ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16910

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 663 del 10/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 10/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 10/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 19/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16910
presentata da
FRANCESCO BARBATO
martedì 10 luglio 2012, seduta n.663

BARBATO. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

il Ministro pro tempore delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, considerata l'esigenza di accertare la sussistenza della rappresentatività nell'ambito della compagine sociale del Consorzio Mozzarella di Bufala Campana DOP, e al fine di verificare le segnalazioni in merito ai presunti conflitti d'interesse interni al predetto Consorzio di tutela, con particolare riguardo alle dimissioni di un Consigliere che aveva denunciato presunte irregolarità nella conduzione dello stesso, con decreto ministeriale del 14 gennaio 2010 ha istituito il «Comitato di garanzia avente il compito di coordinare e supervisionare l'attività di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla DOP Mozzarella di Bufala Campana». Il Comitato, composto da:

tenente colonnello Marco Paolo Mantile, vice comandante carabinieri politiche agricole e alimentari, con funzioni di coordinatore;

professore Antonio Sciandone, docente di diritto agrario presso la seconda università degli studi di Napoli;

dottore Emilio Gatto, direttore generale del dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari;

vice questore Roberto Miele, dirigente del Corpo Forestale dello Stato di Napoli;

maggiore Claudio Gnoni del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli;

dottore Pietro Quaranta, direttore dell'Ufficio di Napoli del dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari;

ha iniziato i propri lavori il 21 gennaio 2010, concludendoli il successivo 14 giugno 2010. Il comitato di garanzia ha compendiato i propri lavori in una relazione finale consegnata al Ministro pro tempore delle politiche agricole alimentari e forestali, dottor Giancarlo Galan, in data 7 luglio 2010, e depositata anche agli atti della «Commissione Parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale», in data 30 giugno 2011, nel corso dell'audizione del tenente colonnello Marco Paolo Mantile;

il comitato di garanzia, nella citata relazione finale ha elaborato una serie articolata di proposte per consentire non solo al consorzio, ma all'intera filiera, di darsi delle regole per affermare quei capisaldi di legalità che dovrebbero sempre connotare il comparto agro-alimentare, attesi gli inevitabili riflessi sulla salute dei consumatori e sull'economia locale e nazionale;

l'organismo di garanzia, quindi, nell'indicare al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali i correttivi da adottare per il menzionato consorzio di tutela e la relativa filiera, ha formulato delle proposte che potevano essere applicate in eguale misura anche per altre realtà, nell'intento di migliorarne la qualità e l'efficienza ad esclusiva garanzia dei consumatori e a tutela del cosiddetto made in Italy;

le proposte elaborate dal Comitato, si sostanziavano in:

disciplinare di produzione: qualsiasi intervento che possa alterare le modalità di trasformazione del prodotto si rivelerebbe inopportuno, e sarebbe anche difficilmente sostenibile, sia in sede comunitaria che nella competizione con produttori di alimenti consimili, senza peraltro trascurare le ricadute che si avrebbero sul piano della comunicazione commerciale;

rendere obbligatorio il regolamento sull'alimentazione dei capi bufalini, prevedendone l'inserimento nel disciplinare di produzione, anche in seguito all'entrata in vigore del Regolamento (CE) n. 1898/06;

organi statutari del consorzio:

una più ampia partecipazione degli allevatori alla vita del consorzio di tutela potrebbe essere assicurata attribuendo alla categoria la quota attualmente assegnata ai confezionatori. La categoria degli allevatori potrebbe così essere suddivisa in tre classi, onde evitare eccessivi squilibri al suo interno;

riparametrazione delle quote di rappresentanza all'interno della categoria dei produttori (caseifici). A tale risultato potrebbe pervenirsi attraverso la riduzione delle classi di voto da sette a tre;

trasparenza della partecipazione delle Cooperative e dei singoli associati;

promozione della partecipazione delle associazioni di categoria e dei fruitori;

riduzione del numero dei consiglieri per favorire la maggiore fluidità dei processi decisionali;

l'eliminazione della clausola statutaria, che consente all'Assemblea di determinare il numero dei consiglieri in un range compreso tra sette e sedici, e l'indicazione di un numero fisso (di sette appunto) impedirebbe qualsiasi «tentazione» dell'Assemblea di «gratificare» oltremisura i propri componenti;

alla riduzione del numero dei consiglieri dovrebbe corrispondere la riduzione del numero dei Vice Presidenti, da due a uno;

