ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/17011

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 668 del 18/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 18/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/07/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 26/07/2012
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 26/07/2012

SOLLECITO IL 02/08/2012

SOLLECITO IL 06/11/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

SOLLECITO IL 07/01/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17011
presentata da
ERMETE REALACCI
mercoledì 18 luglio 2012, seduta n.668

REALACCI e MARIANI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

sempre più spesso si verificano in varie zone d'Italia situazioni anomale connesse all'alternarsi di eventi meteorologici estremi di grande intensità e violenza con periodi di forte siccità. Tali eventi sono presumibilmente legati ai mutamenti climatici in corso e sollecitano politiche più efficaci e credibili sia sul fronte della mitigazione dei processi in atto che sul fronte dell'adattamento agli stessi;


secondo alcune dichiarazioni dell'ufficio federale statunitense per i cambiamenti climatici, nell'anno 2012, si assiste «ad un costante incremento di eventi meteorologici come pioggia, siccità, neve, inondazioni e violente tempeste. Il surriscaldamento globale mette seriamente a rischio la salute pubblica». Di fronte a un anno particolarmente caldo è perciò pesante la situazione di molte parti d'Italia relativamente alla disponibilità di acqua;


da recenti rilevazioni dall'Arpa Toscana dei dati pluviometrici le precipitazioni registrate negli ultimi 6 mesi in alcune zone della regione risultano essere inferiori del 50 per cento rispetto al dato del 2011 e addirittura del 70 per cento rispetto al 2010. Mentre per quanto riguarda il bacino padano il Po registra un livello delle sue acque scarsissimo: -6.22 metri rispetto allo zero pluviometrico (dati 16 luglio '12 - Pontelagoscuro/Agenzia interregionale per il fiume Po). Secca che persiste pressoché dal mese di marzo 2012;


il deficit di precipitazioni della prima metà dell'anno 2012 è oggi comune a quasi tutte le regioni d'Italia. In vaste aree del Paese infatti l'assenza di precipitazioni, calcolato tramite confronto con le piogge degli ultimi 15 anni, ha raggiunto anche qui valori del 50 per cento in meno;


l'attuale condizione di siccità è successiva ad un anno, il 2011, già caratterizzato da scarsità di pioggia e neve che ha determinato l'uso intensivo di risorse di falda per garantire l'approvvigionamento idrico durante tutta la stagione estiva e i primi mesi autunnali, con un conseguente depauperamento delle stesse risorse;


l'indice di siccità (SPI - standardized precipitation index - Arpa Toscana) 2011, calcolato su base annua, evidenzia ampie aree della Toscana in cui si registra un livello di siccità severo e lo stesso indice riferisce un livello di siccità più alto nel secondo semestre dell'anno, con punte di siccità estrema;


nell'Alta Toscana inoltre le risorse idriche locali (falde, torrenti, pozzi) dopo una breve parentesi dovuta alle piogge tra i mesi di aprile e maggio 2012, sono tornate al minimo o secche, e continua l'allerta per il periodo più caldo dell'anno, con afa record e consumi oltre la media. L'invaso di Bilancino, perno del sistema che disseta le province di Firenze, Prato e Pistoia, è oggi al livello di 247,74 metri sul livello del mare che equivale a 48 milioni di metri cubi; negli stessi giorni del 2003 e 2007 (le altre due siccità degli ultimi 10 anni) conteneva rispettivamente un livello di 69 e 63 milioni di metri cubi di acqua;


stante l'attuale situazione siccitosa, sono aperti da tempo tavoli tecnici e istituzionali coordinati dalla regione e dall'autorità di bacino dell'Arno. Lo stesso gestore del servizio idrico della Toscana centrale, Publiacqua, ha più volte nei mesi scorsi richiamato la criticità delle condizioni delle risorse idriche che da mesi impegnano risorse e personale per evitare disagi ed emergenze -:


