BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
secondo il quotidiano Cronaca qui del 4 luglio scorso, un ragazzo diciassettenne ristretto nel carcere minorile di Torino Ferrante Aporti è stato aggredito a bastonate, calci e pugni nel corso della finale calcistica fra Spagna e Italia tenutasi domenica 1
o luglio 2012; il quotidiano, così riporta la notizia a firma del giornalista Stefano Tavagnone: «L'hanno preso a calci, pugni, colpito con un bastone, forse il manico di una scopa. Massacrato in una cella del Ferrante Aporti durante la finale tra Italia e Spagna. Marco, lo chiameremo così, 17 anni, è entrato nel carcere minorile qualche mese fa. «E da allora - spiega il suo avvocato, Ersilio Gavino - è già stato aggredito tre volte». La prima a maggio, «quando gli hanno anche spento una sigaretta sul corpo». La seconda all'inizio di giugno, «quando l'hanno "solo" pestato». La terza domenica scorsa, quando il giovane è stato aggredito nella cella in cui era ristretto con altri due. Per i primi due episodi, l'avvocato ha presentato altrettante segnalazioni in procura. Ma adesso è intenzionato ad andare oltre. «L'ho sentito soltanto oggi pomeriggio (ieri, ndr) - spiega Gavino - e mi ha detto che l'hanno picchiato. Non so molto di più, la telefonata è stata breve, ma posso dire fin da ora che questa volta procederò con una denuncia molto circostanziata, perché non è possibile che non venga protetto»;
sempre secondo il quotidiano «Cronaca qui», sembra che quella domenica l'istituto minorile di Torino non fosse adeguatamente presidiato; le due sezioni dell'istituto erano infatti sorvegliate da un agente di polizia penitenziaria ciascuna, ma «la cella in cui Marco era detenuto - scrive Cronaca qui - durante la sfida tra Italia e Spagna non sarebbe stata controllata da nessuno. E durante l'intervallo sarebbe scattata l'aggressione. Calci, pugni. Addirittura botte «con un bastone che non so dove sia stato recuperato», dice l'avvocato. Dolorante, dopo il pestaggio. Marco si è rimesso a letto. E quando un agente è passato davanti alla cella, non ha detto niente. Forse per paura che l'aggressore lo sentisse e poi si vendicasse, forse perché semplicemente non era in condizioni di farlo. Perdeva sangue da un orecchio, da una ferita sull'arcata sopraccigliare, aveva il volto gonfio per le botte, lividi sul costato di cui ci si sarebbe resi conto soltanto il giorno dopo» -:
se sia a conoscenza dell'episodio riportato in premessa;
se corrisponda al vero il fatto che la cella in cui era ristretto il giovane non sia stata adeguatamente controllata dal personale in servizio;
se le ferite e le lesioni riportate dal giovane siano state refertate dai sanitari dell'istituto;
quali provvedimenti siano stati presi a seguito dell'episodio descritto;
se corrisponda al vero che il giovane abbia subito in passato altre aggressioni e se, in generale, nell'istituto si siano verificati altri episodi analoghi;
quante e di che tipo fossero le presenze del personale il 1
o luglio 2012, giorno della finale degli europei fra le squadre Italia e Spagna;
quante unità siano previste nell'organico degli agenti di polizia penitenziaria e quale sia la presenza effettiva;
se, nell'istituto minorile di Torino, vi siano carenze di personale negli altri diversi settori, sanitario, amministrativo ed educativo-trattamentale. (4-16908)