ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16528

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 647 del 11/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 11/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 11/06/2012
Attuale delegato a rispondere: RAPPORTI CON IL PARLAMENTO delegato in data 21/12/2012
Stato iter:
21/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2012
GIARDA DINO PIERO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI CON IL PARLAMENTO)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 21/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/12/2012

CONCLUSO IL 21/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16528
presentata da
MASSIMO DONADI
lunedì 11 giugno 2012, seduta n.647

DONADI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:


come si evince dal sito internet, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) appare articolata su due sedi, di cui una principale a Napoli ed una secondaria operativa a Roma;


come noto la legge istitutiva dell'Agcom (la legge n. 249 del 1997) aveva stabilito che l'Agcom fosse insediata nel capoluogo campano per decentrare le autorità amministrative indipendenti, privilegiando nel caso in questione il Sud Italia;


tuttavia l'Agcom ha sempre avuto una «doppia» sede a Roma: prima in via delle Muratte ed oggi in via Isonzo. Inoltre, per quanto risulta all'interrogante, sembrerebbe che in tutti questi anni, tutti i membri dell'Agcom, nonché il loro staff (presidenti, commissari, segretarie, autisti e altro) si siano riuniti solo di tanto in tanto nella sede di Napoli, pur essendo questa la sede «principale», con conseguenti spese ed indennità di trasferta che si possono immaginare;


peraltro, la sede campana dell'Agcom si trova nel centro direzionale, isola B5, di «Torre Francesco» a Napoli e, per quanto risulta all'interrogante, «Torre Francesco» indica «Francesco Gaetano Caltagirone», noto immobiliarista e proprietario di numerose testate giornalistiche quali Il Messaggero di Roma, il Mattino di Napoli e il Gazzettino di Venezia, e, quindi, di un nutrito gruppo editoriale, necessariamente sottoposto al controllo di AGCOM;


considerato che, nell'ottica di ridurre le spese che gravano sul bilancio dello Stato, il numero dei componenti dell'Agcom è stato ridotto da 9 a 5 ed i rispettivi emolumenti sono stati diminuiti del 30 per cento, non si comprende in alcun modo il motivo per cui lo Stato continui di fatto a pagare una doppia sede per l'Agcom e l'affitto di un edificio che, non solo appartiene ad un soggetto controllato dall'Agcom, ma potrebbe essere stato utilizzato nel corso di questi anni solo in modo marginale rispetto alle effettive esigenze -:



se e quali iniziative urgenti, si intendano assumere alla luce di quanto descritto in premessa;


quali siano i motivi per il quali i componenti dell'Agcom abbiano sempre potuto utilizzare sino ad oggi una doppia sede per lo svolgimento delle loro funzioni;


quali e quanti siano i costi connessi al mantenimento di tale «doppia sede» e, in particolare, quale sia l'entità delle risorse pubbliche che sino ad oggi siano impiegate per pagare le trasferte da Roma a Napoli e viceversa, dei componenti dell'Agcom e del loro staff;


se il Governo non concordi sulla necessità di intervenire, in sede di spending review, per individuare un'unica sede di riferimento per l'Agcom all'interno di un edificio che non risulti di proprietà di un soggetto controllato dalla stessa, al fine di evitare una commistione tra controllato e controllore che sarebbe meglio evitare. (4-16528)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata venerdì 21 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 738
All'Interrogazione 4-16528 presentata da
MASSIMO DONADI

