ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16971

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 666 del 16/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCANDROGLIO MICHELE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 16/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/07/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16971
presentata da
MICHELE SCANDROGLIO
lunedì 16 luglio 2012, seduta n.666

SCANDROGLIO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la crisi economica e finanziaria richiede l'ulteriore rafforzamento delle politiche tese a difendere e rilanciare l'economia nazionale, nonché l'individuazione di precise misure e azioni di sistema su cui costruire solidi modelli di riferimento a carattere sociale, economico e finanziario, strettamente connessi alla vita reale ed all'ambiente;

secondo dati del Censis (luglio 2012), nel 2011 il numero di imprese coinvolte in procedure fallimentari è quasi raddoppiato rispetto al 2007, superando gli 11.000 casi. Tra dicembre 2011 e febbraio 2012 i prestiti bancari alle imprese si sono ridotti di oltre 16 miliardi di euro. E anche gli investimenti produttivi sono scesi di più del 6 per cento nei primi mesi dell'anno rispetto al 2011. La costituzione di nuove imprese rallenta e la disoccupazione, specie quella giovanile, aumenta;

occorre sostenere nuovi sforzi congiunti tra tutte le istituzioni nazionali impegnate a promuovere processi virtuosi di sviluppo, al fine di creare nel Paese un ambiente più confacente all'imprenditoria;

la «questione giovanile» - alta disoccupazione, blocco dell'ascensore sociale, sfiducia diffusa - è diventata una grave questione generazionale, urge risposte immediate e non si risolve con provvedimenti settoriali o assistenziali, ma con un'economia più aperta basata sul binomio opportunità-responsabilità;

la crisi economica e finanziaria ha evidenziato l'importanza del microcredito e più in generale della microfinanza quale insieme di prodotti e servizi utili per aggredire l'emergenza occupazionale e, al contempo, quali strumenti strategici finalizzati a costruire nuovi paradigmi di sviluppo strutturale, in un'ottica di sostenibilità;

secondo studi del Censis (luglio 2012), il microcredito costituisce un efficace ed essenziale «puntello contro la crisi» per le famiglie e più in generale le persone con difficoltà economiche e prive di garanzie da prestare agli istituti di credito (il 18 per cento della popolazione italiana);

il microcredito ha dimostrato, sia a livello nazionale che internazionale, di essere un valido strumento di politica economica capace di sostenere l'autoimpiego di categorie di soggetti particolarmente svantaggiati, in primis le donne, i giovani, gli immigrati, persone che a causa della crisi hanno perso il proprio posto di lavoro;

la strategia della Commissione europea «Europa 2020», che mira ad uscire dalla crisi e preparare l'economia dell'Unione europea ad affrontare le sfide del prossimo decennio, incentiva il sostegno al mercato del lavoro e la lotta alla povertà;

la comunicazione della Commissione europea al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni «A European initiative for the development of micro-credit in support of growth and employment» (COM(2007) 708 final/2), evidenzia che lo strumento del microcredito può svolgere un ruolo importante nella promozione dell'integrazione sociale, in linea con l'enfasi data oggi alla «flessicurezza», cioè alla combinazione di flessibilità e sicurezza sociale;

nello stesso documento la Commissione invita gli Stati membri ad adeguare in modo appropriato i quadri istituzionali, giuridici e commerciali necessari per promuovere un ambiente più favorevole al microcredito;

il programma quadro per la competitività e l'innovazione in Europa (CIP), avendo come obiettivo primario le piccole e medie imprese (PMI), sostiene la necessità di un più facile accesso ai finanziamenti;

inoltre, la Commissione europea ha sviluppato una complessa strategia in materia di microfinanza, a sostegno della crescita e dell'occupazione, caratterizzata da tre principali iniziative: a) JEREMIE, che consente alle regioni e a tutti gli Stati membri dell'Unione europea di usare parte dei loro fondi strutturali per ottenere strumenti finanziari in supporto delle piccole e medie imprese, b) JASMINE, che fornisce assistenza tecnica alle istituzioni di microfinanza al fine di rafforzarne la capacità operativa, c) PROGRESS, che intende fornire un aiuto finanziario all'attuazione degli obiettivi dell'Unione europea nel settore dell'occupazione e degli affari sociali, attraverso gli strumenti della microfinanza;

