ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16700

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 654 del 21/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 21/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALADINI GIOVANNI ITALIA DEI VALORI 21/06/2012
FORMISANO ANIELLO ITALIA DEI VALORI 21/06/2012
PIFFARI SERGIO MICHELE ITALIA DEI VALORI 21/06/2012
CIMADORO GABRIELE ITALIA DEI VALORI 21/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16700
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 21 giugno 2012, seduta n.654

DI PIETRO, PALADINI, ANIELLO FORMISANO, PIFFARI e CIMADORO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:


Thales Alenia Space è leader europeo per i sistemi satellitari e all'avanguardia per le infrastrutture orbitanti. Si tratta di una joint venture tra Thales (67 per cento) e Finmeccanica (33 per cento), e forma con Telespazio la «Space Alliance»;


Thales Alenia Space è un punto di riferimento mondiale in telecomunicazioni, osservazione ottica e radar della Terra, difesa e sicurezza, e scienza, ha 10 siti industriali in Europa (Francia, Italia, Spagna, Belgio e Germania) con oltre 7.200 dipendenti in tutto il mondo e riveste una posizione centrale nel campo delle maggiori tecnologie satellitari ad alta prestazione sia nel settore civile sia nella difesa;


l'azienda è protagonista industriale in programmi ambientali (GMES), di navigazione satellitare (EGNOS e Galileo), di Difesa e Security (Syracuse, Sicral e COSMO-SkyMed), senza dimenticare il fondamentale contributo, nel campo delle infrastrutture spaziali, offerto allo sviluppo della stazione spaziale internazionale. Thales Alenia Space è anche la società spaziale, leader nei programmi scientifici europei e internazionali, con un ruolo di primo piano in missioni quali GOCE, Herschel & Planck ed ExoMars;


in un recente piano di riorganizzazione, tale società avrebbe deciso di chiudere entro il 31 dicembre 2012 il sito di Vimodrone che conta circa 280 lavoratori. Il sito in oggetto ha una storia che risale al lontano 1958, anno di fondazione della Laben (Laboratori Elettronici e Nucleari). Attraverso gli anni ha subito alcuni riassetti che l'hanno condotta a passare da spa autonoma a stabilimento del gruppo franco-italiano Thales Alenia Space. Ancor prima di essere inglobata nella Alenia Spazio, la Laben raggiunse un buon livello di penetrazione nel mercato spaziale istituzionale, rappresentando da sola, sia in termini di risorse umane che in termini di giro d'affari, circa il 15 per cento del volume di affari dell'industria spaziale nazionale;


nei primi anni novanta la proprietà di Laben passa nelle mani di Alenia Spazio, una società di Finmeccanica che, a fronte del nuovo perimetro industriale, raggiunse nel 2004 ben 2100 addetti, suddivisi su 4 siti: Roma (circa 850 addetti), Torino (circa 700 addetti), Vimodrone (circa 304 addetti a cui si aggiungono i 16 lavoratori della Proel di Firenze), L'Aquila (circa 250 addetti);


oggi, Thales Alenia Space, per portare avanti il progetto di chiusura della sede di Vimodrone, dividerebbe lo stabilimento in due aree: la progettazione verrebbe spostata in una nuova sede presso la Thales Italia a Gorgonzola (MI) ed accoglierà circa 200 lavoratori. La seconda area, la produzione, che coinvolge circa 80 lavoratori, dovrebbe essere spostata presso il futuro nuovo sito aquilano, la cui costruzione è prevista per il marzo 2013, 3 mesi dopo la chiusura del sito milanese;


il timore dei lavoratori, condiviso dagli interroganti, è che lo spostamento della parte produttiva della fabbrica indebolisca irrimediabilmente lo stabilimento milanese e al contempo aprirebbe la porta a verosimili ulteriori azioni di spostamento in Francia dell'intera area di progettazione. Questo fatto oltre a rappresentare un ulteriore inaccettabile danno al nostro Paese, che perderebbe l'unica entità in grado di progettare e realizzare apparati satellitari di tipo commerciale e scientifico, rappresenterebbe anche la cancellazione sul territorio milanese di una realtà produttiva di decennale e comprovata eccellenza, nata sul territorio milanese più di cinquant'anni fa. Tutto questo si aggiungerebbe alle ulteriori gravi decisioni dell'attuale amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, fortemente voluto dalla Lega Nord, e indagato in diverse inchieste giudiziarie per presunti reati commessi quando era amministratore di un'altra controllata di Finmeccanica, l'Agusta Westland, di cedere importanti asset industriali di Finmeccanica come Ansaldo Breda, Sts (trasporti) e Ansaldo Energia;


