GOISIS e RONDINI. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
da alcuni anni nel comune di Cernusco sul Naviglio, come del resto in altri comuni dell'hinterland Milanese, le domande d'iscrizione alla scuola dell'infanzia risultano essere maggiori dei posti effettivamente disponibili;
dallo studio sull'andamento demografico della popolazione residente nel comune di Cernusco sul Naviglio emerge chiaramente che è aumentato il fabbisogno educativo nel corso del tempo: nell'ultimo decennio, infatti, la popolazione Cernuschese è aumentata costantemente, passando da 27.861 a 31.739 unità, allo stesso tempo sono aumentanti il numero dei nuovi nati, il picco massimo si è registrato nel 2010 con 345 nati contro il punto di minimo registrato nel 2003 pari a 240 (in valori relativi + 40 per cento);
nel 2011 e nel 2012 il numero delle famiglie che non hanno trovato un posto per i loro bambini alla scuola dell'infanzia è di 30 unità, i così detti «esuberi»;
secondo il trend, precedentemente indicato e riportato più dettagliatamente nella documentazione allegata, il numero degli esuberi è destinato ad aumentare in futuro: si stimano 67 domande d'iscrizione che non verranno accolte nel 2013, destinate a diventare 57 nel 2014;
in alcuni comuni della provincia di Milano di fatto mancano le insegnanti soprattutto alla scuola dell'infanzia: secondo un recente studio dei sindacati della scuola, infatti, nella sola Lombardia negli ultimi 3 anni il numero degli insegnanti è sceso di quasi 10.000 unità;
la Costituzione, all'articolo 3 recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...;
la scuola dell'infanzia non è «scuola dell'obbligo», tuttavia, tenendo in considerazione la fisionomia della società moderna e le necessità sociali dei nuovi nuclei familiari questo servizio non può essere garantito solo a pochi ma deve essere esteso a tutti i bambini in età pre-scolare e non solo per motivazioni specificamente economiche e sociali ma anche didattiche, pedagogiche e formative;
è dovere dello Stato garantire a tutti i bambini dai 3 ai 5 anni, il diritto di frequentare la scuola dell'infanzia pubblica;
gli enti locali, i comuni in primo luogo, nonostante le ristrettezze economiche ed i lacci del patto di Stabilità, si vedono sempre più costretti a trovare soluzione per poter sopperire alle mancanze dello Stato centrale, il più delle volte, chiedendo un contributo economico direttamente ai propri cittadini;
nello specifico, nel caso del comune di Cernusco sul Naviglio, l'amministrazione ha istituito il «servizio educativo integrato» (SEI) per poter garantire la scuola dell'infanzia a tutte le famiglie Cernuschesi che sono risultate escluse della graduatorie; il servizio prevede però la compartecipazione alle spese delle famiglie interessate, attraverso il pagamento di un contributo che va dai 50 agli 80 euro al mese calcolato in misura proporzionale alle fasce ISEE (con esenzione totale per la fascia da 0-5000 euro), discriminando ulteriormente queste famiglie; alle quali, di fatto, viene chiesto un contributo economico per poter mandare il loro figli alla scuola pubblica;
la competenza in materia attiene al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che dovrebbe garantire il rispetto di quanto sancito dalla Costituzione e l'accesso gratuito alla scuola pubblica -:
se non ritenga opportuno verificare la situazione di disagio della scuole dell'infanzia del comune di Cernusco, provvedendo all'adeguamento del personale docente in funzione delle reali necessità della popolazione, assicurando il regolare funzionamento dell'attività scolastica e garantendo a tutti i Cittadini l'accesso gratuito alla scuola pubblica;
se non ritenga altresì urgente istituire uno o più tavoli di lavoro sulle politiche scolastiche in modo da garantire uno standard di servizio qualificato ed uniforme in tutti i Comuni nell'ottica di un'ottimizzazione delle risorse ed una conseguente razionalizzazione della spesa. (4-16928)