Risposta. - Con riferimento a quanto richiesto con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, concernente la doppia sede dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), si fa presente quanto segue.
La legge 31 luglio 1997, n. 249, istitutiva dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non conteneva alcun riferimento alla sede e solo con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 1998 è stata individuata in Napoli la sede dell'autorità, in attuazione della legge n. 481 del 1995 che, istituendo le autorità di regolazione di settore (energia elettrica e gas e telecomunicazioni), poneva come unico vincolo alla discrezionalità del Governo quello che le due autorità di regolazione non avessero sede legale nella stessa città (l'autorità per l'energia elettrica ed il gas ha sede a Milano).
Già dal primo regolamento di organizzazione e funzionamento approvato il 16 giugno 1998, l'autorità aveva previsto un ufficio di rappresentanza a Roma.
Il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 luglio 2007, in occasione della rideterminazione della pianta organica ai sensi dell'articolo 1 comma 54, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, similmente a quanto disciplinato per la Consob, ha previsto per l'autorità due sedi: la sede legale di Napoli e quella secondaria operativa di Roma.
L'esigenza di una bipartizione della presenza tra Napoli e Roma è divenuta via via più pressante con l'entrata a regime delle attività e con i nuovi e rilevanti compiti di garanzia che la legge ha affidato a questa autorità. Negli anni si è consolidata una rilevante prassi istituzionale di continua consultazione fra l'autorità e gli organi costituzionali, in primis con il Parlamento, con cui, con regolare frequenza l'autorità è chiamata ad interloquire in materie di sua competenza. Frequente e quotidiana è anche l'interlocuzione con il Governo e le altre autorità ed istituzioni presenti nella capitale.
Nel 2000 la legge n. 28 ha investito l'autorità di un ulteriore compito di grande rilevanza istituzionale: la vigilanza sulla parità di accesso ai mezzi di informazione da parte delle forze politiche (par condicio); in particolare, ha previsto che la consultazione tra commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e l'autorità prima di adottare gli atti di competenza.
Il legislatore ha inoltre affidato all'Agcom il compito di vigilare sul servizio pubblico radiotelevisivo, attività che richiede una costante e qualificata presenza presso la sede di Roma. Norme successive, tra cui quelle sulla vigilanza del conflitto d'interessi e sul settore postale, hanno accentuato la necessità di un costante raccordo dei vertici dell'autorità con istituzioni ed enti pubblici presenti nella capitale.
Valutazioni simili possono essere espresse anche in relazione alla gestione del contenzioso concernente i provvedimenti dell'autorità, attribuito «in via esclusiva ed inderogabile al tribunale amministrativo regionale del Lazio» dall'articolo 1, comma 26, della legge 31 luglio 1997, n. 249.
È stata quindi l'esperienza maturata nell'operatività dell'autorità, in ragione della specificità delle funzioni ad essa attribuite, che ha indotto a rivedere con il necessario senso critico l'originaria allocazione funzionale di Agcom. La sostanziale equiparazione della sede di Roma a quella di Napoli ha consentito indubbiamente un più efficace svolgimento dei compiti istituzionali, tramite il costante coordinamento con le attività legislative e governative di interesse, ed anche una più fattiva partecipazione ai consessi internazionali e specificamente a quelli comunitari, nonché migliori sinergie con le amministrazioni centrali e le altre autorità.
Si è imposta, anche in considerazione della seria congiuntura economica, una razionalizzazione delle funzioni e dell'organizzazione del lavoro nelle sedi di servizio al fine di conseguire maggiore efficienza e minori spese sotto il profilo logistico ed amministrativo, attesa anche la necessità di allocare il personale che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2007 stabiliva fosse progressivamente aumentato fino a 419 unità.
Per quanto riguarda la questione delle spese per canoni di locazione delle sedi dell'autorità e i corrispondenti oneri a carico del bilancio pubblico, si sottolinea che, a partire dal 2005, il contributo dello stato al finanziamento dell'autorità si è drasticamente ridotto: nell'anno in corso è stato pari a 157.000 euro e, a partire dal 2013, il contributo sarà completamente azzerato. Il finanziamento dell'Agcom resta quindi a carico del mercato regolato e, quindi, delle imprese operanti nel mercato delle comunicazioni.
Si ricorda, tra l'altro, che la legge 23 dicembre 2019, n. 191, per il triennio 2010-2012 ha imposto all'Agcom di versare, prelevandoli dal proprio bilancio, 25.9 milioni di euro ad antitrust, garante privacy e garante scioperi che presentavano seri problemi di equilibrio finanziario. Tali risorse reperite e rese disponibili grazie ad una gestione attenta e razionale del bilancio dell'autorità.
Quanto all'affitto della sede di Napoli presso il centro direzionale, di proprietà del gruppo Caltagirone, risale a 14 anni orsono e a più riprese - ma purtroppo senza successo - è stata richiesta la disponibilità di una sede pubblica al demanio, che ha in ogni caso accertato la congruità dei canoni di locazione, sia dell'immobile di Napoli che di quello locato a Roma.
Nell'ottica di un'organizzazione più efficiente e razionale si è scelto di riunire in un unico edificio gli uffici di Roma provvedendo altresì a disporre una progressiva riduzione dei piani occupati nella sede napoletana di Torre Francesco dagli originari 24 agli attuali 16 (di cui due occupati dalle sezioni di polizia delle comunicazioni e guardia di finanza che collaborano con Agcom), per arrivare a breve a un totale di 13 piani a seguito di un'ulteriore razionalizzazione degli spazi disposta recentemente dal nuovo consiglio.
Conclusivamente, si ribadisce che il bilancio dell'autorità non grava se non in misura insignificante sui conti pubblici, essendo attualmente pressoché interamente finanziato (99,8 per cento) dal contributo degli operatori del settore.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Dino Piero Giarda.