Legislatura: 16Seduta di annuncio: 668 del 18/07/2012
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 18/07/2012
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/07/2012 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 26/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013 CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 26/07/2012
SOLLECITO IL 02/08/2012
SOLLECITO IL 06/11/2012
SOLLECITO IL 06/12/2012
SOLLECITO IL 07/01/2013
RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013
CONCLUSO IL 15/03/2013
Risposta. — Con riferimento alle problematiche ambientali segnalate nelle interrogazione in esame, anche sulla scorta delle informazioni acquisite dall'autorità di bacino del Fiume Arno e dalla regione Toscana, si rappresenta quanto segue.
Il problema della siccità e della scarsità idrica è da anni all'attenzione della Commissione europea nell'ambito delle attività della cosiddetta «Strategia Comune di Attuazione» della direttiva quadro acque 2000/60/CE; ciò ha condotto nel 2007 all'emanazione di un primo atto di indirizzo rivolto agli stati membri con la comunicazione sulla scarsità idrica e siccità nell'Unione europea COM(2007)414 final, recepita poi dall'Italia.
Tra le misure considerate nella comunicazione è stato previsto un approfondimento delle conoscenze ed una sistematizzazione nella raccolta dei dati necessari alla realizzazione di un osservatorio a livello comunitario, da connettere ad analoghi sistemi a livello nazionale ed a livello di bacino idrografico e/o regione (in Italia, si segnalano ad esempio quelli della regione Emilia-Romagna e Sardegna).
In sintesi, l'approccio raccomandato dalla Commissione europea consiste nell'evitare la gestione emergenziale degli eventi di siccità inserendo, all'interno dell'ordinaria pianificazione della gestione delle risorse idriche ai vari livelli, le azioni e le misure individuate per fronteggiare il problema (quali simulazioni preventive degli scenari di crisi, modifica di disciplinari di concessione, limitazioni temporanee per gli usi dell'acqua, eccetera) ed effettuando un costante monitoraggio dello stato della risorsa idrica attraverso gli strumenti (indicatori, indici, eccetera) a disposizione degli osservatori preposti.
Per quanto riguarda più nello specifico la situazione di siccità della regione Toscana, fin dallo scorso autunno-inverno è emerso con chiarezza che la perdurante assenza di precipitazioni avrebbe portato ad una situazione critica per lo stato quantitativo delle risorse idriche.
Confermando questa tendenza, la situazione che si sta concretizzando attualmente è quella di una delle peggiori siccità degli ultimi 100 anni.
Al fine di mitigare la situazione di crisi che si è venuta a manifestare, sono state da tempo intraprese alcuni azioni da parte dell'autorità di bacino del fiume Arno e della regione Toscana.
Infatti, l'autorità di bacino ha svolto un'attività di «cabina di regia» – senza interruzione da un anno – attraverso la commissione di tutela delle acque, che rappresenta la misura permanente con cui si fa fronte a questa grave situazione. L'attività si concretizza attraverso un'azione di raccolta e analisi dati, di coordinamento dei diversi soggetti interessati, nonché di elaborazione di scenari previsionali delle riserve idriche.
I risultati sono un'azione di regolazione esercitata in tempo reale, sfruttando in particolare la possibilità di coordinare gli scarichi delle due principali riserve idriche del bacino (l'invaso di Bilancino e il sistema delle dighe di Levane-La Penna), bilanciando le opposte necessità di mantenimento del deflusso minimo vitale e di ottimizzazione dell'uso delle risorse stoccate, in modo da preservarle il più a lungo possibile.
In particolare, presso la «cabina di regia» dell'autorità sono state presentate alcune simulazioni sulla prevedibile capacità di mantenimento di livelli di portata in Arno compatibili con i prelievi idropotabili più significativi e con la sopravvivenza della vita nel fiume.
Ipotizzando l'attuale volume come dato di partenza per la gestione del periodo estivo, ed effettuando una gestione degli scarichi come l'anno scorso (2011), si sarebbe giunti ad un volume di appena 20 milioni di metri cubi alla data del 30 novembre – con probabilità estremamente basse di riempire nuovamente l'invaso nel prossimo autunno-inverno. La scelta concordata dai soggetti territorialmente preposti al tavolo dell'autorità di bacino è stata quella di adottare uno scenario di scarichi più conservativo (accettando cioè livelli e portate inferiori in Sieve ed Arno, ma continuando ad assicurare la piena funzionalità dei principali impianti di potabilizzazione), che dovrebbe consentire di preservare circa 28 milioni di metri cubi di acqua. Gli scenari verranno progressivamente aggiornati ed eventualmente modificati nel corso dei prossimi mesi, in funzioni delle condizioni che si verificheranno.
Per quanto concerne il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, occorre evidenziare come, nel comitato istituzionale del 18 luglio 2012, sia stato adottato definitivamente, e quindi approntato per la successiva approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il piano stralcio per il bilancio idrico di bacino. Si tratta di uno strumento fondamentale per pianificare gli usi della risorsa idrica negli anni a venire, definendo con chiarezza e rigore scientifico i deflussi minimi vitali dei principali corsi d'acqua del bacino dell'Arno. Nel piano, le cui misure di salvaguardia sono state nello stesso comitato istituzionale prorogate fino all'approvazione del piano stesso, sono contenute fondamentali norme di attuazione, che consentiranno di programmare per il futuro le condizioni di utilizzo delle risorse idriche, nel rispetto dei vincoli ambientali e delle priorità degli usi. Con tale piano, la regione Toscana e in particolare il bacino dell'Arno, disporranno di uno strumento all'avanguardia per gestire situazioni di crisi.
A livello nazionale, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai fini della realizzazione del piano irriguo nazionale, ha attivato investimenti, sull'intero territorio nazionale, per circa 1.000 milioni di euro tra il 2007 e il 2010 (piano irriguo nazionale approvato dalla delibera Cipe n. 74 del 2005) e per altri 585 milioni di euro impegnati per il finanziamento delle opere approvate dalla delibera Cipe n. 69 e 92 del 2010 (programma di completamento e nuovo piano irriguo del sud).
Nuovi investimenti per il recupero dell'efficienza delle reti e per la costruzione di invasi sia interaziendali sia di maggiori dimensioni, potrebbero trovare capienza a carico dei fondi comunitari, nel quadro della nuova politica comunitaria 2014-2020, in corso di discussione, subordinati al conseguimento di importanti benefici sia in termini di risparmio quantitativo sia in termini di miglioramento qualitativo dello stato delle acque.
Tuttavia, ai fini di dotare il Paese di adeguati strumenti per fronteggiare i crescenti problemi di siccità e di scarsità idrica, è essenziale predisporre una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici fondata sulla effettiva operosità dei distretti previsti dalla direttiva quadro acque 2000/60/CE.
Disporre di risultati scientifici attendibili è un fattore di fondamentale importanza per l'elaborazione della predetta strategia.
Il primo passo per l'elaborazione di questa strategia sarà la predisposizione di un rapporto sulle conoscenze scientifiche riguardo ai cambiamenti climatici, impatti e adattamento settoriale nel territorio nazionale che si prevede di poter predisporre entro i primi mesi del prossimo anno.
Il passo successivo dovrà essere l'individuazione, da parte di ciascun distretto, degli interventi non solo infrastrutturali ma anche di applicazione delle più avanzate tecnologia di misura e tele gestione, per realizzare le cosiddette «smart water grids», ovvero reti che consentono la più efficiente ed efficace gestione delle acque disponibili.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Corrado Clini.