ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16638

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 651 del 18/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: PROIETTI COSIMI FRANCESCO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 18/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 18/06/2012
Stato iter:
11/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/09/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/09/2012

CONCLUSO IL 11/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16638
presentata da
FRANCESCO PROIETTI COSIMI
lunedì 18 giugno 2012, seduta n.651

PROIETTI COSIMI. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:


il tratto di rete autostradale, lungo oltre sessantadue chilometri, tra i territori comunali di Sasso Marconi, in Emilia Romagna, e Barberino di Mugello, in Toscana, è interessato da interventi di adeguamento infrastrutturale, per un importo di oltre tre miliardi e seicento milioni di euro, con la realizzazione della cosiddetta «variante di valico», a cura di Autostrade per l'Italia s.p.a. (ASPI). Il consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 agosto 2001, deliberò, in via definitiva, la realizzazione dell'intero potenziamento dell'autostrada A1, lungo il tratto Firenze-Bologna, nel quale è ricompreso la variante di valico. I primi cantieri furono avviati nell'anno 2004; attualmente, è stato ultimato un terzo dei lavori, pari a circa venti chilometri dell'intero tracciato;


l'opera interessa otto comuni dell'Emilia-Romagna e della Toscana, tra i quali quello di San Benedetto Val di Sambro, in Emilia-Romagna, specificatamente una sua frazione, denominata Ripoli Santa Maria Maddalena, nella cui area sono in corso lavori di scavo per la realizzazione della galleria «Val di Sambro», a doppia canna, una per ciascuna delle due direzioni di marcia, compresa nel progetto della variante di valico;


i lavori sarebbero all'origine di assestamenti e lenti smottamenti del terreno che determinerebbero il suo scivolamento verso valle di un'ampiezza periodicamente apprezzabile e, comunque, tali da destare preoccupazioni, in relazione agli emergenti danneggiamenti di manufatti e infrastrutture in superficie, in specie immobili a uso residenziale e anche a beni architettonici;


tali fenomeni si inscrivono in un contesto geologico «precario», posto che il territorio dove insiste la frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena sarebbe stato riconosciuto, da anni, come instabile, tanto da definire di «riattivazione» la frana osservata dopo l'avvio dei lavori per la realizzazione della galleria «Val di Sambro», sottostante l'abitato. A riprova della notorietà dei profili problematici delle caratteristiche geologiche del territorio in argomento, nella convenzione firmata nel 2001 tra la società Autostrade per l'Italia Spa e i comuni interessati alle opere sarebbero stati prefigurati interventi di stabilizzazione dei versanti malfermi, da realizzare prima dell'inizio dei lavori, con menzione, nel documento, delle frane di: «Ripoli di Sotto» e di «Serra di Ripoli». L'interpellante ignora se e quali eventuali interventi di stabilizzazione siano stati eseguiti nell'area considerata;


va rilevato, a conferma della qualificazione ecologica della zona in questione ma anche degli stessi presupposti degli appalti conferiti da ASPI e degli stessi progetti esecutivi, che il progetto definitivo, redatto a cura della società appaltante, specificava espressamente la sottoposizione della medesima a una «frana quiescente», ossia dal movimento esaurito;


risulta che l'ATI appaltatrice della costruzione di parte della galleria in menzione, nel mese di maggio 2010, constatate emergenti problematiche statico-geologiche, abbia informato l'Autorità per l'Italia e la direzione dei lavori, ipotizzando che, all'epoca della conclusione dei lavori, la galleria potesse, addirittura, risultare compromessa al punto da essere inutilizzabile;


al riguardo, elementi di correlazione da considerare sono, altresì, intanto, la prossimità, di qualche centinaio di metri, dell'opera interessata ai fenomeni in rilievo al tracciato originario dell'autostrada, abbandonato e sostituito dal tracciato attualmente in esercizio a seguito di gravi dissesti determinati da movimenti di versante e, inoltre, le difformità rilevanti che l'attuale stato dei luoghi presenterebbe rispetto al piano particellare di esproprio, redatto sull'aggiornamento catastale degli anni sessanta del secolo XXI secolo. Significativo, in specie, sarebbe lo spostamento del torrente Setta, il cui tracciato di scorrimento risulterebbe scostato di 35-40 metri, in corrispondenza, giustappunto, del tratto iniziale della galleria;


