ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16930

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 664 del 11/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: BOSSA LUISA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 11/07/2012
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16930
presentata da
LUISA BOSSA
mercoledì 11 luglio 2012, seduta n.664

BOSSA. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

lungo le sponde del Lago Fusaro, a Bacoli, in provincia di Napoli, insistono alcuni siti di particolare valore ambientale e culturale;

tra questi vale la pena ricordare le «Grotte dell'acqua» (resti di una cisterna termale d'età imperiale) e il «Parco Vanvitelliano» (riserva di caccia e di pesca dei Borboni, abbellito dalla celebre Casina Vanvitelliana);

nella zona c'è anche una pista ciclabile costata circa 5 milioni di euro, nel 2006, che avrebbe dovuto distendersi lungo i 3 chilometri di periplo del lago, raggiungendo proprio le «Grotte dell'acqua» e il Parco;

tali siti di proprietà pubblica sono in condizioni di abbandono e di degrado, così come denunciato ripetutamente da varie associazioni, tra cui il coordinamento dei comitati e dei cittadini delle periferie, che ha indirizzato alle autorità territoriale numerose istanze;

in particolare le «Grotte dell'acqua» cadono a pezzi, sono sorrette da ponteggi ossidati, sono invasi da erbacce e rifiuti; il parco, a sua volta, in numerosi punti, è uno sversatoio a cielo aperto di materiali di risulta dai cantieri, di cumuli di plastica, di fogliame, di attrezzature depositate e mai installate;

la pista ciclabile, a sua volta, è stata realizzata solo per un quarto del suo tracciato; ed è coperta da vegetazione incolta, rifiuti, al punto che il percorso è quasi del tutto scomparso alla vista;

le condizioni pietose in cui versano questi piccoli gioielli del patrimonio culturale, archeologico e storico dei Campi flegrei sollevano indignazione e stupore nei tanti turisti stranieri che arrivano sui siti, indicati su guide e mappe, ritrovandosi di fronte rifiuti e abbandono -:

se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se non ritenga di intervenire, per quanto di propria competenza, per la nascita di un progetto di recupero e valorizzazione degli straordinari beni culturali sopra menzionati. (4-16930)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-16930
presentata da
BOSSA Luisa