modifica della clausola che assicura una rappresentanza geografica con altra tesa ad assicurare una rappresentanza per classi;

costituzione di un organo di verifica dei comportamenti dei consorziati con facoltà di proporne al consiglio di amministrazione l'esclusione;

potrebbero farne parte un allevatore e due trasformatori, con esclusione dei membri del consiglio di amministrazione;

partecipazione dei consumatori quando si discute della modifica del disciplinare. La previsione di una clausola che preveda l'acquisizione del parere delle Associazioni dei consumatori, a carattere nazionale, presenti sul territorio, tutte le volte che si proponga una modifica del disciplinare di produzione potrebbe avere una buona valenza, sia sul piano del rafforzamento della richiesta di modifica, sia sul piano della «pubblicità» e della trasparenza;

introduzione di un organo tecnico per la redazione del piano dei controlli. Tenuto conto del «clima» in cui vive il Consorzio di tutela, si potrebbe immaginare una clausola statutaria che demandi il compito della predisposizione del piano dei controlli degli agenti vigilatori e della verifica della sua corretta esecuzione ad un organo tecnico. Al fine di evitare la proliferazione di organi consortili, le predette funzioni potrebbero essere affidate al sopra descritto organo al quale è affidata la verifica dei comportamenti dei consorziati. Al medesimo organo dovrebbe essere attribuito anche il compito di sottoporre al consiglio di amministrazione i casi di irregolarità da cui possano scaturire eventuali sanzioni nei confronti dei soci;

organo amministrativo contabile. Al fine di migliorare la capacità del Consorzio di riscuotere i crediti in sofferenza, vantati soprattutto verso i propri associati ed i «fruitori», a fronte del mancato pagamento delle quote associative e delle contribuzioni previste per l'attività di vigilanza, tutela e valorizzazione, si ritiene opportuno indicare l'attivazione di specifiche procedure interne, mediante le quali gli organi consortili siano immediatamente messi in condizione di conoscere in maniera chiara ed analitica le posizioni dei singoli soggetti risultanti morosi ed inadempienti;

tracciabilità:

istituzione di un albo di fornitori ufficiali ed autorizzati di mangimi per la filiera bufalina in area D.O.P. L'albo consentirebbe di incidere sulla composizione dei mangimi e di avere la possibilità di estendere la tracciabilità anche all'alimentazione delle bufale;

iscrizione obbligatoria dei capi bufalini al libro genealogico e al connesso sistema dei controlli funzionali;

miglioramento della metodologia e dell'accuratezza dei controlli;

obbligo della comunicazione, con cadenza settimanale, della produzione lattifera giornaliera per numero di capi in lattazione;

adozione di un valido sistema informatico che preveda l'attestazione del server centrale non presso il consorzio, ma nella sede dell'ente di certificazione, prevedendo un collegamento, per le relative consultazioni, anche agli organi di polizia ed ispettivi competenti (Arma dei carabinieri, guardia di Finanza, Corpo forestale dello Stato e Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari); integrazione del sistema con il collegamento telematico alla BDN di Teramo; coinvolgimento della componente allevatoriale nell'alimentazione del flusso dei dati d'interesse;

in relazione a quanto sopra, alla luce delle indiscrezioni apparse sulla stampa, che indicano alcuni tentativi in atto di modificare il disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP, evidentemente per favorire gli interessi commerciali dei trasformatori (caseifici) a danno degli allevatori, e tenuto conto che a margine dell'attività svolta dal menzionato comitato di garanzia, nell'estate del 2010 il comando carabinieri politiche agricole ha operato una capillare attività di controllo presso i principali centri stoccaggio di latte bufalino congelato, procedendo al sequestro di 7.000 tonnellate di latte e cagliata, prive della prevista documentazione sulla tracciabilità del prodotto. Tali quantitativi erano verosimilmente destinati alla produzione della mozzarella di bufala campana DOP, in palese violazione del disciplinare di produzione. Inoltre, tra queste ben 1.200 tonnellate di prodotto presentavano una carica batterica notevolmente superiore al limite consentito dalla vigente normativa -:

quali siano le iniziative che il Ministro interrogato abbia adottato a seguito del lavoro svolto dal comitato di garanzia istituito ex decreto ministeriale del 14 gennaio 2010;

quali garanzie intenda fornire agli allevatori e ai consumatori per tutelare la quarta DOP nazionale (valore di prodotto commercializzato). (4-16910)