la direzione dei lavori, edotta delle ipotizzate problematiche, ne avrebbe a quanto risulta all'interrogante tuttavia, eccepito l'eziologia e la stessa consistenza, addebitando, peraltro, all'ATI appaltatrice supposte omissioni d'intervento funzionalmente utili a prevenire i fenomeni rappresentati dall'ATI medesima. Devesi aggiungere, in proposito, che l'ATI a quanto consta all'interrogante trasmetteva, in replica, alla direzione dei lavori e ad °SPÌ una relazione della società progettista della galleria, designata da ASPI, denominata Rocksoil s.p.a. che si concluderebbe ipotizzando che il movimento franoso potrebbe comportare danni rilevanti alla galleria, fino al tranciamento della stessa;


a seguito di una successiva riunione svolta tra ASPI, direzione dei lavori e ATI, non conclusasi, pare, con una valutazione conclusiva della situazione, sarebbe stato impartito un ordine di servizio, nel mese di luglio 2010, in cui risulterebbero prescritte limitate modificazioni e integrazioni progettuali, in capo ad ATI. Di fatto, si sarebbe, in tal modo, convenuto sulla natura delle problematiche rappresentate dall'ATI e dalla società progettista, ancorché valutandone in termini meno critici le conseguenze. Tale atto sarebbe stato sottoscritto con riserva dall'ATI che non avrebbe ritenuto le prescrizioni formulate utili a risolvere radicalmente le questioni poste; semmai a consentirne il controllo per un periodo eventualmente maggiore e a prevenirle solo in ragione di una fortuita esiguità dimensionale di una frana. La riserva avrebbe pure evidenziato il permanere delle responsabilità riconnesse alle indicazioni tecniche in testa ad ASPI e direzione dei lavori;


l'ATI avrebbe presentato, all'inizio del mese di settembre 2010, uno studio di fattibilità di una variante plano altimetrica ritenuta, sembra, ad avviso dell'associazione, idonea alla risoluzione delle problematiche generate dal movimento franoso. Consta all'interrogante che l'ASPI avrebbe comunicato, in due successivi incontri con l'ATI, nello stesso mese di settembre 2010, l'indisponibilità a esaminare lo studio presentato e, in ogni caso, a considerare l'adozione di qualsivoglia variante, ingiungendo ad ATI di proseguire nell'esecuzione dei lavori secondo il progetto esecutivo come sarebbe stato modificato dall'ordine di servizio impartito nel corso del precedente mese di luglio, a pena di risoluzione contrattuale del contratto di appalto per grave inadempimento;


in relazione alle discordanti valutazioni circa la portata di eventuali eventi franosi, l'ATI avrebbe rimesso ad ASPI, negli ultimi giorni dell'anno 2010, un'ulteriore documento tecnico consistente in una relazione redatta congiuntamente da esperti di elevata qualificazione professionale nella quale sarebbe stata congetturata, con altissima probabilità e in tempi ravvicinati, una frana coinvolgente l'intero versante e, dunque, di portata notevole;


di assoluta evidenza si appalesa l'aggiornamento della cartografia geologica del territorio regionale operato dal servizio geologico sismico e dei suoli della regione Emila-Romagna, che modifica la classificazione di vaste parti dell'ammasso interessato dalla galleria Val di Sambro, dalla precedente classificazione «a2h - Deposito di frana quiescente per scivolamento in blocco» all'attuale classificazione «a1b - Deposito di frana attiva per scivolamento», per alcune parti, e «a1h - Deposito di frana attiva per scivolamento in blocco o DC»;


