ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16905

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 662 del 09/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARBATO FRANCESCO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 09/07/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 09/07/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 16/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 19/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16905
presentata da
FRANCESCO BARBATO
lunedì 9 luglio 2012, seduta n.662

BARBATO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli affari europei.
- Per sapere - premesso che:

è in corso l'esame parlamentare del disegno di legge di ratifica del Trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità(ESM, MES in italiano), il quale è finalizzato - almeno nelle intenzioni - a salvare gli Stati dell'Unione europea sull'orlo del default;

sulla base del Trattato, gli Stati partecipanti all'ESM dovranno versare la rispettiva quota all'organismo, per dare la possibilità ad un Paese in crisi o sull'orlo del default di rivolgersi all'ESM stesso, il quale provvederà ad erogare la somma necessaria a scongiurare il fallimento, sotto forma di prestito ad interesse;

in pratica, tale organismo, il quale si configura, sia pure sotto mentite spoglie, come una nuova, gigantesca banca europea sovranazionale, sostituirà il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e dal meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM), erogherà prestiti ad interesse agli Stati aderenti che ne faranno richiesta, utilizzando le risorse finanziarie fornite dagli Stati stessi ed assumendo il sostanziale controllo della politica economica dei Paesi richiedenti assistenza, imponendo loro scelte finalizzate a garantire la cosiddetta «stabilità», secondo l'interrogante al di fuori di ogni meccanismo di responsabilità democratica, senza alcun meccanismo di trasparenza, alcuna garanzia, né alcun controllo;

tale «stabilità» non favorirà tuttavia l'economia nel suo complesso e il benessere dei cittadini, ma esclusivamente la finanza, sostanziandosi ad avviso dell'interrogante in misure di macelleria sociale, privatizzazioni e aggravi di tassazione ritenute necessarie a garantire la solvibilità dello Stato: ad esempio è stato calcolato che l'Italia, ratificando il Trattato, si obbligherà a versare 125 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, i quali dovranno essere reperiti a debito per versare risorse finanziarie ad un organismo che detterà le misure di politica economica agli Stati aderenti;

in tal modo l'intera impalcatura istituzionale europea rischia di trasformarsi in un enorme ingranaggio finanziario, basato su calcoli di matematica finanziaria e sulla mera logica del profitto, nel quale le esigenze delle persone, soprattutto di quelle più deboli, saranno misurate e valutate solo in funzione dei relativi costi e del profitto;

un plastico esempio di tale pericoloso disegno è dato dalle vicende che hanno coinvolto la Grecia in questi ultimi anni, nei quali l'assistenza finanziaria prestata dalle istituzioni europee è stata condizionata ad una serie di richieste che, per quello Stato si sono tradotti in una sostanziale rinuncia alla sovranità, ad esempio per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica, agli stipendi dei dipendenti pubblici e alle pensioni, subordinando le decisioni politiche, e gli stessi principi costituzionali in materia di libertà democratiche e di diritti sociali, al diritto del più forte ed alla logica della speculazione selvaggia, nella prospettiva di quello che l'interrogante prospetta come una sorta di neodittatura economico-finanziaria di stampo tecnocratico;

in tale contesto le istituzioni e gli operatori del sistema finanziario continuano invece a sviluppare indiscriminatamente attività speculative, spesso secondo l'interrogante addirittura criminose e basate su pericolosissimi strumenti di ingegneria finanziaria, provocando o contribuendo a creare periodiche, a volte fantomatiche crisi di sistema, dietro le quali si nasconde, sovente, il dissesto di molti istituti di credito e un'incalcolabile quantità di titoli tossici, senza che le autorità politiche e di vigilanza (in primis la Commissione europea e la Banca Centrale europea) si oppongano con la necessaria determinazione e impegno resistenza a tale dilagante fenomeno;

in tale contesto appare molto preoccupante che, al fine di assicurare un efficace ed agevole sostegno alle banche, l'articolo 15 del Trattato istituzionalizzi l'assistenza finanziaria per la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie dei Paesi membri, prevedendo che il Consiglio dei governatori possa decidere di concedere assistenza finanziaria ad uno Stato membro mediante la ricapitalizzazione delle sue istituzioni finanziarie, destinando in tal modo i capitali destinati allo Stato prevalentemente alla ricapitalizzazione delle banche stesse;

ciò appare tanto più sconvolgente ove si consideri che alcune banche europee (soprattutto francesi e tedesche. Credit Agricole, Societe Generale, Deutsche Bank, Commerzank), presentano un rapporto di indebitamento più elevato rispetto ai parametri patrimoniali previsti dagli accordi di Basilea 3, a causa di progetti di investimento azzardati e dell'attività speculativa spregiudicatamente perseguita, che le ha portate, nella colpevole acquiescenza delle autorità di vigilanza, in una situazione di insostenibile esposizione finanziaria, ora punita dall'andamento negativo dei corsi azionari;

sussiste dunque il rischio concreto che l'ESM finisca per svolgere esclusivamente la funzione di «paracadute» per tali banche, attraverso operazioni di ricapitalizzazione e salvataggio straordinario, ad esclusivo interesse delle banche stesse, del resto già generosamente sostenute dalla Banca centrale europea attraverso consistenti iniezioni di denaro pubblico, sottratto alle prioritarie esigenze di finanziamento delle attività produttive e delle famiglie;

in tal modo gli istituti di credito usufruiranno per l'ennesima volta di un trattamento privilegiato rispetto ad ogni altra attività economica, senza mai essere poste di fronte alla prospettiva del fallimento e senza che i loro dirigenti, già beneficiati da emolumenti scandalosamente esorbitanti, scontino mai le conseguenze di scelte sbagliate, se non addirittura di vere e proprie truffe ai danni degli investitori, dei risparmiatori, dei contribuenti e dell'intero sistema;