inoltre, il paventato trasferimento di 80 persone al di fuori del territorio lombardo, avrebbe una ricaduta negativa reale sui lavoratori coinvolti, i quali rischierebbero una forte decurtazione dello stipendio o addirittura un vero e proprio licenziamento laddove - a parere degli interroganti la maggioranza dei casi - i lavoratori non possono trasferirsi a L'Aquila per oggettive difficoltà familiari;


a tal proposito è certamente vero che l'azienda si è detta disponibile a ricollocare gli esuberi presso altre realtà del gruppo Finmeccanica, ma purtroppo, la situazione generale del gruppo ad oggi non pare essere in grado di soddisfare tale impegno, lasciando gran parte degli 80 lavoratori in una situazione di preoccupante attesa;


a tutto ciò si aggiunge il fatto che il sito di Gorgonzola è a oggi privo di permessi per la costruzione e la progettazione e, rispetto a quello di Vimodrone, ha una superficie di circa un quarto. Questa manovra di trasferimento sembrerebbe quindi finalizzata al radicale ridimensionamento del sito milanese (simile situazione si sta verificando anche a Torino mentre a Firenze il sito è già stato cancellato) e che la nuova sede di Gorgonzola costituisca solo il passo precedente alla chiusura definitiva del sito in Lombardia;


tra l'altro, la «fretta» della direzione aziendale nel volere chiudere Vimodrone, incoraggiando l'esodo/fuga dei lavoratori della produzione, ha compromesso la continuità produttiva della Thales Alenia Space: la produzione, invece di essere spostata a L'Aquila, ove lo stabilimento è ben lungi dall'essere completato nei fatti viene dirottata presso lo stabilimento di Tres Cantos (Madrid), 100 per cento francese, i cui costi di produzione parrebbero essere addirittura superiori a quelli di Vimodrone;


come ulteriore deleterio effetto, questo piano di riassetto provoca la «fuga» di lavoratori possessori di elevatissimo know how dal reparto di progettazione (quello destinato a Gorgonzola), evidentemente preoccupati dallo scarso peso strategico che avrebbe uno stabilimento di solo engineering, con un sempre più esteso ricorso all'outsourcing, che non rappresenta più ai loro occhi, uno stimolo professionale soddisfacente e sicuro;


da quanto esposto, sembra che nelle intenzioni dell'azienda ci sia quella di mantenere attivi solamente i siti di Roma e de L'Aquila;


il settore spaziale italiano vive un momento di particolare criticità in particolare la ridefinizione degli assetti proprietari dei principali gruppi industriali nazionali, attraverso una progressiva acquisizione di quote delle maggiori industrie aerospaziali da parte di compagnie straniere, rappresenta effettivamente un rischio per le competenze sistemistiche e progettuali italiane, con evidenti conseguenze negative nei livelli occupazionali nel settore;


d'altra parte, il Governo ha continuato a finanziare il comparto giustificando l'investimento come premessa di uno sviluppo generale del Paese. L'ultima delibera del CIPI di novembre 2011 ha infatti finanziato per il 2012/2013 tre progetti spaziali (Cosmo 2, Sigma e Opsis). Questi finanziamenti non sono ancora disponibili per le aziende e il permanere di questo blocco dei programmi mette a rischio la partenza sia del programma Cosmo 2 che del programma Sigma con piattaforma italiana. Questo stato di indecisione rischia di compromettere anche gli accordi di sviluppo tecnologico raggiunti dal Prime contractor Thales Alenia Space Italia con le aziende fornitrici di sensori, apparati, eccetera. Se questo blocco dovesse permanere, si avranno pesanti ricadute occupazionali in Thales Alenia Space Italia e nelle altre aziende italiane collegate a questi progetti bandiera -:


se il governo non intenda intervenire al fine di trovare una soluzione che non danneggi la stessa azienda ed il Paese, lasciando, se non addirittura potenziando, i siti nell'attuale configurazione per garantire il futuro dell'industria spaziale nazionale e territoriale;


se, visto che il settore dell'industria spaziale è strategico per il superiore interesse nazionale, non si intenda intervenire per avere una visione strategica dell'industria spaziale;


se il Governo non intenda intervenire per trasformare immediatamente i progetti «Bandiera» Cosmo 2, Sigma e Opsis, in contratti esecutivi e rendere disponibili alle aziende le risorse economiche necessarie per le diverse fasi del progetto. (4-16700)