la fondatezza delle preoccupazioni, dei dubbi e delle accezioni dall'ATI sui possibili danni alle opere derivanti da frane o da eventuali fenomeni connessi alle caratterisiche geomorfologiche dei territori interessati ai lavori della galleria in sindacato, sarebbe confermata anche dalle decisioni che la compagnia assicuratrice Assitalia avrebbe adottato, sospendendo, sembra, limitatamente alla galleria stessa, la copertura assicurativa. A siffatta decisione sarebbe da ascrivere la sospensione dei lavori da parte di ATI, limitatamente alla galleria, per essere la copertura assicurativa notoriamente obbligatoria per legge e, intutivamente, per contratto. La Compagnia assicuratrice, peraltro, avrebbe comunicato, a seguito di verifiche e controlli, la sua disponibilità a riattivare la polizza assicurativa in via provvisioria, fino al termine del 30 aprile 2012, modificandone in senso restrittivo le coperture e, al contempo, incrementando il premio da corrispondere. Di tale evenienza l'ATI avrebbe informato a fine gennaio 2012 ASPI che, dal canto suo, avrebbe comunicato ad ATI la disponiblità a farsi carico degli oneri conseguenti alle variazioni imposte dalla Compagnia assicuratrice ad esclusione dell'incremento del premio di polizza e a manlevare l'ATI stessa da ogni responsabilità per il caso di danni alle opere e/o a terzi derivanti da eventuali frane interessanti la galleria «Val di Sambro», a condizione che si fossero ripresi i lavori. L'ATI, a sua volta, avrebbe contestato le valutazioni di ASPI, rilevandone la contraddizione di condotta, laddove dalla disponibilità a farsi carico delle variazioni assicurative offerte da Assitalia era esclusa quella ad accollarsi la maggiorazione di premio l'aumento, ingente, del cui onere ASPI avrebbe lasciato gravare sull'ATI;


da un buon numero di mesi, per via di danneggiamenti occorsi a diversi fabbricati ubicati nella menzionata frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena del comune di San Benedetto Val di Sambro che, va precisato, è posta sulla verticale della porzione di galleria la cui realizzazione è ricompresa nell'appalto aggiudicato da ASPI alla società CMB di Carpi, ha determinato, ad opera specialmente di un comitato di cittadini residenti nella suddetta frazione, l'eco sui mass media delle richiamate problematiche;


con riguardo agli eventi e ai fenomeni geo-morfologici relativi alle zone interessate dai lavori della variante di valico, è in corso un'indagine aperta dalla procura della Repubblica di Bologna, nella quale, allo stato, si ipotizzerebbe il reato di disastro colposo, che ha ordinato una consulenza tecnica d'ufficio per l'accertamento delle questioni inerenti alla galleria sunnominata;


nell'aprile di quest'almo, a seguito anche di una mozione approvata all'unanimità dal consiglio regionale dell'Emilia-Romagna e della disponibilità di Autostrade per l'Italia, società concessionaria dell'autostrada in questione, è stata predisposta la sospensione dei lavori prevista per alcune settimane, per approfondimenti tecnici di natura geomorfologica, atti ad accertare la sicurezza del cantiere per i cittadini e per l'ambiente. A seguito delle intese raggiunte in una riunione tenutasi presso la prefettura di Bologna il 23 marzo 2012, con la presenza, oltre dello stesso prefetto, dell'assessore ai trasporti della giunta regionale dell'Emilia-Romagna e di un dirigente della società concessionaria Autostrade per l'Italia, gli approfondimenti sono stati svolti, nel periodo di fermo del cantiere, dai tecnici dell'Irpi-istituto di ricerca e protezione idrogeologica del Cnr e dell'Ispra-istituto di ricerca e protezione ambientale del ministero dell'ambiente;


la relazione finale dei citati istituti di ricerca, è stata presentata nel corso di un ulteriore incontro alla prefettura di Bologna, svoltosi il giorno 2 del mese di maggio del corrente anno. In detta relazione è scritto, tra l'altro, che «l'analisi delle deformazioni superficiali e profonde evidenzia un chiaro inequivocabile «effetto richiamo" causato dal passaggio dei fronti di scavo». Tuttavia, un evento collassante è valutato come «ipotetico e a bassa probabilità d'occorrenza» e si afferma, pure, che «la tipologia e le caratteristiche degli ammassi presenti nel versante fanno escludere con un buon grado di affidabilità la possibilità di un crollo catastrofico e repentino»;


