ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
nel tardo pomeriggio del 27 giugno 2012, a Marcon (Venezia) è scattato l'allarme per un incendio che si era sviluppato all'interno del piazzale della fabbrica Nuova Esa di via Fornace, chiusa dal 2004;
da notizie stampa non è chiara la causa delle fiamme né che tipo di materiale esattamente abbia preso fuoco anche se si ipotizza che a provocare l'incendio sia stato un ladro che stava tagliando alcune parti metalliche con una sega o con un flessibile;
a provocare grande allarme vi è il fatto che in quel piazzale da 8 anni sono depositati centinaia di sacchi di bombolette spray esauste e 2 mila tonnellate di balle di bottiglie di plastica pressate da riciclo, oltre a bidoni che contengono catrame e scarti vari di ogni tipo di lavorazione industriale;
se sono stati fatti rilievi e monitoraggi di tutti i materiali contenuti all'interno della fabbrica, non si è ancora provveduto ad esaminare la parte stoccata sui piazzali esterni;
tuttavia a destare preoccupazione è la storia che ha visto protagonista a Marcon la Nuova Esa, che nel 1998, nonostante le proteste dei cittadini residenti nella zona attorno alla fabbrica, chiese la possibilità di ampliare lo spazio a disposizione per lo stoccaggio dei rifiuti richiesta alla quale si oppose il TAR;
nel 2004 poi, la Nuova Esa fu coinvolta nell'operazione «Houdini» relativamente ad un colossale traffico di rifiuti pericolosi che portò all'arresto di undici persone e ad una settantina di indagati. Nell'occasione gli impianti vennero posti sotto sequestro. In quel caso, l'operazione fu condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Le indagini coinvolsero anche la ditta Servizi Costieri di Marghera. In un secondo momento, la Nuova Esa srl balzò agli onori delle cronache nell'ambito dell'operazione «Sabina» condotta dalla procura di Rieti e gestita sempre dai carabinieri per un traffico illegale di scorie. In questo caso, relativo all'utilizzo di una cava dismessa nel Lazio per riciclare rifiuti speciali e tossici, erano state 39 le persone denunciate tra i quali numerosi responsabili dell'azienda di Marcon;
l'ultima notifica di sgombero dei rifiuti depositati nell'ex stabilimento della Nuova Esa risale a soli tre mesi fa, quando il 20 marzo 2012, la procura generale presso la corte d'appello di Venezia ha inviato a Gianni Giommi, l'amministratore delegato della società che ha «confezionato» le 6.000 tonnellate di rifiuti tossici nocivi tuttora depositate presso l'impianto di via Fornace l'ordine di provvedere entro 90 giorni al ripristino dell'area mediante evacuazione totale dei rifiuti. Il provvedimento della procura, unitamente alle ordinanze emesse un mese prima dai comuni di Marcon e Mogliano Veneto, sempre aventi come oggetto l'ordine di smaltimento, sono state disattese atteso che i rifiuti sono rimasti al loro posto -:
di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti riferiti in premessa e quali iniziative di competenza intenda promuovere ai fini dell'accertamento delle sostanze ancora depositate nel piazzale della Nuova Esa e della loro regolare rimozione. (4-16819)