di fronte al serio rischio della continuità del servizio idrico in un'ampia area della regione Toscana, quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo per impegnare le competenti unità tecniche ministeriali a monitorare le condizioni di approvvigionamento nella regione Toscana;


se il Governo non intenda verificare la sussistenza di risorse economiche utili a garantire interventi di emergenza che, per quanto di competenza, possano ridurre il rischio derivante dall'interruzione del servizio e mettere in campo nuove infrastrutture e impianti moderni, riducendo al minimo i consumi «non idropotabili»;


se non si ritenga opportuno rafforzare le politiche di contenimento dei cambiamenti climatici, per l'efficienza energetica e per l'adattamento ai fenomeni in atto. (4-17011)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-17011
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Con riferimento alle problematiche ambientali segnalate nelle interrogazione in esame, anche sulla scorta delle informazioni acquisite dall'autorità di bacino del Fiume Arno e dalla regione Toscana, si rappresenta quanto segue.
  Il problema della siccità e della scarsità idrica è da anni all'attenzione della Commissione europea nell'ambito delle attività della cosiddetta «Strategia Comune di Attuazione» della direttiva quadro acque 2000/60/CE; ciò ha condotto nel 2007 all'emanazione di un primo atto di indirizzo rivolto agli stati membri con la comunicazione sulla scarsità idrica e siccità nell'Unione europea COM(2007)414 final, recepita poi dall'Italia.
  Tra le misure considerate nella comunicazione è stato previsto un approfondimento delle conoscenze ed una sistematizzazione nella raccolta dei dati necessari alla realizzazione di un osservatorio a livello comunitario, da connettere ad analoghi sistemi a livello nazionale ed a livello di bacino idrografico e/o regione (in Italia, si segnalano ad esempio quelli della regione Emilia-Romagna e Sardegna).
  In sintesi, l'approccio raccomandato dalla Commissione europea consiste nell'evitare la gestione emergenziale degli eventi di siccità inserendo, all'interno dell'ordinaria pianificazione della gestione delle risorse idriche ai vari livelli, le azioni e le misure individuate per fronteggiare il problema (quali simulazioni preventive degli scenari di crisi, modifica di disciplinari di concessione, limitazioni temporanee per gli usi dell'acqua, eccetera) ed effettuando un costante monitoraggio dello stato della risorsa idrica attraverso gli strumenti (indicatori, indici, eccetera) a disposizione degli osservatori preposti.
  Per quanto riguarda più nello specifico la situazione di siccità della regione Toscana, fin dallo scorso autunno-inverno è emerso con chiarezza che la perdurante assenza di precipitazioni avrebbe portato ad una situazione critica per lo stato quantitativo delle risorse idriche.
  Confermando questa tendenza, la situazione che si sta concretizzando attualmente è quella di una delle peggiori siccità degli ultimi 100 anni.
  Al fine di mitigare la situazione di crisi che si è venuta a manifestare, sono state da tempo intraprese alcuni azioni da parte dell'autorità di bacino del fiume Arno e della regione Toscana.
  Infatti, l'autorità di bacino ha svolto un'attività di «cabina di regia» – senza interruzione da un anno – attraverso la commissione di tutela delle acque, che rappresenta la misura permanente con cui si fa fronte a questa grave situazione. L'attività si concretizza attraverso un'azione di raccolta e analisi dati, di coordinamento dei diversi soggetti interessati, nonché di elaborazione di scenari previsionali delle riserve idriche.
  I risultati sono un'azione di regolazione esercitata in tempo reale, sfruttando in particolare la possibilità di coordinare gli scarichi delle due principali riserve idriche del bacino (l'invaso di Bilancino e il sistema delle dighe di Levane-La Penna), bilanciando le opposte necessità di mantenimento del deflusso minimo vitale e di ottimizzazione dell'uso delle risorse stoccate, in modo da preservarle il più a lungo possibile.