anche il Santo padre, nell'enciclica Caritas in Veritate, cita la microfinanza quale importante strumento di crescita e di sviluppo economico ed umano, anche nei Paesi avanzati, in un momento di impoverimento della società;

la microfinanza sta progressivamente assumendo un ruolo di rilievo anche all'interno del dibattito politico, economico e sociale italiano. Una pluralità di soggetti - espressione delle istituzioni europee, centrali e locali, del no-profit e del settore privato - a vario titolo competenti in materia di servizi finanziari inclusivi, sono infatti impegnati, ciascuno sulla base delle proprie prerogative, nella promozione o nel sostegno diretto di iniziative microfinanziarie;

pertanto occorre un'azione capace di mettere a sistema le migliori forze, le professionalità, le politiche pubbliche e le azioni private tese a rafforzare la lotta alla povertà, creando nuove reti di protezione sociale, improntate ad una nuova concezione di welfare;

il microcredito si colloca tra gli strumenti di welfare moderni, in quanto diretto a promuovere le professionalità e l'impegno, poggiando sulla responsabilità attiva dei soggetti, in linea con quanto enunciatonel libro verde sul nuovo modello di welfare;

peraltro, mentre la disoccupazione genera evasione fiscale e le iniziative di mero sostegno al reddito non producono nuova ricchezza, il microcredito non solo si basa su sistemi rotativi che consentono la restituzione delle risorse impiegate, ma crea nuove categorie di contribuenti;

in risposta ad un appello dell'allora segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ed alle successive risoluzioni dell'assemblea generale dell'ONU che promuovevano il 2005 quale anno internazionale del microcredito, l'Italia ha costituito nell'anno 2004 un comitato 2005 per il microcredito, poi trasformato nel 2006 in soggetto a carattere permanente ed insignito, in ragione del valore particolarmente solidaristico della propria attività, dell'alto patronato del Presidente della Repubblica;

il Parlamento e i Governi Prodi, Berlusconi e recentemente lo stesso Governo Monti, attraverso una serie di iniziative legislative e regolamentari di seguito ricordate, ne hanno determinato lo sviluppo ed il rafforzamento istituzionale;

con la legge 24 dicembre 2007, n. 244, articolo 2, commi 185-186-187, il Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito ha acquisito lo status giuridico di ente di diritto pubblico (di seguito ente nazionale per il microcredito o anche ente);

la legge 3 agosto 2009, n. 102, articolo 2, comma 4-bis sottolinea la centralità del microcredito quale strumento anticrisi finalizzato allo sviluppo economico e sociale del Paese e rafforza l'operatività dell'ente anche quale strumento di cooperazione allo sviluppo, in sinergia con il Ministero degli affari esteri;

ai sensi della legge 12 luglio 2011, n. 106, l'ente nazionale per il microcredito è individuato quale centro nazionale di promozione e coordinamento dei programmi microfinanziari finanziati anche a valere su risorse dell'Unione europea;

l'ente è stato pertanto individuato quale contact point nazionale per il programma europeo PROGRESS precedentemente richiamato (decisione N. 283/2010/UE del Parlamento europeo e del Consiglio);

ai sensi della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 luglio 2010 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre 2010) all'ente sono stati attribuiti specifici compiti operativi di promozione, monitoraggio e valutazione di tutte le iniziative italiane di microcredito e microfinanza;

ai sensi dell'articolo 39, comma 7-bis, della legge del 22 dicembre 2011 n. 214, l'ente nazionale per il microcredito ricopre un ruolo centrale nella gestione operativa delle operazioni di microcredito attivabili a valere sul fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese; in particolare, l'ente stipula «convenzioni con enti pubblici, privati ed istituzioni nazionali ed europee, per l'incremento delle risorse del fondo di garanzia e dei fondi di riserva separati presso il medesimo Fondo»;

in qualità di organismo intermedio, in considerazione delle proprie caratteristiche di unicità e infungibilità, l'ente è il beneficiario dell'asse B del PON Governance e azioni di sistema obiettivo 1 - convergenza;