inoltre, l'ESM avrà a disposizione risorse ingentissime (pari a 700 miliardi di euro), di cui potrà disporre secondo le logiche, non democratiche, di una società per azioni, dominando di fatto gli Stati dell'area euro, senza tuttavia essere sottoposto ad alcuna normativa nazionale, ad alcuna istituzione o giurisdizione, ed al di fuori di ogni meccanismo di responsabilità giuridica o politica;

infatti, i beni, le disponibilità e le proprietà dell'ESM godranno dell'immunità da ogni forma di giurisdizione, né potranno essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative; gli archivi dell'ESM e tutti i suoi documenti saranno inviolabili, così come i suoi locali;

inoltre, l'ESM sarà esente da obblighi di autorizzazione o di licenza applicabili agli enti creditizi, ai prestatori di servizi di investimento o ad altre entità soggette ad autorizzazione o licenza o regolamentate;

ulteriormente, i dirigenti, gli amministratori, il direttore generale e gli altri membri del personale dell'ESM godranno dell'immunità dalla giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni, nonché dell'inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti «nell'interesse del MES»;

l'ESM, i suoi attivi, le sue entrate, i suoi beni, nonché le operazioni e transazioni da esso compiuti saranno altresì esenti da qualsiasi imposta diretta, mentre le obbligazioni o i titoli emessi dall'ESM, compresi i relativi interessi o dividendi, saranno esenti da ogni forma di prelievo;

infine, le controversie tra l'ESM e gli Stati aderenti, o tra questi ultimi, saranno rimesse alla decisione del consiglio dei governatori, salva la possibilità, per gli Stati, di ricorrere alla Corte di giustizia dell'Unione europea contro le decisioni del consiglio dei governatori, la controversia è sottoposta, portando alla cancellazione delle giurisdizioni nazionali e alla sostanziale eliminazione dei principi su cui si basano gli Stati di diritto;

in tale contesto appare preoccupante la forte accelerazione secondo l'interrogante imposta dalle lobby finanziarie alla ratifica del Trattato sulla costituzione dell'ESM, il cui disegno di legge è già stato inserito nel calendario dei lavori parlamentari di questo mese, in modo del resto analogo a quanto accaduto per i Trattati di Maastricht e di Lisbona, che hanno rivoluzionato l'assetto politico-istituzionale dell'Europa;

l'inconsapevolezza di larga parte della classe politica sulle possibili conseguenze catastrofiche che l'istituzione dell'ESM rischia di avere sul futuro dei cittadini, dell'intera economia europea, nonché sul sogno di libertà, di vero progresso e di democrazia che aveva guidato i fondatori della Comunità europea;

l'eccezionale regime di inviolabilità e segretezza degli atti, di esclusione da ogni obbligo autorizzatorio, di immunità da ogni giurisdizione, nonché di totale esenzione da ogni forma di imposizione fiscale, stabilito in favore dell'ESM, descritto in premessa, ad avviso dell'interrogante non può essere motivato dalle esigenze di raggiungimento delle finalità istituzionale dell'ESM stesso, e tali privilegi appaiono sproporzionati ed ingiustificati, rappresentando soprattutto un serio ostacolo rispetto alla necessità di piena trasparenza rispetto all'operato, alle scelte ed alle strategie che saranno perseguite dall'ESM;

queste preoccupazioni stanno tuttavia cominciando a suscitare vasta eco nei cittadini: ad esempio, sul blog del «Movimento 5 stelle» di Beppe Grillo si legge: «Il trattato ESM prevede che gli Stati che intendano ricevere un prestito dall'organizzazione debbano pagare un tasso di interesse il cui limite non è stato nemmeno definito. L'obiettivo della stabilità finanziaria della zona euro non può essere raggiunto affidando il fondo "salva-Stati" ad una istituzione finanziaria che intende lucrare sui disagi economici e finanziari dei Paesi in difficoltà, visto che si tratta di tutelare le economie nazionali contro la finanza speculativa, indiscussa protagonista della crisi» -:

quali misure intendano assumere per informare compiutamente i cittadini in merito alla cessione di sovranità che conseguirà all'istituzione dell'ESM;

quali iniziative intendano assumere, in tutte le competenti sedi europee ed internazionali, per garantire che l'ESM eserciti i propri poteri per dare assistenza agli Stati sovrani in crisi e per incidere positivamente sulla condizione di estrema difficoltà in cui versano i cittadini e l'intero sistema produttivo nazionale ed europeo;

quali iniziative intendano assumere onde evitare che l'ESM rappresenti esclusivamente uno strumento di tutela del sistema bancario, fornendo protezione a quei tecnocrati, banchieri ed oligarchi, che, dopo aver prodotto l'attuale crisi economico-finanziaria, unitamente a banche di affari, agenzie di rating e fondi speculativi, godono di un potere superiore a quello di quegli stessi Governi, democraticamente eletti, che hanno già impiegato imponenti risorse pubbliche per salvarli;

quali iniziative il Governo intenda adottare per evitare il rischio della partecipazione «occulta» della criminalità organizzata ai piani di finanziamento del MES, e quali misure urgenti intenda adottare onde evitare che oligarchie finanziarie e tecnocrazie creino strutture volte a tutelare sé stesse e le burocrazie, operando contro i diritti dei popoli sovrani e dei consumatori, sempre più presi nel vortice di una crisi sistemica, prodotta da banche di affari, fondi speculativi ed agenzie di rating, i cui costi sono stati finora pagati esclusivamente dai cittadini e dai contribuenti. (4-16905)