sulla scorta di queste conclusioni e delle indicazioni contenute nella relazione, sostanzialmente quale di implementare i sistemi di allerta per il monitoraggio del suolo e di predisporre un piano di protezione civile, il prefetto di Bologna ha annunciato, come si riscontra da notizie di stampa, la ripresa dei lavori, subordinatamente all'ottenimento delle garanzie che «questi suggerimenti saranno rispettati», senza, peraltro, l'indicazione di un termine per il riavvio del cantiere della galleria in via di realizzazione in prossimità della frazione di Ripoli Santa Maria Maddalena;


l'ATI, avrebbe prodotto alla procura della Repubblica di Bologna la perizia tecnica di cui più sopra è menzione nella quale, in proiezione futura, si prospetterebbe l'inutilizzabilità della variante medesima, a causa della pressione di milioni di metri cubi di frana incombenti sulla struttura della galleria che avrebbe già provocato la variazione di alcuni centimetri nell'assetto dell'infrastruttura. Appare opportuno sottolineare che la concessionaria Autostrade per l'Italia mentre non condivide, come in pubbliche e istituzionali circostanze ha avuto modo di lasciar esplicitamente intendere, le valutazioni che recherebbe la perizia in parola tuttavia avrebbe alimentato un fondo di dieci milioni di euro per il ristoro di danni eventualmente subiti dalle proprietà della zona, in dipendenza dei movimenti franosi occorsi;


è notizia delle scorse settimane quella dei problemi statici al viadotto denominato «Rio Piazza», lungo il tracciato dell'attuale autostrada A1, precisamente nei pressi dell'abitato di Ripoli Santa Maria Maddalena nel comune di San Benedetto Val di Sambro. I piloni del viadotto si sarebbero spostati di 3 centimetri e ASPI ha aperto un cantiere che avrebbe l'obiettivo di mettere in sicurezza i piloni del viadotto. Salvi i riscontri, appare logico e conferente il nesso di causalità tra quest'ulteriore evenienza e il corpo di frana su cui potrebbero ancorarsi le fondazioni di quel viadotto -:


se il Governo non ritenga di disporre il fermo dei lavori almeno fino alle conclusioni dell'indagine aperta dalla procura della Repubblica di Bologna o, almeno al pronunciamento dei consulenti tecnici d'ufficio nominati dalla medesima procura nominati;


se la convenzione richiamata in premesse impegnasse la società concessionaria a dar luogo, prima degli interventi di realizzazione della variante di valico, a lavori di stabilizzazione dei versanti fragili nel territorio di Ripoli Santa Maria Maddalena, frazione del comune di San Benedetto Val di Sambro e, in caso di conferma, se quei lavori siano mai stati eseguiti e collaudati;

se e quali interventi preventivi e precauzionali siano stati effettuati in ragione della nota vulnerabilità del terreno interessato ai lavori della variante di valico;

se il Governo abbia acquisito da Anas ogni utile elemento cognitivo intorno ai movimenti franosi emersi collateralmente e in verosimile nesso di causalità rispetto all'avvio e all'avanzamento dei lavori di escavazione della galleria «Val di Sambro» ed, eventualmente, quali siano i contenuti delle informative. (4-16638)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 11 settembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 683
All'Interrogazione 4-16638 presentata da
FRANCESCO PROIETTI COSIMI