a valere su fonti di finanziamento europee, è in corso di avvio da parte dell'ente un progetto finalizzato a trasferire alla pubblica amministrazione competenze utili ad utilizzare i fondi comunitari per programmare, progettare e realizzare progetti di microcredito e autoimpiego. Si tratta di fondi che attualmente in parte rientrano a Bruxelles per incapacità di spesa. È già stato avviato, inoltre, il progetto di formazione sul microcredito per i servizi per il lavoro e segnatamente per i centri pubblici per l'impiego. Infine, l'ente realizza e promuove, in sinergia col sistema universitario, dottorati, master e corsi executive per quanti operano o intendono operare nel settore;

a valere su fonti di finanziamento europee, in attuazione della direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri del 2 luglio 2010 di cui sopra, l'ente realizza una puntuale attività di monitoraggio di tutti i progetti di microcredito realizzati sul territorio nazionale, indicandone volumi, default, impatto sul territorio e pertanto evidenziando, in particolare, la capacità degli operatori istituzionali di impiegare le risorse pubbliche;

conformemente alle proprie attribuzioni, l'ente promuove dei partenariati strategici con le istituzioni pubbliche, il settore privato e le organizzazioni del terzo settore per la realizzazione di attività aventi sia componenti creditizie che tecniche. A tal fine, sono stati siglati diversi protocolli d'intesa che hanno prodotto la realizzazione o la pianificazione di uno sviluppo progettuale;

in attuazione di quanto disposto dall'articolo 39, comma 7-bis, della legge del 22 dicembre 2011, n. 214, di cui sopra, grazie all'iniziativa e sotto il coordinamento tecnico e operativo dell'ente una pluralità di soggetti pubblici e privati stanno costituendo un fondo di garanzia di circa 9.500.000,00 euro;

in virtù del proprio status di unicità e di centro nazionale di competenza sul microcredito, a fronte di un milione annuo di euro di risorse spese nel triennio 2009-2011 per il suo funzionamento, l'ente ha sottoscritto una serie di accordi interistituzionali per lo svolgimento di attività rientranti nel PON, per un totale di euro 7.824,249,00. Tali risorse sarebbero diversamente rimaste inutilizzate causando un danno al sistema economico e sociale del Paese e minori entrate per lo Stato;

per costi di funzionamento pari a 1.000.000 euro l'anno l'ente attrae 8.000.000 di euro l'anno, che generano entrate fiscali pari ad almeno 3.200.000 euro;

l'ente ha assunto precisi obblighi in sede internazionale, anche nell'ambito della campagna per gli obiettivi del millennio, tra i quali spicca quello di combattere la povertà e la fame;

attraverso l'ente, l'Italia ricopre oggi un ruolo di primo piano nelle iniziative e nei forum internazionali per il microcredito e la microfinanza. A titolo esemplificativo, l'ente partecipa attivamente al Microcredit Summit Campaign e siede al tavolo dei componenti della prestigiosa European Microfinance Platform;


quale centro di competenza nazionale, l'ente è inoltre impegnato in sinergia col Ministero degli affari esteri, con accordi di collaborazione con i Governi e i sistemi finanziari in diversi Paesi in via di sviluppo ed economie in transizione;

l'ente è altresì impegnato insieme al Ministero degli affari esteri in materia di canalizzazione di rimesse (con progettualità che pertanto incideranno su più di 7 miliardi di rimesse che ogni anno partono dall'Italia verso Paesi meno sviluppati), e nella costituzione di un gruppo di lavoro specializzato di supporto al G8;

l'ente ha ricevuto delle lettere di plauso ed encomio per la qualità della propria performance istituzionale e l'alto valore sociale, economico e morale della propria attività ai più alti livelli istituzionali, da diversi membri del Governo, tra cui il Ministro degli affari esteri Terzi, il sottosegretario di Stato Antonio Catricalà, il sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico Vari, nonché dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani -:

quali siano le ragioni tecniche e finanziarie per cui, attraverso il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, il Governo abbia ritenuto opportuno e conforme ai principi di razionalizzazione della spesa pubblica che dovrebbero guidare la cosiddetta spending review, sopprimere l'ente nazionale per il microcredito, visti i risultati ottenuti e la necessità comunque di dare continuità ad una cooperazione tra famiglia, piccola impresa e credito indispensabile per dare corpo alla ripresa economica, ristoro alla famiglia e alla piccola impresa e risposte al credito negato.(4-16971)