Buenos Aires, compiendo un ulteriore passo per ottenere l'esenzione dei nostri connazionali dalla misura generale, ha incontrato il Vice presidente della Banca centrale per chiedere un nuovo intervento presso i locali Ministero degli affari esteri, la Banca centrale e agenzia delle entrate.
Nel corso di tale occasione, il predetto interlocutore ha fatto tuttavia presente che per la Banca centrale sarebbe stato molto difficile motivare un'eccezione per un gruppo relativamente ristretto di persone qui residenti, di fronte ad un provvedimento che impedisce a tutti cittadini argentini di acquisire valuta straniera ai fini del risparmio.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.