Risposta. - Lungo il tracciato dell'autostrada A1 Milano-Napoli, nel tratto Rioveggio-Firenze, è situato il viadotto Rio Piazza, alla progressiva chilometro 229+836 (area comunale di San Benedetto Val di Sambro). L'infrastruttura risulta composta da due impalcati separati, di larghezza pari a 11 metri, a due corsie (marcia e sorpasso) più la corsia di emergenza. La fondazione del viadotto è stata effettuata su pozzi (manufatti ottenuti mediante escavazione), la cui struttura in elevazione è costituita da cemento armato precompresso, a fili aderenti, con schema statico di trave semplicemente appoggiata (impalco articolato su 6 travi su cui poggia una soletta di 30 centimetri).
Al riguardo, Anas ha rappresentato che il viadotto, controllato mediante un sistema di monitoraggio specifico, ha manifestato modesti movimenti, strumentalmente rilevabili, a carico di alcune pile, la cui velocità di avanzamento risulta costante, ma di limitata entità. La società concessionaria Autostrade per l'Italia Spa, pur confermando la mancanza di pericolosità del fenomeno, ha, tuttavia, definito un piano di intervento preventivo, concordato con l'Ispettorato vigilanza concessioni autostradali dell'Anas, consistente nell'ampliamento della sede di appoggio degli impalcati sulle pile tale da assorbire eventuali ulteriori spostamenti. Ad oggi il traffico si svolge regolarmente e in condizioni di adeguata sicurezza.
Per quanto attiene alle gallerie Val di Sambro e Sparvo, queste risultano quasi interamente completate, mentre la galleria di Ripoli, della lunghezza complessiva di circa 4 chilometri, è stata, già, scavata per 1650 metri (circa 550 metri da un imbocco e 1100 metri dal lato opposto).
Lo stato di avanzamento dei lavori della variante è pari circa all'80 per cento e le citate gallerie, situate ai lotti 5A, 6 e 7, rappresentano le ultime opere da completare prima della definitiva apertura al traffico della nuova tratta autostradale, prevista per il primo semestre del 2014.
Si evidenzia che il progetto della variante di valico ha seguito un iter approvativo più che ventennale, nel corso del quale sono stati concordati, con tutti gli enti interessati (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenze, Ministero della difesa, Anas Spa, regione Emilia Romagna, provincia di Bologna, comune di San Benedetto Val di Sambro) il tracciato, le opere di cantiere e gli interventi di mitigazione e compensazione ambientali relativi al territorio interessato dall'infrastruttura.
Per la complessità delle opere in esecuzione, inoltre, tutte le attività svolte sulla variante di valico sono state e sono, tuttora, monitorate dall'Osservatorio ambientale- socioeconomico, composto dai rappresentanti di tutte le Istituzioni coinvolte nella realizzazione dei lavori (principalmente dalla regione Emilia Romagna).
Per quanto riguarda il tracciato relativo al tratto di galleria Val di Sambro, che interessa l'abitato di Ripoli, si segnala che esso è stato definito, nella sua configurazione attuale, alla Conferenza di servizi del luglio 2005 e approvato in data 19 settembre 2005 da tutti gli enti territoriali competenti.
Nel Protocollo d'intesa del novembre 2011, relativo alla valutazione dei danni subìti da alcuni immobili a causa dei lavori, intervenuto tra la società concessionaria Autostrade per l'Italia (Aspi), il Prefetto di Bologna, la regione Emilia Romagna, la provincia di Bologna ed il comune di San Benedetto Val di Sambro, è stato anche formato un «collegio di tecnici» che, avvalendosi della collaborazione dei Vigili del fuoco, del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e dell'Osservatorio ambientale, agisce come soggetto terzo rispetto alla stazione appaltante e all'impresa esecutrice, con il compito di valutare la stabilità degli edifici di Santa Maria Maddalena e di Ripoli, quantificando gli eventuali danni derivanti dai lavori in corso.
Nel mese di marzo 2012 si è svolto un incontro presso la Prefettura di Bologna, con la partecipazione dei rappresentanti di tutti gli enti (regione, provincia e comune) e le società interessate alla realizzazione della galleria, nel corso del quale sono stati illustrati gli esiti del «Rapporto di sintesi dell'evoluzione dei movimenti dell'abitato di Santa Maria Maddalena - aggiornamento 4 del 12 marzo 2012», redatto dal Servizio geologico della regione Emilia Romagna, le cui conclusioni hanno generato forti preoccupazioni nell'opinione pubblica locale.
Anas ha riferito che nel corso dell'incontro il «collegio dei tecnici» ha confermato l'assenza di «elementi che indichino una condizione di pericolo per la pubblica e privata incolumità o rischio di disastro ambientale» e ha ribadito che «non vi è incompatibilità tra l'attività di monitoraggio e un prudente avanzamento dei lavori». Inoltre, i tecnici estensori del rapporto, hanno evidenziato nelle conclusioni del loro studio che, in base ai modelli previsionali adottati, «è da escludere l'ipotesi di un collasso del versante interessato dai lavori della galleria», pur sottolineando la necessità di proseguire nel monitoraggio ambientale in atto.
La società concessionaria Aspi ha ribadito, nel corso dell'incontro, la propria volontà di proseguire regolarmente i lavori, confermando, tuttavia, l'adozione di ulteriori accorgimenti cautelativi quali, ad esempio, il maggior distanziamento tra i fronti di scavo (da elevare a 120 metri), tale da alleggerire il condizionamento dello scavo sullo «stato tensionale» dell'ammasso roccioso e/o il rallentamento della velocità di scavo.
Il Prefetto di Bologna, nel medesimo incontro, affermava che «ad oggi non sono emersi elementi che indichino una condizione di pericolo per la pubblica e privata incolumità o rischio di disastro ambientale e poiché non è possibile ordinare la sospensione di lavori (non sussistendone i presupposti), viene richiesto un fermo per acquisire ulteriori elementi da parte di altri tecnici che possano contribuire a tranquillizzare le istituzioni locali, i cittadini di Ripoli e l'opinione pubblica». Il tavolo tecnico è stato, quindi, aggiornato all'acquisizione degli elementi richiesti dal Prefetto, mediante uno studio elaborato da rappresentanti dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dell'Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr).
Il risultato degli studi di Ispra ed Irpi è stato illustrato in un successivo incontro tenutosi, presso la prefettura di Bologna, il 2 maggio 2012, la cui sintesi è la seguente:

