Atto Camera
Risposta scritta pubblicata martedì 20 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 720
All'Interrogazione 4-17018
presentata da
MAURIZIO TURCO
Risposta. - In ambito Difesa, il livello di attenzione sul delicato fenomeno del nonnismo, come pure su fenomeni relativi al mobbing e alle molestie sessuali, è sempre stato e continua a essere elevato.
La condanna di ciascun evento di natura lesiva dell'integrità fisica e morale della persona è sostanziata da azioni di continuo monitoraggio, con periodici richiami nei confronti di tutto il personale, ai differenti livelli ordinativi, relativamente alla necessità di non sottovalutare gli episodi denunciati; anche le segnalazioni informali vengono, infatti, attentamente vagliate e verificate, al fine di far emergere l'eventuale sussistenza delle richiamate fenomenologie.
Sono effettuate, inoltre, visite periodiche nei reparti per verificare la sicurezza e la «qualità della vita» nelle caserme e, in tali occasioni, viene generalmente ascoltato un gruppo di persone che costituiscono un campione rappresentativo.
Tutte le componenti dello strumento militare impegnate nell'opera di formazione e sensibilizzazione del personale hanno elaborato specifiche direttive sulla tematica e svolgono attività di prevenzione, comunicazione e indottrinamento sia in forma diretta - attraverso colloqui, seminari e incontri periodici - sia tramite la realizzazione di opuscoli dedicati.
Le Forze armate e l'Arma dei Carabinieri sono fortemente impegnate, a tutti i livelli di comando, nel contrasto di ogni forma di prevaricazione fisica e morale, nell'ottica di prevenire o, quantomeno, far emergere i fenomeni devianti, laddove sussistenti, sia per poterli adeguatamente e prontamente gestire, sia per salvaguardare il personale dipendente e preservare la disciplina e l'armonia negli ambienti di lavoro.
È stato appositamente costituito l'Osservatorio permanente del nonnismo che, oltre a monitorare tutte le informazioni e i dati relativi ai casi di nonnismo, dal 2008 tiene sotto osservazione fatti riconducibili al mobbing e alle molestie sessuali e, dal 2011, anche allo stalking.
Sono state, altresì, emanate specifiche direttive finalizzate a prevenire e combattere qualsiasi tipo di violenza, sia verbale che fisica, ivi inclusi tutti quei comportamenti riconducibili alla «violenza di genere» e allo stalking.
Proprio nella finalità di tenere alto il livello di attenzione su tali tematiche, ai sensi dell'articolo 3 della legge 20 ottobre 1999, n. 380 (istitutiva del servizio militare volontario femminile), è stato costituito un Comitato consultivo del Capo di Stato Maggiore della Difesa e del Comandante Generale della Guardia di Finanza che opera ininterrottamente dal giugno 2000.
Il consesso, composto da esperti in prevalenza di genere femminile, ha compiti di assistenza delle citate autorità nonché di indirizzo, coordinamento e valutazione del progressivo inserimento e della integrazione delle donne nelle strutture delle Forze armate (inclusa l'Arma dei Carabinieri) e del Corpo della Guardia di Finanza.
Il principio ispiratore dell'opera del Comitato è la parità di trattamento tra i generi, ciò nella convinzione che il contributo femminile è una risorsa per le Forze armate e per la Guardia di Finanza, da armonizzare con l'organizzazione militare.
Va altresì precisato che l'attuazione della normativa in materia di pari opportunità e la problematica relativa alla violazione dei diritti delle donne, hanno carattere di priorità nei piani di studio degli istituti di formazione, a tutti i livelli, delle Forze armate e nei programmi addestrativi destinati al personale che partecipa a missioni militari di pace, nei quali è previsto l'inserimento di moduli formativi su tali tematiche.
Analogamente, la diffusione della cultura di genere e della conoscenza delle problematiche connesse con l'attuazione della normativa in materia di pari opportunità sono inserite in tutti i corsi già in programmazione, in materia di stato giuridico del personale e organizzazione del lavoro, presso la scuola di formazione del personale civile della Difesa, il cui accesso è aperto anche al personale militare.
In particolare in ambito Marina militare, sin dal 2002, a seguito dell'accesso delle donne nelle Forze armate, sono state emanate le prime direttive, nelle quali si dispone che i comandi interessati effettuino attività di prevenzione, svolgendo periodiche conferenze rivolte al personale dipendente, e procedano sul piano disciplinare quando necessario.
Successivamente, per una diffusione e una conoscenza capillare della problematica riguardante le molestie sessuali e lo stalking, è stata redatta la pubblicazione «Norme di comportamento per il personale militare femminile», con l'inserimento di un apposito capitolo.
Le linee di azione indicate nella direttiva e nella pubblicazione sono costantemente richiamate dai comandanti e periodicamente aggiornate, come necessario.
Si rende noto che dai dati del richiamato Osservatorio permanente, nelle Forze armate - e nella Marina militare in particolare - le fattispecie patologiche in esame rappresentano fenomeni dalle dimensioni del tutto limitate: nel 2011, infatti, risulta un solo caso di stalking.
Per quanto riguarda, invece, la vicenda richiamata dall'interrogante, si fa presente che, a seguito della querela sporta dalle vittime, in data 10 dicembre 2009 il denunciato è stato inizialmente deferito in stato di libertà alla Procura di Roma e, successivamente, rinviato a giudizio, mentre la sentenza di condanna, non ancora passata in giudicato, è stata pronunciata in data 16 luglio 2012 dal tribunale penale di Roma.
In merito ai provvedimenti adottati, a seguito della querela si è, innanzitutto, provveduto a separare in via cautelativa i rispettivi ambienti lavorativi.
Nei confronti del militare interessato non risulta, al momento, avviato alcun procedimento disciplinare; eventuali sanzioni saranno, infatti, irrogate solo all'esito di un giudizio definitivo.
Il comando di appartenenza ha, comunque, proposto alla competente Direzione generale del personale militare la sospensione precauzionale facoltativa prevista dall'articolo 916 del Codice dell'ordinamento militare, anche se la recente sentenza di condanna in primo grado non è ancora definitiva.
Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.