  Risposta. — In riferimento all'interrogazione in esame, con il quale l'interrogante chiede se questo Ministero non ritenga di intervenire, per quanto di propria competenza, per la nascita di un progetto di recupero e valorizzazione delle Grotte dell'Acqua e del Parco Vanvitelliano, riserva di caccia e di pesca dei Borboni, in provincia di Napoli, si comunica quanto segue.
  L'attuale lago Fusaro, posto al centro del suburbio meridionale di Cuma antica, è individuato da fonti storico-letterarie come Acherusia Palus, mitica palude generata dal fiume infernale Acheronte, forse a causa di vapori e sorgenti termali presenti in antico sulle sponde e presenti ancora oggi quali fenomeni vulcanici secondari dovuti alle sue origini solfatariche.
  In età storica, il lago fu un'ampia insenatura sul mare, forse usato da popolazioni indigene per coltivarvi mitili, la cui immagine è costantemente presente sul retro delle monete greche di Cuma, verosimilmente come simbolo caratterizzante il luogo di fondazione della colonia greco-euboica (740/730 a.C.).
  In età romana, le colline circostanti si riempirono di ville e insediamenti rustici, noti da resti; in particolare, sul promontorio di Torregaveta e nell'area retrostante vi era la villa marittima di Publio Servilio Vatia, unica di cui si conosca l'attribuzione della proprietà, grazie allo scrittore latino Seneca, della quale avanzano numerosi resti a terra e nell'antistante area sommersa, tra cui la Foce Vecchia o Foce Romana del Fusaro, corrispondente a un lungo tratto in galleria e allo scoperto della strada, tagliata nel tufo, dall'arenile antico alla villa, entrambi oggi sommersi nel mare a –2,00 metri circa; resti di un'altra villa sono presenti sulle alture della sponda sud, entro il complesso industriale Alenia.
  L'attuale lago, il cui nome si deve all'uso d'età medievale e moderna quale irueusarium per macerarvi canapa e lino, si formò per chiusura della barra dunale, come documentano fonti storico-letterarie; tra gli altri resti sulle sue sponde orientali vi sono quelli del settore termale marittimo, appartenenti a un'ampia villa, con accesso da un diverticolo della via collinare Cumis Misenum, noti come «Grotte dell'Acqua», dall'uso delle acque geotermiche, ancora ivi scorrenti in due ambienti rettangolari voltati, dal XVII – XVIII sec. e fino al secondo dopoguerra; la villa, d'età romana repubblicana, modificata in seguito, fu edificata sui terrazzamenti della retrostante collina de «La Mofeta» e i suoi resti si sviluppano in corrispondenza e attorno al piccolo borgo, forse d'origine medievale, costituito da basse case ubicato poco distante a monte delle «Grotte dell'Acqua», in area archeologicamente vincolata con decreto ministeriale 17 ottobre 1989, ai sensi della legge n. 1089 del 1939, ora decreto legislativo n. 42 del 2004.
  Altri resti del settore marittimo di questa villa, importante, perché di vaste dimensioni (24.000 metri quadri circa), si sviluppano ancora, come verificato durante indagini archeologiche nel 2000, sul lato sud della proprietà del centro ittico campano di Bacoli e la cui acquisizione sarebbe essenziale per tutela e valorizzazione.
  Per i motivi sopra esposti, specchio lacustre, sponde, foci e il litorale marino antistante, ricadenti in zona di protezione integrale del piano territoriale paesistico dei Campi Flegrei, di «verde vincolato» e «verde standard» del piano regolatore generale del comune di Bacoli, sono, altresì, archeologicamente vincolati con decreti ministeriali 20 novembre 1987 e 22 dicembre 1987.
  Il lago Fusaro, con sponde, foci e molti immobili circostanti, ricade attualmente nel compendio del centro ittico campano di Bacoli, appartenente allo stesso comune e comprendente anche il bacino del lago Miseno o Maremorto; a fronte di annosi stati di degrado e abbandono del Fusaro stesso e dei resti archeologici sulle sponde, appartenenti al centro ittico campano o ricadenti in proprietà privata, la competente soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, con maggiore impegno a partire dagli anni ’90 del secolo appena trascorso, si è sempre attivata per la tutela e la valorizzazione, ottenendo finalmente nel 2000, come sopra anticipato, che prime indagini archeologiche, a carattere parziale, fossero svolte all'interno della maggiore delle due «Grotte», per comprenderne l'originaria destinazione e l'aspetto (il caliclarium del settore termale, in base alle caratteristiche architettoniche finora note), seguiti da regolare pubblicazione su fondi del centro ittico campano, nonché realizzare prime opere provvisionali e di consolidamento al monumento, atte a scongiurarne il crollo.
  La soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei ha sollecitato ulteriormente il comune e il centro ittico campano di Bacoli a sottoporle, al più presto, un idoneo progetto di restauro e valorizzazione, comprensivo di indagini archeologiche e scavo alle strutture emergenti e a quelle parzialmente sommerse per subsidenza, nonché ad altre verosimilmente sommerse nell'antistante bacino lacustre sotto direzione e sorveglianza della medesima soprintendenza.
  La richiesta è stata reiterata in occasione della manifesta volontà del comune, che avrebbe ricevuto l'attribuzione di fondi regionali a tale scopo, di recuperare l'uso delle acque geotermiche, anche per successivi interventi di valorizzazione e fruizione dei resti antichi, che non può prescindere da preliminari indagini esaustive e da consolidamento e restauro del monumento, in considerazione dell'eccezionale interesse storico archeologico che le «Grotte dell'Acqua» rivestono, sia dal punto di vista della tutela, sia della conoscenza dei luoghi, anche in termini geoarcheologici.
  Si fa, inoltre, presente che i primi lavori di pulizia dei fondali della Foce Romana, effettuati nel 2010 dal centro ittico campano, sono stati controllati da personale scientifico e tecnico della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, e che la medesima ha espresso parere favorevole alla rifunzionalizzazione delle altre due foci del lago, a condizione di effettuare preliminarmente carotaggi geoarcheologici sui fondali.
  Quanto al percorso ciclo-pedonale del lago Fusaro, esso è stato realizzato nell'ambito dell'intervento di restauro che ha interessato parte del periplo del lago. Per quanto concerne lo stato di degrado del percorso, in data 18 novembre 2010, la soprintendenza per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e provincia ha segnalato al sindaco di Bacoli la necessità di avviare un piano di manutenzione del tratto di banchina restaurato e riconsegnato al comune proprietario ed alla società di gestione, il già citato centro ittico campano.
  Da allora non si registrano nuovi interventi manutentivi nelle aree in questione, né ha avuto attuazione la stesura di una intesa di programma tra gli enti interessati, finalizzata a concretizzare gli aspetti manutentivi e gestionali dell'area di banchina restaurata, nonché estendere l'intervento di recupero all'intera fascia circumlacuale, comprendente anche il sito delle Grotte dell'Acqua.
  Il comune di Bacoli, interpellato al riguardo dalla soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici di Napoli e provincia, ha dato notizia di un finanziamento di euro 100.000,00, deliberato dalla regione Campania.
  Tale somma, non sufficiente per un restauro completo, consentirà la realizzazione degli interventi più urgenti per la messa in sicurezza del sito.
Il Ministro per i beni e le attività culturaliLorenzo Ornaghi.