ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16683

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 653 del 20/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: BORGHESI ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 20/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 20/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/06/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 25/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16683
presentata da
ANTONIO BORGHESI
mercoledì 20 giugno 2012, seduta n.653

BORGHESI e ZAZZERA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il sistema della ricerca pubblica è fatto di enti, istituzioni e di persone che costituiscono un patrimonio inestimabile di conoscenze e competenze, da cui dipende la possibilità per il nostro Paese e per l'Europa di fondare un nuovo sviluppo sostenibile;

oggi, sotto la scure di una perenne emergenza finanziaria, gli interventi sbagliati degli ultimi anni rischiano di essere reiterati e di portare al collasso il sistema degli enti pubblici di ricerca. I tagli in questo settore si ripercuotono inevitabilmente sul futuro del Paese, già gravemente in ritardo rispetto ai maggiori competitori internazionali in termini di investimenti percentuali sul prodotto interno lordo;

non solo il settore è in grande sofferenza e con scarsi investimenti, ma addirittura non si consente l'utilizzo delle risorse già certificate delle cessazioni avvenute negli enti per nuove assunzioni per fare cassa e recuperare i risparmi annunciati con la «spending review»; infatti non solo la cosiddetta «spending review» non dovrebbe riguardare le risorse destinate alla ricerca, ma si devono garantire i finanziamenti necessari al funzionamento e al rilancio degli enti;

la drammatica situazione economica che vive il nostro Paese costringe la politica a fare scelte dolorose. Le esigenze di risparmio, tuttavia, non possono e non devono giustificare ulteriori interventi sul settore degli enti pubblici di ricerca già sottoposto, come evidenziato nell'ultima relazione della Corte dei conti, a una costante riduzione delle risorse negli ultimi 10 anni;

le organizzazioni sindacali della ricerca hanno manifestato unitariamente la loro forte preoccupazione che la cosiddetta «spending review» - se non attuata con criteri di vera selettività ed orientata verso la eliminazione delle aree di spesa veramente improduttiva - possa costituire il grimaldello per continuare ad infierire sul sistema della ricerca pubblica extra-universitaria, già duramente colpito dalle manovre finanziarie, dagli interventi normativi e dalle riforme attuate negli ultimi tre anni;

al contrario, per investire sul futuro e permettere la crescita dimensionale della ricerca in Italia, occorrerebbe attuare un piano straordinario di reclutamento di ricercatori, superando i limiti imposti dalle leggi in termini di turn-over e di piante organiche. Sono ormai troppi anni che gli enti di ricerca, sottoposti al blocco delle assunzioni, assolvono alle loro missioni istituzionali con circa il 50 per cento di personale precario;

vincoli, assenza di turn-over ed il mancato riconoscimento professionale spingono, purtroppo, all'emigrazione i nostri migliori cervelli e rendono tuttora incerto un prossimo e stabile utilizzo di una quota ingente di risorse umane e scientifiche insostituibili;

si impone la necessità di dare soluzione concreta al problema del precariato che ha visto la diminuzione degli organici dal 10 al 15 per cento negli ultimi anni (il numero di ricercatori del nostro Paese è, infatti, tra i più bassi dell'Unione);

è più che mai necessario dare prospettive occupazionali ai tanti precari che operano negli enti di ricerca. In questo contesto diviene improcastinabile l'emanazione del decreto per le assunzioni del 2009 e del 2010, che tutto il resto della pubblica amministrazione ha già avuto;

a tale proposito è stato predisposto il testo di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per lo sblocco del turn-over 2009 e 2010; ai sensi dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001 per gli enti di ricerca, con organico superiore alle 200 unità, l'avvio delle procedure concorsuali e subordinato all'emanazione di apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su proposta del Ministro per la funzione pubblica di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze; i titolari del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca ed il dipartimento della funzione pubblica avrebbero posto in essere quanto di loro competenza mentre il Ministro dell'economia e delle finanze non avrebbe ancora reso il concerto necessario, sicché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non può essere emanato;

tra l'altro, inspiegabilmente, nel succitato decreto restano esclusi importanti enti di ricerca come ENEA, INFN e molti altri;

pertanto, il 14 giugno 2012, su iniziativa unitaria dei sindacati, c'è stato un presidio dei lavoratori degli enti pubblici di ricerca, davanti il Ministero dell'economia e delle finanze per chiedere lo sblocco delle assunzioni 2009 e 2010, oltre al superamento dei vincoli imposti dalla normativa (piante organiche e limiti assunzionali) per consentire un piano straordinario di reclutamento di ricercatori in Italia, «fanalino di coda» per investimenti in ricerca e sviluppo fra i Paesi dell'Unione europea e anche per denunciare il grave stato di crisi in cui versa la ricerca pubblica in Italia;

si tratta di 1000 ricercatori di 27 enti di ricerca che hanno maturato il diritto all'assunzione per gli anni 2009 e 2010, quindi prima del blocco del 20 per cento degli enti di ricerca; si tratta dunque di vincitori di concorsi che da oltre due anni attendono di essere assunti -:

se non ritenga urgente concedere le autorizzazioni alle assunzioni 2009 e 2010 e dunque firmare l'apposito decreto e comunque, al fine di fare chiarezza sulle reali intenzioni politiche del Governo su questioni fondamentali per la sopravvivenza e il rilancio della ricerca pubblica, se non ritenga utile spiegare le ragioni di questo ritardo, anche in considerazione del fatto che i Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e per la pubblica amministrazione e la semplificazione già hanno proceduto a firmare il decreto citato; infine, per quali ragioni, nel decreto stesso, importanti enti di ricerca restino comunque esclusi dall'elenco degli enti di ricerca beneficiari. (4-16683)