BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
qualche settimana fa, a causa del terremoto che ha martoriato l'Emilia Romagna, i 63 detenuti rinchiusi nella casa di lavoro di Saliceta San Giuliano sono stati trasferiti in analoghe strutture a Padova e a Parma;
la garante regionale per i diritti dei detenuti, Desi Bruno, è recentemente tornata a chiedere la chiusura della casa lavoro di Saliceta atteso che nei fatti il reinserimento sociale degli internati è difficile da raggiungere: i detenuti, infatti, sono lontani dalle loro famiglie e non ci sono spesso neppure progetti di sostegno per inserirli nel mondo del lavoro dopo la detenzione;
a giudizio della prima firmataria del presente atto, le case lavoro hanno fallito nel loro intento e il terremoto, proprio perché ha sgomberato quegli ambienti, può ora permettere di pensare alla definitiva chiusura della struttura di Saliceta San Giuliano e a un cambiamento di programma. La chiusura renderebbe anche più leggero il lavoro dell'ufficio esecuzione penale modenese e alleggerirebbe i compiti del personale -:
se non intenda provvedere alla immediata chiusura della casa di lavoro di Saliceta San Giuliano, o quanto meno, prendere le opportune iniziative per rivedere la sua organizzazione e funzionalità, considerata, allo stato, l'inefficacia risocializzante delle misure di sicurezza personali detentive a cui sono sottoposti gli internati;
quali misure amministrative intenda assumere, per quanto di competenza, in tempi immediati, al fine di affrontare la condizione di insostenibile disagio, difficoltà e precarietà cui sono sottoposti gli internati trasferiti nelle strutture di Padova e Parma a causa del terremoto.
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