ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16566

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 649 del 13/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 13/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 13/06/2012
Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16566
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
mercoledì 13 giugno 2012, seduta n.649

DI STANISLAO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

le Nazioni Unite nel giugno 2011 hanno espresso preoccupazione per un'ondata senza precedenti di violazioni dei diritti umani in Bielorussia, e hanno chiesto al commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di monitorare la situazione;

con il Paese ancora in bilico sull'orlo di una crisi dei diritti umani, il Consiglio esaminerà nella seduta di partenza il 18 giugno 2012 nuove azioni da intraprendere;

il Governo bielorusso ha preso di mira difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati. Attivisti dell'opposizione sono regolarmente sottoposti ad arresti arbitrari e condannati alla detenzione per «teppismo» e altri reati minori, spesso come misura preventiva per impedire loro di partecipare a proteste o svolgere le loro attività. Gli avvocati difensori esitano ad assumere «casi politici» per paura di essere radiati o di perdere la loro licenza. Quasi tutte le organizzazioni non governative che sono critiche verso il Governo operano sotto la minaccia costante di essere smantellate o che i loro membri siano arrestati;

più di una dozzina di stranieri attivisti dei diritti umani sono stati espulsi o è stato impedito loro l'ingresso nel Paese nel corso dell'ultimo anno;

a un certo numero di bielorussi - prevalentemente attivisti dell'opposizione - così come difensori dei diritti umani e giornalisti è stato impedito di lasciare la Bielorussia nel corso degli ultimi due mesi, le autorità non hanno nemmeno tentato di offrire ragioni credibili per questi divieti di viaggio;

eppure i partner internazionali possono e devono cercare di fare pressione sui Governi repressivi per cambiare i loro modi, attraverso meccanismi internazionali progettati per tali scopi. Un'altra delibera del Consiglio dei diritti umani, questa volta chiedendo un meccanismo di controllo più forte come un Paese specifico relatore speciale, potrebbe essere utile nel monitoraggio e per limitare alcune delle violazioni che si verificano in Bielorussia su base giornaliera;

l'esistenza stessa di un relatore speciale potrebbe contribuire a responsabilizzare la società civile in Bielorussia e rendere le persone meno vulnerabili alla persecuzione statale;

dopo più di un anno di forte e coerente critica internazionale e sanzioni mirate imposte dalla Unione europea e dagli Stati Uniti, la Bielorussia rimane uno dei Paesi più repressivi d'Europa;

i partner internazionali dovrebbero rimanere fedeli ai loro impegni sui diritti umani e agli attivisti locali della società civile in Bielorussia. La Bielorussia è una sfida difficile ma che la comunità internazionale dovrebbe continuare ad affrontare, anche attraverso strumenti di base a livello mondiale per i diritti umani, come il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

il 26 gennaio 2011, inoltre, la Camera dei deputati ha approvato la mozione 1-00535 che impegna il Governo: a sostenere con forza l'azione europea circa l'introduzione di sanzioni personali, come la sospensione dei visti verso l'Unione europea, nei confronti degli esponenti del Governo e dell'apparato di sicurezza bielorusso che si sono resi responsabili delle gravissime violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani in occasione delle ultime elezioni presidenziali, quanto meno fintantoché tutti i prigionieri e i detenuti politici non saranno stati liberati e scagionati da ogni accusa; a chiedere nelle sedi opportune e attraverso i canali diplomatici il rilascio immediato e incondizionato di tutte le persone arrestate durante la giornata elettorale e all'indomani della stessa, nonché dei prigionieri di coscienza riconosciuti da Amnesty international; a chiedere alle autorità bielorusse di fornire ai detenuti accesso senza restrizioni ai propri familiari, all'assistenza legale e alle cure mediche; a condannare fermamente le azioni delle autorità bielorusse a danno delle minoranze e a ribadire il proprio appello alla Bielorussia affinché rispetti i diritti umani e i diritti di tutti i suoi cittadini; a chiedere con forza che vengano garantite la libertà dei media, la libertà di associazione e di riunione, la libertà di religione per le chiese diverse dalla Chiesa ortodossa bielorussa e gli altri diritti e libertà politiche -:

se e come il Governo si stia adoperando per rispettare gli impegni assunti in relazione alle vicende della Bielorussia e se non ritenga di intervenire ulteriormente, in sede internazionale, per arginare l'attuale situazione, sempre più allarmante, che caratterizza il Paese e il suo popolo. (4-16566)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 7 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 678
All'Interrogazione 4-16566 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - L'azione del Governo italiano riguardo alla situazione in Bielorussia continua ad essere ispirata alla mozione n. 1-00635 approvata alla Camera dei deputati il 26 gennaio 2011.
L'Italia ha infatti sempre seguito con estrema e costante attenzione le problematiche dell'applicazione dei princìpi dello stato di diritto e del rispetto dei diritti civili e politici nel Paese, sia a livello nazionale che nel quadro delle competenti istanze internazionali, in particolare in seno all'Unione europea.
Dopo le elezioni del dicembre 2010, ben lontane dal rispetto degli standard internazionali in materia di corretto procedimento elettorale, e la grave repressione delle manifestazioni di protesta che ne erano seguite, l'Unione europea, con il sostegno dell'Italia, ha effettivamente adottato sanzioni nei confronti del Paese. Si tratta, in particolare, di restrizioni ai viaggi e congelamento dei beni nei confronti delle persone direttamente responsabili dell'insoddisfacente gestione delle elezioni e delle conseguenti repressioni delle contestazioni. Tra i destinatari dei provvedimenti - oltre a magistrati, giornalisti e rettori - figura lo stesso presidente Lukaschenko.
Nonostante l'adozione di tali misure, la situazione nel Paese non è purtroppo migliorata ma anzi, potremmo dire deteriorata. Pertanto, nel giugno dello scorso anno, l'Italia ha contribuito all'adozione da parte dell'Unione europea di ulteriori sanzioni, anche a carattere economico: un embargo sulla vendita di armi e materiali passibili di essere utilizzati per la repressione interna; restrizioni dei prestiti alla Bielorussia da parte di alcune organizzazioni finanziarie internazionali; misure restrittive nei confronti di imprese vicine all'establishment.
Sempre in esito ad ulteriori involuzioni della situazione sul terreno, lo scorso gennaio l'Unione europea ha poi deciso l'ulteriore estensione delle misure di restrizione ai viaggi e congelamento dei beni nei confronti delle «persone responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o della repressione della società civile e dell'opposizione democratica» anche nel periodo successivo alle elezioni del dicembre 2010. Tali restrizioni sono state adottate anche nei confronti delle «persone e gli enti che traggono beneficio dal regime di Lukaschenko e che lo sostengono».
A tali sviluppi, Minsk ha prontamente reagito con il richiamo per consultazioni dei suoi ambasciatori a Bruxelles (Unione europea e bilaterale) e Varsavia, e con l'allontanamento di fatto col capo della delegazione dell'Unione europea e dell'ambasciatore polacco a Minsk. Gli Stati membri hanno conseguentemente richiamato per consultazioni tutti i loro ambasciatori bilaterali in segno di solidarietà con le delegazioni dell'Unione europea e della Polonia. In relazione a tale situazione, è stato poi convocato alla Farnesina l'ambasciatore bielorusso, nel contesto di un passo coordinato con tutti gli altri paesi dell'Unione europea. Sia gli ambasciatori dell'Unione europea che quelli bielorussi sono infine rientrati nelle loro sedi alla fine di aprile.
La situazione si presenta ancora estremamente fluida e rimane oggetto di attento monitoraggio da parte dell'Unione europea.
Conformemente agli atti di indirizzo politico adottati dalla Camera dei deputati il 26 gennaio 2011 (mozione 1-00535), il Governo continuerà a seguire con la massima attenzione la situazione in Bielorussia, in particolare nel contesto del Consiglio affari esteri dell'Unione europea e del Consiglio diritti umani delle Nazioni unite.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.