si definisce «a bassa probabilità d'occorrenza» la riattivazione/mobilizzazione dell'intero versante, senza chiari indicatori premonitori di movimento (si suggerisce l'integrazione del sistema di monitoraggio in un sistema di allerta a supporto di decisioni di protezione civile);

non si esclude completamente la possibilità che si possano avere deformazioni localizzate (si raccomanda di intensificare le analisi di vulnerabilità statico-strutturale degli edifici definendo, altresì, le condizioni di vulnerabilità del reticolo stradale e delle infrastrutture a rete);

non si suggerisce una sospensione delle attività di scavo in quanto, valutando la posizione delle canne e della loro area di influenza rispetto alle superfici di scivolamento profonde già note, si riuscirà a contrastare le deformazioni della superficie topografica;

si definisce di difficile progettazione e realizzazione opere di consolidamento del versante e/o di contenimento di frane profonde (si suggerisce di migliorare e di estendere il controllo dell'evoluzione spazio-temporale dei fenomeni deformativi in atto, riducendo gli effetti di disturbo adottando diverse strategie di scavo e di messa in opera degli interventi di sostegno provvisori e definitivi).
Successivamente, la società Autostrade per l'Italia ha notificato all'Anas le azioni intraprese per adempiere alle prescrizioni emerse dal suddetto studio.
L'operato della concessionaria è stato oggetto di verifica anche da parte dell'Irpi del Cnr e dell'Ispra che hanno ritenuto parzialmente soddisfatte le richieste subordinando la prosecuzione dei lavori al completo adempimento delle prescrizioni indicate. In particolare:

l'adozione di misure specifiche (monitoraggio) e di modellazioni adeguate al fine di valutare gli effetti delle nuove tecnologie/strategie di scavo;

la frequenza delle letture dei dati di monitoraggio inferiore al giorno;

l'integrazione del piano di monitoraggio con il piano di protezione civile locale;

la formazione e la diffusione di un piano di protezione civile.
La società Autostrade per l'Italia ha ottemperato alle richieste contenute nei primi tre punti sopra riportati, mentre, per quanto riguarda il quarto ha provveduto la regione Emilia Romagna, essendo la competenza regionale.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, si comunica che i lavori, tra l'altro sospesi cautelativamente, sono ripresi nel rispetto delle maggiori precauzioni finora indicate. Le suddette raccomandazioni sono state esaminate e validate come le migliori dagli esperti del collegio dei tecnici e sono finalizzate a garantire una maggiore sicurezza sia per l'aspetto strettamente connesso ai lavori di realizzazione della galleria, attraverso un monitoraggio molto più accurato durante lo scavo, sia per l'aspetto incolumità delle popolazioni, attraverso l'adozione di un ulteriore sistema di allerta.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Corrado Passera.