BELLOTTI. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:
in occasione di una visita a Bengasi, nella seconda settimana di giugno, l'interrogante ha potuto incontrare i pescatori italiani di Mazara del Vallo (Trapani) fermati dalle autorità libiche il 7 giugno e tuttora trattenuti nel porto di Bengasi;
in quei giorni, dopo aver appreso del fermo di alcune barche da pesca con equipaggi italiani da parte delle autorità locali, l'interrogante si è recato immediatamente a Bengasi per incontrare i nostri concittadini e manifestare loro supporto e sostegno, cercando di farsi carico delle loro apprensioni;
in tale occasione, si è potuto constatare che erano in buona salute e non avevano subito alcun maltrattamento;
si è successivamente appreso che, dopo un periodo trascorso in carcere a Bengasi, i nostri connazionali sarebbero stati rilasciati;
è tuttavia importante non trascurare di mantenere la dovuta attenzione sul caso sopra esposto, dato che non è escluso, nonostante il rilascio dei suddetti pescatori, che fatti del genere possano riproporsi;
è fondamentale inoltre, anche per evitare in futuro problematiche simili a quelle che si sono poste, pervenire ad accordi con il nuovo Governo libico, in modo da consentire una rapida risoluzione in vicende come quelle avvenute nel caso dei pescatori di Mazara del Vallo;
garantire agli operatori nel settore ittico che esercitano la propria attività nel Canale di Sicilia dei rapporti solidi e di buon vicinato con i Paesi della sponda sud, e in special modo la Libia, sarebbe di stimolo positivo ad un'attività che già versa in una situazione di difficoltà, come quella della pesca -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali azioni di propria competenza il Governo intenda attuare per evitare il ripetersi di lunghi fermi come quello cui sono stati sottoposti i pescatori di Mazara del Vallo trattenuti nel mese di giugno dalle autorità libiche;
se non possano essere stipulati ulteriori accordi tra Italia e Libia per consentire agli operatori nel settore della pesca di esercitare la loro attività in un contesto di piena sicurezza, ottenendo, in caso di un involontario ed occasionale sconfinamento nelle acque territoriali libiche, un rapido rilascio del personale coinvolto. (4-16961)