  In particolare, presso la «cabina di regia» dell'autorità sono state presentate alcune simulazioni sulla prevedibile capacità di mantenimento di livelli di portata in Arno compatibili con i prelievi idropotabili più significativi e con la sopravvivenza della vita nel fiume.
  Ipotizzando l'attuale volume come dato di partenza per la gestione del periodo estivo, ed effettuando una gestione degli scarichi come l'anno scorso (2011), si sarebbe giunti ad un volume di appena 20 milioni di metri cubi alla data del 30 novembre – con probabilità estremamente basse di riempire nuovamente l'invaso nel prossimo autunno-inverno. La scelta concordata dai soggetti territorialmente preposti al tavolo dell'autorità di bacino è stata quella di adottare uno scenario di scarichi più conservativo (accettando cioè livelli e portate inferiori in Sieve ed Arno, ma continuando ad assicurare la piena funzionalità dei principali impianti di potabilizzazione), che dovrebbe consentire di preservare circa 28 milioni di metri cubi di acqua. Gli scenari verranno progressivamente aggiornati ed eventualmente modificati nel corso dei prossimi mesi, in funzioni delle condizioni che si verificheranno.
  Per quanto concerne il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, occorre evidenziare come, nel comitato istituzionale del 18 luglio 2012, sia stato adottato definitivamente, e quindi approntato per la successiva approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il piano stralcio per il bilancio idrico di bacino. Si tratta di uno strumento fondamentale per pianificare gli usi della risorsa idrica negli anni a venire, definendo con chiarezza e rigore scientifico i deflussi minimi vitali dei principali corsi d'acqua del bacino dell'Arno. Nel piano, le cui misure di salvaguardia sono state nello stesso comitato istituzionale prorogate fino all'approvazione del piano stesso, sono contenute fondamentali norme di attuazione, che consentiranno di programmare per il futuro le condizioni di utilizzo delle risorse idriche, nel rispetto dei vincoli ambientali e delle priorità degli usi. Con tale piano, la regione Toscana e in particolare il bacino dell'Arno, disporranno di uno strumento all'avanguardia per gestire situazioni di crisi.
  A livello nazionale, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai fini della realizzazione del piano irriguo nazionale, ha attivato investimenti, sull'intero territorio nazionale, per circa 1.000 milioni di euro tra il 2007 e il 2010 (piano irriguo nazionale approvato dalla delibera Cipe n. 74 del 2005) e per altri 585 milioni di euro impegnati per il finanziamento delle opere approvate dalla delibera Cipe n. 69 e 92 del 2010 (programma di completamento e nuovo piano irriguo del sud).
  Nuovi investimenti per il recupero dell'efficienza delle reti e per la costruzione di invasi sia interaziendali sia di maggiori dimensioni, potrebbero trovare capienza a carico dei fondi comunitari, nel quadro della nuova politica comunitaria 2014-2020, in corso di discussione, subordinati al conseguimento di importanti benefici sia in termini di risparmio quantitativo sia in termini di miglioramento qualitativo dello stato delle acque.
  Tuttavia, ai fini di dotare il Paese di adeguati strumenti per fronteggiare i crescenti problemi di siccità e di scarsità idrica, è essenziale predisporre una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici fondata sulla effettiva operosità dei distretti previsti dalla direttiva quadro acque 2000/60/CE.
  Disporre di risultati scientifici attendibili è un fattore di fondamentale importanza per l'elaborazione della predetta strategia.
  Il primo passo per l'elaborazione di questa strategia sarà la predisposizione di un rapporto sulle conoscenze scientifiche riguardo ai cambiamenti climatici, impatti e adattamento settoriale nel territorio nazionale che si prevede di poter predisporre entro i primi mesi del prossimo anno.
  Il passo successivo dovrà essere l'individuazione, da parte di ciascun distretto, degli interventi non solo infrastrutturali ma anche di applicazione delle più avanzate tecnologia di misura e tele gestione, per realizzare le cosiddette «smart water grids», ovvero reti che consentono la più efficiente ed efficace gestione delle acque disponibili.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareCorrado Clini.